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8 Giugno 2022

Basta bambini in carcere

Sono ancora 18 i bambini in carcere. Approvato alla Camera il disegno di legge di Paolo Siani che libera i bambini dietro le sbarre con le loro madri.
Basta bambini in carcere
Foto di Foto di Robert Pastryk da Pixabay
Il DDL prevede il collocamento in case famiglia protette delle mamme che hanno con sé un bambino minore di 6 anni. La Comunità Papa Giovanni tra gli enti disponibili ad accoglierle.
Il DDL Siani il 30 maggio scorso è stato finalmente approvato alla Camera e con grande attesa si avvicinano ulteriori possibilità di liberazione per i bambini innocenti dietro le sbarre.
La Comunità Papa Giovanni XXIII con strenuo impegno è da molti anni su questo fronte; da un lato ha sollecitato e promosso l’adozione di una evoluzione normativa adeguata non più rimandabile, e dall’altro - nelle more e nella latitanza del legislatore- ha accolto e continua ad accogliere in misura alternativa le mamme detenute con i loro bimbi offrendo un “luogo di cura, assistenza o accoglienza” (art.47 ter e quinquies Op).
La recente proficua collaborazione con gli Istituti penitenziari e il ministero della Giustizia, ha infatti permesso l’uscita in misura alternativa negli ultimi 9 mesi, di ben tre mamme e cinque bambini nelle case della Comunità e attualmente sono in corso interlocuzioni per nuove accoglienze. Percorsi alternativi che richiedono tempi di progettualità seri ed importanti ma che procedono con nuova vitalità nelle more di nuove leggi.
Al momento tante vere case famiglia già esistenti, in assenza della c.d. case famiglia “protette”, rigenerano nella condivisione nuove vite.

Quanti sono i bambini in carcere?

Il numero dei bambini in carcere con le loro mamme e grazie all’impulso più spedito delle istituzioni ha consentito un notevole miglioramento: al 31 maggio 2022 sono 18 i bimbi a fronte di una media nell’anno precedente attorno ai 30 ed oltre (a fine 2019 erano ben 48!).
Va segnalato che il modesto ma significativo stanziamento di fondi dal Ministero di Giustizia alle Regioni col piano di riparto per accoglienza in misura alternativa delle madri detenute con figli al seguito di cui al D.M. 15 settembre 2021 – «Ripartizioni tra le regioni del fondo istituito al fine di contribuire all’accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case-famiglia protette e in case-alloggio per l’accoglienza residenziale dei nuclei mamma-bambino» utile per accoglienze a normativa attuale, non ha visto un’attuazione compiuta a livello territoriale, tante sono le Regioni che ancora non hanno dato un seguito puntuale.  Il Piemonte è stata la regione più attenta e ha già individuato con apposito bando di interesse le realtà accoglienti, mentre altre ancora latitano.
Questo progresso nei dati di presenza è indice di un’attenzione maturata e di nuove consapevolezze  istituzionali sulle quali, tuttavia, non è lecito essere soddisfatti finché un solo bambino sarà rinchiuso e violato. Nessun bambino dovrebbe vedere la sua innocenza sacrificata sugli altari dei margini di una prognosi insufficientemente rassicurante per la propria madre. Le conseguenze sul bambino di una relazione non adeguata genitore-figlio-ambiente, è tale da provocare danni permanenti, soprattutto se si verifica in età neonatale e protratta per più anni; una deprivazione relazionale grave ed in una fase decisiva dello sviluppo che investe comunque di riflesso anche le madri.

Cosa prevede il disegno di legge Siani?

Il  DDL Siani va nella giusta direzione e accoglie parzialmente anche le proposte presentate già ad aprile 2020 dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Si interviene infatti col rendere il differimento della pena – sia esso obbligatorio o facoltativo - esteso fino al compimento dei 6 anni di età del minore – derogabile soltanto per esigenze di gravità di condotta della madre con l’ingresso presso un ICAM (Istituto di Custodia Attenuata penitenziario) o in una casa famiglia protetta.
Obiettivo di fondo della proposta è quello di potenziare il ricorso alle case famiglia protette nei casi in cui la madre di un figlio minore di 6 anni non abbia una abitazione nella quale poter usufruire degli arresti domiciliari durante il processo o poter espiare la pena, escludendo la custodia cautelare in carcere. Si vuole sostanzialmente invertire il rapporto regola-eccezione tra detenzione e misure in libertà offrendo le premesse per un maggiore ricorso a presidi extra- penitenziari sul territorio, soprattutto per quelle situazioni che riguardano il difficile stato di emarginazione e disagio sociale di diverse madri e che spesso vengono confuse con le poche che davvero destano allarme sociale.
Nel DDL il ricorso alle case famiglia protette, (attualmente solo 2 in Italia) - vero circuito extra-penitenziario -  viene poi incentivato con finanziamenti tramite fondi triennali dedicati.
Fintanto che questo disegno non diventerà legge, come tutti auspichiamo, e se ne verifichi l’efficacia in concreto, la disponibilità all’accoglienza già ora, e l’indefesso impegno di chi - pur tra i mille ostacoli burocratici e giuridici - sta accogliendo a normativa attuale, continua a fare l’enorme differenza tra un minore innocente libero o uno incarcerato, tra un’infanzia violata ed una protetta e custodita!