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3 Febbraio 2022
Ultima modifica: 3 Febbraio 2022 ore 12:37

Bentornato Presidente

Oggi il giuramento di Sergio Mattarella per il secondo mandato. Gli auguri e le aspettative del presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII
Bentornato Presidente
Foto di Beatrice Mancini
Salvaguardia dello Stato Sociale, accoglienza e integrazione dei più fragili, promozione della pace e stop alla vendita di armi. Le attese per il nuovo mandato e l'impegno a collaborare per il bene comune.
Il sì detto alla richiesta del Parlamento italiano che apre oggi, con il giuramento, il secondo mandato come Presidente della Repubblica Italiana da parte di Sergio Mattarella, ci inoltra nel tempo della responsabilità e della comunità, di quel servizio al bene comune che prevale su pur legittime scelte di vita personale.
Garante della nostra Costituzione, con la mitezza della sua persona Mattarella esprime una forza del diritto che sancisce il bene di ognuno nel camminare insieme come popolo.
San Giovanni Paolo II incontrando, verso la fine del suo pontificato, la Comunità Papa Giovanni XXIII, disse: «Le vostre attività cercano inoltre di inserirsi nel territorio e si aprono alla collaborazione delle strutture sociali pubbliche e private, senza venire meno alla loro tipica ispirazione cristiana».
Fedeli a questo mandato, come Comunità ci impegniamo a continuare a dialogare con le istituzioni a tutti i livelli - comuni, province, regioni, governo e parlamento - al fine di garantire, mantenere e se possibile anche migliorare quello Stato Sociale che i nostri padri ci hanno lasciato dopo le grandi guerre. Per dare la possibilità anche alle nuove generazioni, così come è stata data a noi, di studiare, lavorare, fare scelte di volontariato come il servizio civile, svolgere impegni professionali con preparazione a servizio del bene di tutti, con particolare attenzione agli ultimi.

Italia, Paese dell’accoglienza e dell’integrazione

A lei, signor Presidente, diciamo il nostro grazie accompagnato da un impegno sempre maggiore affinché l’Italia sia il paese dell’integrazione, dell’accoglienza, della convivenza civile anche tra le varie religioni, chiedendo a coloro che sono a servizio della polis, gli amministratori, che siano garanti del rispetto della vita, dell’accoglienza degli stranieri, della liberazione delle donne schiavizzate con la prostituzione, della possibilità anche per chi ha qualche disabilità di vivere in famiglia o in autonomia con adeguati sostegni di servizi ed economici, attuando una giustizia sociale fondata sulla condivisione delle risorse, abbattendo i privilegi.
Lavoreremo insieme anche perché ai nostri anziani siano garantite cure a partire dal loro territorio senza recidere le radici e senza rischiare di finire a morire in grosse strutture come è avvenuto durante questa grave pandemia da Covid-19.

Le attese della povera gente

Siamo, certi signor Presidente, che lei sarà il garante della gente comune, delle «attese della povera gente» come diceva Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze.
Il suo senso della giustizia ci porterà a crescere nella consapevolezza che un popolo è tale se cammina al passo degli ultimi, senza lasciare indietro nessuno, e allora questo principio potrà diventare il perno centrale della nostra democrazia.
Lei è anche Capo delle forze armate: siamo certi che valorizzerà l’impegno dei giovani per la non violenza, per una educazione che rispetti il creato, la nostra casa comune, e che si impegnerà per una scelta di depotenziamento delle armi nucleari e di contrasto all'ignobile azione a cui l’Italia ancora si presta, per interessi economici, con la vendita di armi che poi saranno strumento di morte per molti civili e militari.
Confidiamo anche che lei richiamerà il nostro governo e quelli degli altri Paesi all’accoglienza dignitosa dei migranti promuovendo leggi internazionali a favore di una convivenza civile ed umana piena.
 
Bentornato Presidente, pregheremo Dio affinché l’assista con il dono della sapienza.