L'accoglienza dei migranti non avverrà più attraverso ricollocamenti forzati ma tramite contributi finanziari o altre forme di aiuto per chi non desidera ospitare fisicamente i migranti nei propri territori. L'Ungheria ha già annunciato la sua opposizione all'accordo, affermando che non permetterà l'ingresso dei migranti nel proprio paese contro la propria volontà.
Alcune Ong, fra cui Amnesty International, hanno espresso critiche feroci nei confronti del Patto, sostenendo che porterà a una regressione nella legislazione europea sull'asilo e causerà maggiore sofferenza umana. Amnesty International sostiene inoltre che invece di promuovere la solidarietà attraverso i ricollocamenti, gli Stati potranno semplicemente pagare per rinforzare le frontiere esterne o finanziare Paesi al di fuori dell’UE.
Nonostante le critiche delle Ong, sia Consiglio Europeo sia Commissione Europea lodano questo approccio "olistico", poiché guarda al fenomeno migratorio nel suo insieme ed introduce importanti garanzie per il rispetto dei diritti umani. L'obiettivo è di evitare tragedie come quelle avvenute a Moria, Calais e Lampedusa.
Il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi è soddisfatto:«Grazie alla capacità di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà siamo riusciti a portare avanti e concludere un negoziato che era fermo da anni».
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