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6 Ottobre 2021

Cannabis: droga o farmaco?

La cannabis può essere prescritta solo per alcune patologie, quando tutte le altre cure falliscono. La cannabis light invece è legale.
Cannabis: droga o farmaco?
Foto di 7Raysmarketing
Si è da poco conclusa la raccolta firme per un referendum che chiede la legalizzazione della cannabis. Ma cos'è la cannabis? Cosa può curare? Tutto quello che volevi sapere sulla cannabis, direttamente dagli esperti
Cannabis (in italiano “Canapa”) è il nome di una pianta che fa parte della famiglia delle Cannabinaceae. Ci sono 3 specie di Cannabis: sativa, indica, ruderalis. Dalle piante di Cannabis si possono ricavare delle fibre che trovano impiego nell’industria tessile e della carta. La popolarità della Cannabis è però dovuta al fatto che le sue infiorescenze e la sua resina contengono cannabinoidi, che sono sostanze con effetti psicoattivi, cioè in grado di alterare lo stato mentale.
Eppure la legislazione italiana prevede l'uso di cannabis per scopi terapeutici. La Cannabis quindi è una droga o è un farmaco? La Cannabis è una pianta con dei principi attivi che hanno attività psicotropa (quindi agiscono come altre droghe) ma che possono essere impiegati per mitigare i sintomi di alcune patologie anche gravi, come vedremo di seguito.

Cannabis, cannabis light e marijuana

Partiamo con una domanda che si fanno in molti: che differenza c’è tra cannabis e cannabis light? E che rapporto c’è tra cannabis e marijuana? Lo chiediamo a Daniele Casadei, responsabile del Centro di Accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, che riceve e gestisce le richieste delle persone che vogliono uscire dalla dipendenza da alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo.
 
«La cannabis si presenta sotto forma di erba secca con delle infiorescenze disidratate e ha un forte odore caratteristico. Può essere mischiata al tabacco e poi viene utilizzata sotto forma di sigarette.
Nella cannabis sono contenuti molti principi attivi. Quelli più importanti sono il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).
La cannabis light, cioè “leggera”, si chiama così perché è quasi priva di THC, che è quello che genera il cosiddetto sballo, l’effetto psicotropo della cannabis: per legge deve contenere un dosaggio inferiore allo 0,2%. In Italia solo la cannabis light è legale. Anche se il dosaggio di THC è quasi assente, rimane però presente il CBD che ha degli effetti rilassanti, accomunabili a quelli che si ottengono usando la Valeriana, un’altra pianta dalle proprietà calmanti.
Nella cannabis light rimangono il gusto e il profumo tipici della cannabis. Dal mio punto di vista, dato che mi occupo di dipendenze, il commercio della cannabis light può avere degli aspetti pericolosi: una parte di popolazione, attratta dall’uso di questa sostanza che è legale, potrebbe usarla come un trampolino di lancio verso il mondo delle sostanze stupefacenti, per il desiderio di provare qualcosa di più forte.
Le sostanze psicoattive possono essere ricavate da alcune parti della pianta Cannabis: dalle infiorescenze femminili si ricava la marijuana, mentre dalla resina si ricava l’hashish. Queste parti possono essere fumate, inalata o ingerite.
Marijuana e hashish sono le due sostanze più comunemente usati dai giovani tra i 13 e i 18 anni. A mio parere la legalizzazione della cannabis light può favorire l’ingresso dei ragazzi all’uso di sostanze stupefacenti, come -per fare un’analogia- la sigaretta elettronica è stata messa in commercio per uscire dal tabagismo, ma poi tanti giovanissimi hanno provato ad usarla.
In Italia, per ora, la cannabis non si può coltivare, nemmeno per uso e consumo personale».

Quale parte della cannabis si fuma? Cosa si prova usando cannabis?

«Della pianta Cannabis si fumano le infiorescenze secche. Fumando cannabis ci può essere un senso di euforia, di mal di testa, di pesantezza fisica, di disidratazione (senti la bocca secca, impastata) che provoca aumento della necessità di assumere liquidi e cibo. Si possono sperimentare anche giramenti di testa, difficoltà nell’equilibrio. Ti fa sentire annebbiato».

Chi può vendere la cannabis light?

«Ci sono dei negozi che sono autorizzati alla vendita di cannabis light. Ho chiesto alcuni chiarimenti ai rivenditori di cannabis light e loro mi hanno spiegato che ancora non è del tutto chiara la questione. Ad esempio, se acquisti 2 grammi di cannabis light (che costano circa 20 euro) e poi le Forze dell’Ordine ti fermano mentre guidi la macchina, potresti avere dei problemi se la confezione è aperta, infatti nessuno è in grado di capire se è cannabis light (che è legale) o cannabis (che è illegale). Per non aver problemi, dopo l’acquisto di cannabis light bisogna tenere integra la confezione e tenere lo scontrino. Sulla confezione c’è scritto: “La cannabis light è venduta per farne uso tecnico o da collezione”, anche se poi si usa per il consumo, come spiegavo prima».

Chi può prescrivere la cannabis?

«La cannabis light non si prescrive, ma si compra nei negozi autorizzati. Invece la cannabis non si può prescrivere, perché in Italia è illegale, però il medico può prescrivere delle preparazioni a base di cannabis».

Cannabis pianta
Foto di Eugenio Cuppone

Cannabis a scopo terapeutico

Molte persone sono interessate all’uso della cannabis a scopi terapeutici perché alcuni sostengono che possa dare sollievo al dolore per fibromialgia, per emicrania e mal di testa, altri dicono che la cannabis possa alleviare i sintomi del Parkinson e possa essere usata contro insonnia, contro febbre, contro stress e contro le allergie. Chiediamo il parere della dr.ssa Ivana Conterno, medico del Dipartimento Dipendenze Patologiche, Igiene e Medicina preventiva.
 
«Le preparazioni a base di Cannabis possono essere prescritte da qualsiasi medico abilitato che sia iscritto all’Ordine. Le prescrizioni sono non ripetibili e redatte secondo alcune norme, ad esempio bisogna chiarire per quale problema specifico viene prescritta la Cannabis, senza però dover specificare la diagnosi, cioè va specificato il motivo per cui a quella persona viene prescritto quel farmaco. Di fatto i motivi per cui è possibile prescrivere preparazioni a base di Cannabis sono abbastanza limitati. Tutti i medici abilitati possono prescrivere le infiorescenze facendo preparare nelle farmacie le preparazioni con la concentrazione desiderata. C’è anche un farmaco (Sativex) che può essere prescritto solo in ospedale e solo dai neurologi. In genere la Cannabis viene utilizzata per preparare dei decotti. C’è un elenco delle patologie indicate come cause possibili per prescrivere cannabinoidi, ma si può prescrivere solo successivamente al fallimento di altre cure, cioè la Cannabis è un farmaco di seconda scelta perché ha effetti collaterali che non possono essere sottovalutati»

Per quali patologie si può prescrivere la Cannabis?

«L’uso di cannabinoidi, presenti nella Cannabis, per problemi di salute può essere prescritto per ottenere:
  • Riduzione della sintomatologia dolorosa in presenza di patologie che danno spasticità associata a dolore, come ad esempio la sclerosi multipla e alcuni quadri di lesioni del midollo spinale. Il medico deve documentare in cartella che sono già stati fatti vari tentativi di terapia con altri farmaci convenzionali che però non hanno portato risultati.
  • Analgesia del dolore cronico, in particolare per il dolore neurogeno in quelle situazioni in cui i farmaci antinfiammatori, i cortisonici e gli oppioidi non siano stati efficaci.
  • Nelle patologie da HIV come rimedio anti-emetico.
  • Nei tumori, quando la chemioterapia e la radioterapia compromettono lo stato generale della persona: le preparazioni a base di cannabinoidi sono usate per l’effetto anti-nausea e anti-vomito.
  • La cannabis viene indicata come stimolante dell’appetito nei casi di cachessia (cioè uno stato di profondo deperimento fisico), nell’anoressia, nei pazienti oncologici, nei pazienti malati di AIDS. Anche in questi casi è un farmaco di seconda scelta, cioè prima devono essere provati i trattamenti standard e solo se questi non funzionano si può provare con i cannabinoidi.
  • Nel glaucoma e nei quadri neurologici dove ci sono movimenti involontari come la sindrome di La Tourette e di Gilbert anche qui come farmaco di seconda scelta.
Perché viene sempre specificato che dev’essere un farmaco di seconda scelta? Perché l’uso di cannabis ha effetti collaterali soprattutto sull’umore: quando vengono usati, i cannabinoidi riescono a dare effetti di tipo psichico perché agiscono su un sistema endogeno chiamato endo-cannabinoide, che è un sistema modulatore. Fanno parte di questo sistema neuroni di breve lunghezza che interagiscono su altri sistemi neuronali per modulare l’attività (ridurla o aumentarla a seconda delle situazioni). Una delle funzioni che riescono a regolare è l’umore: molti pazienti che io seguo hanno riscontrato che l’uso di cannabis, anche se in un primo momento senti una percezione di maggiore calma e rilassatezza, nell’uso continuativo viene evidenziato una scarsa capacità regolatoria del sistema dell’ansia e del tono dell’umore. A livello periferico i cannabinoidi interagiscono col sistema immunitario e riducono la capacità responsiva del sistema immunitario. Questo è una limitazione all’uso terapeutico dei cannabinoidi».