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12 Agosto 2023

Casa famiglia San Pietro

Quando la cura della persona ridona dignità
Casa famiglia San Pietro
Le donne accolte in questa casa famiglia, qualunque disuguaglianza, ingiustizia, disagio o pena abbiano vissuto, qui possono trovare un'opportunità di riscatto, rendersi utili per gli altri,riacquisire una dignità ed essere impegnate in attività di artigianato, erboristeria, agricoltura e allevamento.
Le colline verdi e rigogliose della toscana, il sentiero francigeno ghiaiato, l’odore dei fiori, gli alberi da frutto fioriti, la brezza fresca, le viti, gli ulivi, il crocchiare delle galline: tutto ciò rende unico il paesaggio in cui è situata la casa famiglia San Pietro di cui è responsabile Evelina Scalera. Le storie che hanno abitato, ed abitano ancora, questa collinetta in provincia di Siena, sono tante. Ognuna di queste, però, grazie alle risorse naturali del luogo, permettono agli accolti di riscoprirsi utili per gli altri e di ritrovare il proprio ruolo e il proprio protagonismo. 
Nasce nel 2015 in questa area turistica, grazie alla suggestiva location collinare e la prestigiosità di vini e cucina, la struttura di accoglienza guidata dall’instancabile infermiera che ospita in particolare donne. Qualunque disuguaglianza, ingiustizia, disagio o pena abbiano vissuto, qui possono trovare un’opportunità di riscatto, rendersi utili per gli altri,riacquisire una dignità ed essere impegnate in attività di artigianato, erboristeria, agricoltura e allevamento. 
L’aria che si respira nella località senese è densa di storie e vita. Facendo riferimento ad una citazione a lui molto cara, don Oreste diceva che «la misura dell’amore è amare senza misura», ed Evelina insegna questo nella quotidianità della sua casa: tutti hanno diritto ad essere amati, accolti, ascoltati e accettati nei loro limiti e nelle loro qualità. Ognuno ha un ruolo cardinale e nessuno è scartato. Tutti insieme formano il puzzle di una famiglia in cui aiutarsi è fondamentale e necessario per camminare e crescere insieme. 
La casa famiglia è situata nella canonica di una chiesa romanica della fine del XII secolo, lungo la via Romea, una delle vie Francigene, e adotta il motto: «Le cose belle prima le fanno e poi si pensano». 

casa famiglia san pietro
sale aromatizzato
Nella casa famiglia a Cedda (SI) è stata avviata la produzione casalinga di creme, unguenti, sottolio, sottaceti, tisane, essiccati, saponi, sciroppi, cuscini di nocciole e paglia, e molto altro
prodotti in casa famiglia
Nella casa famiglia a Cedda (SI) è stata avviata la produzione casalinga di creme, unguenti, sottolio, sottaceti, tisane, essiccati, saponi, sciroppi, cuscini di nocciole e paglia, e molto altro

Evelina: la missione di chi ha imparato a “curare” le ferite, non solo del corpo

Evelina, terminati gli studi, inizia a lavorare come infermiera di ruolo. Dopo poco tempo sceglie di partire in missione per il Perù. Un’esperienza molto forte durata 2 anni. Tornata dalla missione, a Siena conosce la casa famiglia di Idamaria. In quel periodo in quella struttura erano accolte 3 ragazzine disabili, e una di queste colpì particolarmente Evelina. L’incontro e la conoscenza di questa bambina furono fondamentali per farle capire il suo cammino e la sua vocazione. 
Racconta Evelina: «Aveva un fortissimo carisma missionario. È stata la mia molla per scegliere la Comunità Papa Giovanni XXIII». Ma non è stata la sola: molti altri infatti sono diventati membri della Comunità di don Benzi grazie all'esperienza vissuta con questa ragazzina che li ha spinti a scegliere la condivisione diretta, h24 sotto lo stesso tetto. 

Evelina e Jorge
Evelina Scalera insieme a Jorge
Evelina sceglie così di iniziare un periodo di conoscenza della Comunità di don Benzi, sempre a Siena, dove resta per un anno e mezzo. Ma il suo amore per la missione è ancora intenso e, non appena le si presenta l’occasione, riparte questa volta per la Bolivia in cui resta 6 anni. In Bolivia conosce Jorge, bambino boliviano a cui si affeziona a tal punto da adottarlo, riuscendo poi a riportarlo in Italia con sé come suo proprio figlio. L’aiuto che ha dato alle persone con disabilità le hanno aperto gli occhi su quale fosse la sua chiamata. 
Nel 2015 viene contattata dal parroco di Poggibonsi che offre in comodato d’uso all’associazione, tramite l’arcidiocesi di Siena, la canonica della chiesetta di San Pietro a Cedda. La canonica è situata sulla via Romea, una delle vie della rete della francigena spesso percorsa a piedi, in bici o con altri mezzi dai pellegrini diretti a Roma. La chiesa ha un pregio artistico e culturale importantissimo. Nonostante sia piccola, l’affascinante pieve del XII secolo spesso viene scelta come luogo per la celebrazione di matrimoni. Per questo, anche se immersa nel bosco, la casa di accoglienza diventa di frequente mèta di incontri, saluti, e scambio di esperienze anche nel confronto con le persone più emarginate che vi sono accolte. La chiesa di pietre, dunque, diventa comunità di pietre vive. 

Una condivisione capace di contagiare

La casa ospita principalmente donne che provengono dal carcere, da un vissuto traumatico di tratta o altre violenze di genere, dalla psichiatria, da famiglie dissestate, dai corridoi umanitari per chi fugge dalla guerra e tante altre situazioni dolorose che richiedono aiuto e sostegno costante. 
«Ogni accoglienza lascia il segno nella casa – spiega Evelina. A volte sono situazioni più complicate e dolorose, quindi difficili da trattare e gestire. Altre volte è più bello perché si riesce subito a inserire e stabilire una relazione costruttiva per la persona, quindi molto efficace, che permette di costruire un bel percorso sin da subito.»

L’accoglienza che l’ha colpita di più è stata quella di una ragazza che nonostante le avversità subìte nel suo passato di vittima di sfruttamento ha comunque portato avanti un percorso prodigioso. Durante l’ospitalità di Patricia (nome di fantasia) ha lavorato e studiato contemporaneamente, riuscendo anche a prendere la patente. Ora è in una fase di autonomia, e sta finendo di studiare per poter svolgere il lavoro dei suoi sogni nel settore sanitario. E nel frattempo aiuta altre giovani donne uscite dalla violenza come lei, attraverso un programma di peer mentoring, ovvero tutoraggio e guida tra pari. 
«Ho sempre voluto aiutare le persone che hanno le stesse storie, culture, difficoltà che ho avuto io. Mi è di grande aiuto infatti ascoltare l’esperienza delle mie coetanee e di come hanno affrontato il trauma che io ho vissuto tanti anni fa, quando ero nel baratro e pensavo che fosse la mia fine. Grazie alle persone di fiducia della comunità che mi hanno sostenuto, ora posso aiutare altre donne. Anche se fosse solo una persona, per me sarà una grande esperienza!». Patricia sembra proprio aver respirato da Evelina stessa la passione per la cura dell’anima e del corpo. 

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La casa famiglia San Pietro è situata a Cedda (SI), nella canonica di una chiesa romanica della fine del XII secolo, lungo la via Romea, una delle vie Francigene.
falegnameria casa famiglia
Nella casa famiglia a Cedda (SI) c'è anche un piccolo laboratorio fai-da-te che coinvolge gli ospiti della casa
casa famiglia san pietro
La casa famiglia San Pietro è situata a Cedda (SI), nella canonica di una chiesa romanica della fine del XII secolo, lungo la via Romea, una delle vie Francigene.

A stretto contatto con la natura che guarisce

Ma la ricchezza di questa realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII non finisce qui. La collina senese permette la produzione di diversi prodotti d’eccellenza. Essendo Evelina un’appassionata di erbe aromatiche e medicinali e di artigianato ha avviato una produzione casalinga di creme, unguenti, sottolio, sottaceti, tisane, essiccati, saponi, sciroppi, cuscini di nocciole e paglia, e molte altre idee. La natura intorno alla casa-famiglia San Pietro regala tante opportunità, compreso il piccolo allevamento di galline. L’idea è nata dall’esigenza che ogni donna accolta possa essere coinvolta in una stabile quotidianità che le permetta di rendersi utile insieme anche agli altri ospiti della casa. La collocazione della realtà tra campi e boschi favorisce la coltivazione e l’allevamento, oltre che la possibilità di prendersi cura della natura anche per motivi terapeutici. L'idea che si vuole ricreare è quella di una serie di lavori a catena che coinvolgano tutti, dalla raccolta alla lavorazione. Questo contesto permette che ognuno abbia un ruolo e si senta protagonista della produzione. Visitando questa esperienza comunitaria originale, ho scoperto, per esempio, che si possono realizzare cuscini con pula di farro e noccioli di ciliegia, che un pollaio può avere una valenza terapeutica, che dalla pianta di iperico si può ottenere un unguento utile per dermatiti, scottature, punture di insetti, e per cicatrizzare le ferite.

Essendo sulla via francigena, succede a volte che alcuni pellegrini si fermino a chiedere da mangiare o di visitare la chiesetta accanto. Questo permette di far conoscere la casa e di poter condividere momenti sociali con i pellegrini, creando uno scambio di storie unico.  
«L'amore non sta nell'altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. – ha scritto il famoso scrittore brasiliano Paulo Coelho – Ma, perché questo accada, abbiamo bisogno dell'altro. L'universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni». E in questa casa di accoglienza, dove la condivisione è tanta, è palpabile il fatto che ognuno può essere una risorsa per l’altro e che, se alla quotidianità non si partecipa tutti, l’armonia non si sente più.