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31 Marzo 2023
Ultima modifica: 31 Marzo 2023 ore 15:26

In Valmarecchia i polli della discordia

Preoccupa l'apertura di un nuovo stabilimento per l'allevamento intensivo
In Valmarecchia i polli della discordia
Foto di Luca Luccitelli
Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha deciso di intervenire nel dibattito, sottolineando l'estrema vicinanza al cantiere della sua struttura terapeutica.
Cresce la voce di dissenso in Valmarecchia, in particolare a Cavallara di Maiolo attorno al progetto ormai avviato di apertura di un maxi allevamento intensivo di polli (si stima una produzione di 800 mila polli all'anno), pur se biologici, promesso da parte dell'Azienda marchigiana Fileni, nei ruderi abbandonati di un cantiere precedente. Questa zona situata nella provincia di Rimini e caratterizzata da paesaggi collinari, borghi antichi e castelli medievali.

Ingresso della Comunità Papa Giovanni in Valmarecchia
Ingresso della comunità terapeutica della Comunità Papa Giovanni in Valmarecchia.
Foto di Luca Luccitelli
«Qualora dovessimo rilevare criticità sia nella documentazione allegata all'iter autorizzativo sia nella concreta realizzazione delle opere allora ci attiveremo a tutela della salute delle persone fragili accolte nella nostra struttura ed anche nell'interesse generale»: anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha deciso di intervenire nel dibattito. L'associazione di Don Benzi ha infatti è attiva nell'area sind dal 1980, con la sua comunità terapeutica per il recupero di persone con dipendenze patologiche.

I Polli Fileni sono una linea di prodotti di pollo: si trovano nei supermercati confezioni di pollo intero, petti di pollo, cosce di pollo e ali di pollo, sia freschi che congelati; e poi ci sono i prodotti a base di pollo Fileni come hamburger, cotolette, polpette e nuggets.

75.000 firme sono già state raccolte contro il nuovo stabilimento dal Comitato Per la Valmarecchia. Il 19 febbraio il movimento di cittadini aveva portato circa 200 persone a protestare vicino al cantiere (da 15 milioni di Euro, scrivono i giornali locali) del nuovo stabilimento. La petizione che può essere firmata anche online è indirizzata al Presidente della Regione Stefano Bonaccini. Hanno espresso parere contrario al progetto anche gli artigiani della Cna e i commercianti di Confcommercio.

Come si è arrivati a questo punto? Nel maggio 2021 la regione Emilia Romagna aveva confermato una continuità aziendale con il progetto precedente, mai del tutto decollato, firmato dall'azienda Arena, aprendo la strada alla costruzione del nuovo allevamento.

Questa scelta basta a tranquillizzare il sindaco di Maiolo, Marcello Fattori, che al Corriere Romagna e ad altre testate ha dichiarato: «L'allevamento esistente dal 1972 è stato sospeso per fallimento nel 2009, poi rovinato dal nevone (una delle nevicate più intense e persistenti degli ultimi decenni, nda) del 2012 e finito all'asta. Qui non si sta facendo un nuovo allevamento, ma ristrutturandolo con migliorie dal punto di vista paesaggistico e ambientale».

Il 9 gennaio la trasmissione Report aveva scaldato gli animi denunciando presunti maltrattamenti quotidiani sugli animali che avverrebbero negli stabilimenti, anche se biologici certificati, del gruppo.