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13 Gennaio 2023

Baby gang. Crescono in Italia i reati commessi dai minori

Fenomeno delle baby gang in Italia. Dal rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale di fine anno, aumentano del 14,3% i minori denunciati e arrestati.
Baby gang. Crescono in Italia i reati commessi dai minori
Foto di Sergey Nivens
Risse, percosse, lesioni, atti di bullismo, atti vandalici sono solo alcuni dei crimini di cui si macchiano i giovanissimi delle gang giovanili diffuse in tutto il paese. Un grido, un malessere a cui dare risposte. Transcrime Research ne traccia una mappa.
Secondo il rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale di fine anno, nei primi 10 mesi del 2022 c’è stato un aumento del 14,3% dei minori denunciati e arrestati rispetto allo stesso periodo del 2019.
In crescita del 35% gli omicidi commessi dai minori, dai 17 nel 2019 si passa ai 23 nel 2022, attentati +53,8%, tentati omicidi +65,1%, lesioni dolose +33,8%, percosse +50%, rapine +75,3%, +91,2% per quanto riguarda quelle nella pubblica via.

Verona: otto minorenni aggrediscono un coetaneo per strappargli il cellulare. 
Bologna: ragazzi quindicenni assaltano un gelataio con pugni e sedie contro le vetrine, per un semplice rimprovero. 
Roma: bengalese pestato e rapinato da una baby gang sul bus notturno per rubargli il telefonino. 
Sono solo alcune delle azioni criminali compiute da giovanissimi in larga parte del nostro paese, che sempre più spesso vengono raccontate nei media. 1.909 articoli pubblicati da gennaio ad aprile 2022. Un numero più che raddoppiato rispetto al 2020 (741). 
Risse, percosse, lesioni, atti di bullismo, atti vandalici, ma anche attività di spaccio, furti e rapine sono i crimini di cui si macchiano i giovani minorenni appartenenti alle gang, presenti nella maggior parte delle regioni italiane. I social sono il tam tam con cui si danno appuntamento e dove documentano poi le loro gesta.

Emergenza baby gang in Italia?

A tracciare  il profilo delle baby gang in Italia e una prima mappatura, un recente studio esplorativo dal titolo: Gang giovanili in Italia (di cui si è parlato alla Conferenza stampa di fine anno della Direzione centrale della polizia criminale) condotto da Transcrime, centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale delle Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Alma Mater Studiorum di Bologna e Università degli Studi di Perugia in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e del Dipartimento per la Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia.   
Metà degli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni (USSM) e il 46% delle questure e dei comandi provinciali dei Carabinieri, indicano nel rapporto che negli ultimi cinque anni le gang giovanili sono aumentate. Un fenomeno acutizzato anche dalla pandemia da Covid, che ha segnato il già precario equilibrio di alcuni giovani che vivono in situazioni di marginalità, disagio psicologico e socio-economico.
Nel 2021 sono stati 186 gli appartenenti alle gang giovanili presi in carico dagli USSM, in forte aumento rispetto ai 79 del 2020 (anno del lockdown) ma anche ai 107 del 2019.
L’aggregazione alle gang giovanili – emerge dal rapporto – coinvolge anche chi non viene da situazioni di marginalità, quanto piuttosto da difficoltà relazionali. L’effetto branco diventa un modo per reinserirsi nella società, e compensare l’assenza o la problematicità dei rapporti con la famiglia o con il sistema scolastico. Anche la noia, l’utilizzo dei social e l’emulazione sono fattori che spingono i ragazzi a farne parte.
A caratterizzare l’azione delle gang, una crescente efferatezza, condotte di violenza gratuita ed insensata, la convinzione di rimanere impuniti. Ragazzi estremi, radicali, che sembrano non provare emozioni né sensi di colpa. 
«Giravo con loro per essere sicuro di non ritrovarmeli mai contro». Sono le parole che ha confidato anonimamente al Corriere di Romagna, un ragazzo di 16 anni “pentito”, uscito dal gruppo che agiva nella Bassa Romagna. Non si tratta di semplici bravate, tutto viene pianificato nelle chat di gruppo. «Inizia per gioco, magari emulando cantanti (trapper e rapper che inneggiano e istigano a crimini di ogni tipo) o fenomeni social, per poi fare a gara a chi è più temuto tra i banchi di scuola, poi tra le strade del posto in cui vivi e via via l’escalation che ti porta a fare le trasferte in città più grandi».
 

Identikit delle baby gang

Le cosiddette baby gang sono diffuse nella maggior parte delle regioni italiane, in particolare quelle del Centro-Nord. Sono formate da piccoli gruppi di ragazzi, non più di 10, in prevalenza maschi con un’età compresa dai 15 ai 17 anni.  Nella maggior parte dei casi i membri sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti. Giovanissime spesso anche le vittime: nella maggior parte sono coetanei tra i 14 e i 18 anni. 
Ma parlare genericamente di baby gang come di un fenomeno omogeneo è sbagliato. Le caratteristiche sono influenzate dal contesto sociale, culturale ed economico e variano a seconda delle aree del paese in cui si trovano.

Quattro tipi di gang giovanili 

Secondo il rapporto, le gang maggiormente presenti sul territorio nazionale sono prive di un’organizzazione definita e sono prevalentemente composte da italiani.
Hanno legami deboli, di natura fluida, senza una gerarchia chiara. Compiono risse, furti, spesso a danno di coetanei, atti di bullismo. Sono protagonisti di episodi di minacce con armi da taglio, o di violenza sessuale, e documentano tutto sui social.
Z4 e Ripamonti M5 a Milano, Gang di Sant’Ottavio a Torino, QBR e USK a Verona sono alcune delle gang che hanno una presenza significativa al Nord. I loro nomi derivano dai quartieri o dalle linee della metropolitana dell’area dove agiscono. Un caso particolare è quello della Banda Casanova a Bolzano. I suoi componenti hanno meno di 14 anni e oltre a rubare ai coetanei, rubano dei cani e li maltrattano. 
 
Sempre Magazine 6 2002 baby gang in Italia
Presenza ed esempi di gruppi senza struttura definita e dediti ad attività violente o devianti
Foto di ItaliaTranscrime Research in Brief - Serie Italia n. 3 Ottobre 2022 - Le Gang Giovanili in Italia


Di altro tipo le gang al Sud che si inseriscono in un territorio dove vi è una presenza mafiosa. Sono più strutturate e si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane. I minorenni che ne fanno parte sono in situazione di disagio socioeconomico e sono coinvolti nello spaccio di stupefacenti o nelle estorsioni e hanno la volontà di accrescere il proprio status criminale. Caso emblematico di questo tipo di fenomeno è quello costituito dalla cosiddetta “paranza dei bambini” legata prevalentemente al Clan Sibillo a Napoli

Altre bande agiscono prevalentemente in aree urbane del Nord e Centro e sporadicamente in quelle di Cremona, Genova, La Spezia, Arezzo, Ancona e Roma e sono abbastanza strutturate. Sono le gang che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere. I componenti sono stranieri di prima o seconda generazione che vivono difficoltà di integrazione o disagio socioeconomico, dediti a risse, percosse e lesioni, atti vandalici. Sono spesso caratterizzate da simboli identificativi. Da segnalare la MS13 presente a Milano e Genova composta prevalentemente da salvadoregni dai 15 ai 17 anni, maschi e femmine e non vengono da situazioni di marginalità o disagio.
Diffuse in tutte le macroaree del paese, e composte in prevalenza da italiani, le gang con struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni; compiono soprattutto reati appropriativi come furti, spaccio o rapine. Atti vandalici, ma anche reati violenti. I componenti vivono difficoltà di inclusione nel tessuto sociale o nell’inserimento in percorsi scolastici e lavorativi. Attiva a Paternò una gang che si è resa responsabile di furti e rapine nei confronti di centri commerciali. 

Sempre Magazine 6 2002 baby gang carabinieri
Comandi Provinciali dei Carabinieri e Questure che hanno contestato il reato di Associazione per delinquere (ex art.416 c.p.) nel triennio 2019/2021 in relazione ad attività compiute da gang giovanili
Foto di ItaliaTranscrime Research in Brief - Serie Italia n. 3 Ottobre 2022 - Le Gang Giovanili in Italia

Cosa fare per contrastare il fenomeno delle baby gang?

Il disagio giovanile e relazionale accomuna l’appartenenza dei giovani a questi gruppi. Ciò che emerge dal report è che la repressione, come azione di contrasto al fenomeno, non è una risposta efficace, mentre più utili sono i percorsi educativi sinergici: scuola, famiglia, società, istituzioni. Nell’80% dei casi le forze di Polizia non hanno ipotizzato il reato di Associazione a delinquere, perché manca un riferimento legislativo specifico e perché spesso questi gruppi non presentano le caratteristiche delle organizzazioni criminali. Secondo i dati della Giustizia minorile, nel 50% dei casi i membri delle gang che hanno commesso reati usufruiscono della sospensione del procedimento con messa alla prova, mentre solo per il 3% si è ricorsi alla detenzione in Istituti Penali per Minorenni. Vengono invece predisposti progetti educativi individualizzati, soprattutto attività di studio e lavoro (75%) o attività socialmente utili, sportive o di volontariato (65%).
Dal mondo delle gang, con i loro gesti eclatanti apparentemente incomprensibili, arriva il grido di un malessere diffuso nel mondo giovanile ben oltre i confini di queste aggregazioni. «Per i ragazzi – provocava don Benzi in un editoriale del 2000 dedicato alle baby gang – meglio le devastazioni che la droga che li cuoce e li distrugge. Le devastazioni svegliano questa società attestata sul vuoto». A distanza di oltre venti anni, sembra esserci ancor più bisogno di qualcuno che ascolti quel grido.
 
 
 
Sempre Magazine 6 2002 baby gang USSM
Stato dei soggetti appartenenti a gang giovanili attualmente in carico agli USSM
Foto di ItaliaTranscrime Research in Brief - Serie Italia n. 3 Ottobre 2022 - Le Gang Giovanili in Italia