Topic:
15 Febbraio 2022
Ultima modifica: 18 Febbraio 2022 ore 12:35

Cannabis: il referendum non si farà

La Corte costituzionale ha rigettato la proposta referendaria. Un medico spiega i rischi che nasconde l'uso della cannabis.
Cannabis: il referendum non si farà
Foto di Jantaaa
Il quesito referendario proponeva sostanzialmente la depenalizzazione della coltivazione di cannabis e l’eliminazione delle sanzioni amministrative conseguenti alla detenzione della sostanza per uso personale. Le modifiche richieste, infatti, non entravano nel merito di tutto ciò che può avere finalità di spaccio ed in questo caso sia la coltivazione, sia la detenzione rimangono azioni illecite e perseguite. 
Dal mio punto di vista - sono medico e lavoro da 30 anni in un Servizio che si occupa di dipendenze patologiche - le questioni che si aprono sono complesse e riguardano la differente platea dei possibili consumatori e, a cascata, la variabilità del concetto di uso personale. Se è vero che il consumo di cannabis già nel contesto normativo attuale è diffuso, ritengo che l’eventuale vittoria del “sì” al referendum possa favorire una ulteriore maggiore diffusione del fenomeno, soprattutto fra i giovani e gli adolescenti.
A meno di cancellare con un colpo di spugna le acquisizioni scientifiche che si sono accumulate negli ultimi 20 anni, questa ipotesi dovrebbe destare molta preoccupazione. 

I dati che emergono dallo studio delle neuroscienze sottolineano che i danni che il consumo di cannabinoidi provoca sui vettori e sulle traiettorie di sviluppo cerebrale, sviluppo che è particolarmente intenso proprio nel periodo dell’adolescenza. La cannabis è consumata in quanto sostanza psicoattiva che interviene alterando importanti funzioni, in particolare la regolazione dell’umore e del sonno e la capacità di concentrarsi: per questo motivo anche il consumo in età adulta non è esente da possibili problemi che derivano dalla dis-regolazione di queste funzioni. Inoltre l’uso intenso e continuativo interviene a modificare il sistema della gratificazione condizionando le persone a reiterare l’uso, inducendo un vero e proprio disturbo.
D’altra parte l’abrogazione delle sanzioni amministrative pone il problema di come gestire l’incompatibilità dell’uso di cannabinoidi con la guida di veicoli. Va da sé che chi coltiva per uso personale, consuma quanto produce. Tanto? Poco? Nel weekend? Tutti i giorni? Più volte al giorno? La frequenza e l’intensità dell’uso personale è soggettiva e non è facile intercettare le situazioni di rischio per la sicurezza alla guida
La prevenzione degli incidenti non solo sulla strada, ma anche negli ambienti di lavoro, dove per alcune mansioni sono previsti accertamenti per escludere il consumo di sostanze, cannabis inclusa, deve rimanere un interesse primario da perseguire e mantenere.