Matteo Fadda, dalle pagine di Avvenire, rilancia il bisogno di tutelare i bambini restituendo fiducia all'affido per garantire una famiglia a chi non ce l'ha
«L’inchiesta di
Bibbiano, rivolta ad accertare possibili errori individuali, ha finito per
minare l’intero sistema di tutela sui minori costituito dall’istituto dell’affido familiare. Con le recenti sentenze possiamo constatare che in effetti tale istituto non è stato condannato, ma la fiducia è stata incrinata e questo, purtroppo, può solo significare aver aperto la via a nuove fragilità». Così il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII
Matteo Fadda dalle pagine di Avvenire ritorna sugli effetti del caso-Bibbiano e rilancia l'importanza dell'affido familiare come modo per dare una famiglia ai minori che ne sono temporaneamente privati.
Le azioni per rilanciare l'affido
«In questi anni - continua Fadda - sono state molte le azioni che la nostra Comunità ha intrapreso nel tentativo di non permettere che l’affido familiare venisse danneggiato. Abbiamo chiesto l’approvazione del Disegno di legge per istituire una Giornata Nazionale dell’Affido, abbiamo proposto di realizzare una nuova
Conferenza nazionale sul tema, a quasi trent’anni da quella storica di Reggio Calabria. Abbiamo ribadito il valore delle
“vere” case famiglia, realtà riconosciute e fondate sulla presenza quotidiana di un papà e una mamma che accolgono in maniera continuativa. Ci siamo attivati per rafforzare il sistema di
prevenzione sensibilizzando, formando e accompagnando le famiglie accoglienti. Lo abbiamo fatto in rete con i comuni, le regioni ed altre associazioni. Abbiamo raccontato la bellezza dell'accoglienza familiare testimoniando, sia con le famiglie affidatarie sia con quelle di origine, che l'affido è un'opportunità per tutti. Anche per chi accoglie».
Meno famiglie, più istituti
«Oggi constatiamo che la sfiducia generata da una narrazione distorta, provocata dal caso Bibbiano, ha ridotto di molto le disponibilità all’affido e
scoraggiato famiglie ed operatori sociali. Triste conseguenza è stato l’aumento eccessivo dell’uso delle comunità residenziali (
Ne abbiamo scritto ampiamente qui). Secondo i dati del Ministero del Lavoro, al 31 dicembre 2023 erano oltre 18mila i minori accolti in comunità residenziali, pari al 30 per cento del totale dei minori fuori famiglia».
L'impegno continua
«Noi continuiamo ad impegnarci - conclude Fadda - affinché nessuno si senta solo. Continuiamo a lavorare perché tutti, in particolare i bambini, possano avere una famiglia. Perché siamo convinti che dare una famiglia ad ogni bambino significa coltivare il suo futuro».