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8 Maggio 2024

Affidamento familiare. Serve un rinnovato impegno

Il Tavolo Nazionale Affido è stato ascoltato dal Senato. Ecco quanto emerso
Affidamento familiare. Serve un rinnovato impegno
Foto di RICCARDO ANTIMIANI
Sostenere e rilanciare l'affidamento familiare, fornire dati aggiornati, e molte altre azioni, tra cui l'istituzione di una Giornata Nazionale. Ecco le richieste delle associazioni alla politica

«I dati disponibili (fonte Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) sono fermi al 31.12.2021 e indicano che sono 13.248 i minorenni in affidamento familiare a carattere residenziale di cui 44% intrafamiliari e 56% eterofamiliari. Rispetto all’età dei minorenni accolti, si conferma una prevalenza (57,3%) di adolescenti e preadolescenti in affidamento: 29,8% tra 11 e 14 anni e 27,5% tra 15 e 17 anni.»

L'audizione al Senato

È quanto riportato dal Tavolo Nazionale Affido nell'audizione al Senato di ieri, 7 maggio. Il Tavolo, che costituisce un raccordo tra una ventina di associazioni tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII, ha presentato alla politica la sua visione dell'affidamento familiare come risorsa per le famiglie e per il Paese, e le richieste per rilanciare una vocazione, quella dell'affidamento familiare, che dopo gli attacchi mediatici degli ultimi anni, è stata molto provata.

La richiesta al mondo dell'informazione: basta strumentalizzazioni

Da qui un appello anche al mondo dell'informazione di «porre responsabilmente fine agli attacchi mediatici e di ogni tipo all’affidamento familiare e al sistema di accoglienza in generale.  Le strumentalizzazioni politiche e gli slogan - si legge nel comunicato stampa - non aiutano né le famiglie vulnerabili, né i minorenni. È fondamentale, inoltre, da questo punto di vista, che le testate giornalistiche rispettino pienamente la Carta di Treviso, facendo attenzione affinché i temi dell’affidamento familiare siano sempre trattati con rispetto e misura, senza spettacolarizzazioni e speculazioni. Va utilizzato sempre un linguaggio adeguato e contenuto, rispettoso di ogni aspetto della privacy sia della persona coinvolta sia della famiglia di origine e di quella affidataria.»

La storia dell'affidamento familiare

«L’affidamento familiare - ha ricordato il comunicato del Tavolo - ha una storia che diventa evidente a partire dagli anni ’60 quando magistrati, operatori e famiglie incontrando minorenni accolti in istituti hanno saputo guardare e vedere i loro bisogni, si sono resi conto della natura del bisogno fondamentale di questi bambini, e che tale bisogno non riceveva risposte adeguate nelle forme di protezione all’infanzia a quel tempo utilizzate: gli istituti. 
Ricordiamo che agli inizi degli anni ’60 i minori ricoverati in istituto erano oltre 300.000.
Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta vengono realizzate esperienze di affidamento familiare come modalità di risposta più adeguata al bisogno dei minorenni.
D’altro canto, numerose sono state le iniziative da parte di tanti soggetti per arrivare all’approvazione della Legge 184/1983 che ha raccolto e formalizzato qualcosa che nella prassi della tutela dei minori esisteva già da oltre dieci anni.
La legge 184/83 costituisce un'innovazione dal punto di vista delle politiche sociali. 
Essa istituisce, per la prima volta, una collaborazione tra la sfera istituzionale (Istituzioni/servizi, Tribunale per i Minorenni) e la sfera della solidarietà/terzo settore, a cui appartiene la famiglia affidataria con le sue forme associative, in un rapporto di sussidiarietà»

Le linee di indirizzo nazionali

Un recente passo importante è stato fatto con le linee di indirizzo nazionali approvate l'8 febbraio scorso. In esse vengono espressi dei concetti fondamentali per una corretta visione dell'affidamento familiare: che si fonda su una visione positiva delle possibilità di cambiamento delle persone e in particolare dei bambini; che i bambini possono far fronte in maniera positiva a eventi traumatici di varia natura e intensità quando sono sostenuti da una rete sociale all’interno della quale sviluppano relazioni interpersonali significative e di effettivo sostegno alla crescita; che l'affido si configura come strumento di aiuto che supera la logica del controllo e della sanzione; che implica una reale sussidiarietà in cui i servizi pubblici e del privato sociale le espressioni formali e informali della società civile si integrano reciprocamente nel rispetto delle specifiche competenze; che è una forma di intervento ampia e duttile che consiste nell’aiutare una famiglia ad attraversare un periodo difficile e/o una situazione di particolare avversità, prendendosi cura dei suoi figli attraverso un insieme di accordi collaborativi. E infine che la pluralità di modalità in cui si articola l’affidamento familiare corrisponde alla necessità di dare risposte adeguate ed appropriate ai differenti bisogni del bambino e della sua famiglia; e le diverse tipologie di affidamento familiare si pongono in un continuum e fanno comunque riferimento alla programmazione della finalità di riunificazione del bambino con la propria famiglia.

Le richieste alla politica

Il Tavolo ha infine avanzato 9 richieste alla politica:

  1. Istituzione della giornata nazionale dell’affidamento familiare, il 4 maggio di ogni anno, come segno concreto di riconoscimento dell’affidamento familiare da parte del mondo politico.

  2. Rendere cogente la ratifica in tutte le regioni delle linee di indirizzo per l'affidamento familiare al fine di Garantire un uniforme livello di erogazione delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, sia in favore dei minori in affidamento familiare che della genitorialità affidataria.

  3. Predisporre  le risorse necessarie per consentire agli attori istituzionali di svolgere i compiti loro affidati, con particolare riferimento alle ricadute organizzative dell’ormai imminente entrata in vigore della cosiddetta riforma Cartabia 

  4. Garantire il mantenimento del Tavolo tecnico presso il MLPS per il monitoraggio delle suddette Linee di indirizzo e della pratica dell'affidamento a livello territoriale/regionale, prevedendo la partecipazione strutturata e stabile del Tavolo Nazionale Affido e dei coordinamenti nazionali impegnati in ambito di tutela e protezione dei minorenni.

  5. Sostenere e dare impulso all’attivazione di Tavoli, in tutte le regioni, per i minorenni fuori famiglia.

  6. Garantire il riconoscimento effettivo del ruolo delle Associazioni/reti nella pratica operativa degli affidamenti familiari in tutte le sue fasi e garantire il coinvolgimento diretto delle associazioni e delle reti di famiglie affidatarie in tutti i processi relativi a Proposte di legge o altri provvedimenti che hanno l’obiettivo di modifica della 184/83.

  7. Istituzione di un gruppo di lavoro permanente (con Associazioni, UNCM, AIMMF, Ministero giustizia, AGIA) per contrastare le derive lesive dei diritti dei minori e delle famiglie d'origine e affidatarie ivi compresi l'accesso diretto alla magistratura minorile tramite PCT per tutti i soggetti convolti.

  8. Mettere a disposizione in modo permanente e aggiornato di dati dettagliati sugli affidamenti e sulle accoglienze in comunità (comprensivi non solo delle caratteristiche demografiche ma anche delle ragioni dell’allontanamento, del tipo di supporto ricevuto e degli esiti) e definizione di un sistema di monitoraggio adeguato e in tempo reale, facendo attenzione alla proliferazione delle raccolte dati.

  9. Sostenere e rilanciare a livello istituzionale una vasta e costante campagna di promozione dell’affidamento familiare.

«Sono richieste complesse perché l'affido è un intervento complesso - spiega Valter Martini, segretario del Tavolo Nazionale Affido - non c’è una soluzione magica. Sono una serie di azioni da mettere in campo in modo contemporaneo. Non serve fare una campagna di affido se sul territorio non hai operatori formati; è difficile essere una famiglia affidataria se non c’è un supporto, se non sei sostenuta da servizi e associazioni.  Serve un lavoro costante tra tutti i soggetti: magistratura, famiglie, associazioni. Solo tutte queste cose messe insieme possono dare una svolta»