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12 Agosto 2022

Anna. Felice di cantare alla vita

Una storia di affidamento familiare tratta dal libro "Portami a casa"
Anna. Felice di cantare alla vita
Foto di Karolina Grabowska
Dietro ogni nome c’è una storia e in ogni storia ci sono bambini e bambine affetti da disabilità gravissime, vite appese ad un filo, e famiglie che hanno fatto la scelta straordinaria di aprirsi all’accoglienza.
Abbiamo incontrato Anna all’ospedale, dove viveva da lungo tempo, praticamente per tutta la sua piccola vita! A causa di una malformazione all’esofago non poteva alimentarsi per bocca e si nutriva attraverso un catetere. Aveva lo sguardo impaurito, non abituata a vedere nuovi volti ma sempre e soltanto quelli degli operatori ospedalieri, che le volevano un gran bene. I suoi genitori accudivano lei e la sorellina più piccola, anch’essa con una disabilità, tutti stretti nella stessa camera in cui erano ricoverate. Una vita piena di sacrifici, ma il più grande sacrificio è stato 
per loro quello di decidere di affidarla alle cure di un’altra famiglia, consapevoli di non riuscire ad occuparsi della piccola.

L'arrivo nella nostra grande famiglia

Non aveva ancora due anni quando fece capolino nella nostra famiglia, impaurita e confusa: era stata tuffata in un nuovo mondo, sconosciuto per lei e tutto nuovo! Lei che aveva visto soltanto le strette mura dell’ospedale, lei che conosceva i camici ospedalieri come uniche persone a lei vicine (oltre ai suoi genitori, ovviamente). Ora le toccava studiare, indagare con lo sguardo, assaggiare attimo dopo attimo questa sua nuova vita. In realtà, dopo i primi tentennamenti, Anna si è inserita benissimo nella nostra famiglia e con la sua vivace intelligenza è diventata il cuore della casa! Non sono comunque mancati ricoveri frequenti e prolungati, che l’hanno costretta ad un continuo altalenarsi tra casa ed ospedale.

Il lungo ricovero

Poi il lunghissimo ricovero con il delicato intervento che l’ha tenuta per lunghissimi giorni in rianimazione, priva di coscienza, intubata! Povera piccola! Un vero guerriero: tenace e forte, lei ce l’ha messa proprio tutta per tornare a casa, con la sua nuova famiglia! 
Lei stessa, per dare a sè e agli altri una spiegazione della sua nuova vita con noi, dice sovente che è fortunata perché ha due papà e due mamme. «Sono molto fortunata!» dice convinta a chiunque, e questo ci rallegra perché questa piccola dal cuore d’oro ha saputo leggere a fondo nelle righe della sua storia, senza colpevolizzare nessuno, senza avercela con alcuno per la sua storia sofferta. Anna è un vero esempio per noi che ci lamentiamo di ciò che ci capita e non sappiamo vedere il positivo anche là dove sempre c’è: la sua vita, capovolta e ricostruita, è un messaggio d’amore e riconoscenza! Vorrei raccontare due piccoli episodi della sua vita con noi che rendono bene l’idea di quanto lei, pur piccola di età, sappia leggere con acume e profondità, il vero senso delle nuove relazioni famigliari.
Durante una sua visita ospedaliera, una signora notando il suo nasino raffreddato, la sollecitò ad avvicinarsi a mio marito: «Vai da tuo nonno a farti soffiare il naso!» le disse dolcemente, ma lei con immediatezza le rispose: «Non è mio nonno, ma il mio papà!» 

Una eccezionale normalità

Anna ama tantissimo cantare con la sua vocina fine e delicata: impara i canti con una facilità inaudita e quando partecipa alla Messa intona le lodi unendosi all’assemblea: lei si stupisce quando qualcuno si gira per ammirarla, perché non le sembra di fare qualcosa di strano: «Canto con gli altri gli stessi canti. Normale, no?»
In realtà nessuno nota normalità in questo fatto, perché pensare che una piccola bimba ami unirsi all’assemblea sembra fatto del tutto eccezionale! Ciò che è normale troppo spesso lo riteniamo eccezionale e ciò che è eccezionale purtroppo a volte ci sfugge! Il vero fatto sorprendente è che Anna è parte di noi per sua scelta convinta e amorosa.

Daniela e Roberto

Questa storia è tratta dal libro
PORTAMI A CASA
STORIE DI STRAORDINARIA ACCOGLIENZA
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