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12 Settembre 2023

Rapporto Legambiente 2023: aumentano i reati ambientali

19.530 reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane, +3,2% rispetto al 2021. Cemento illegale, inquinamento e maladepurazione, pesca di frodo: ecco le cause del "Mare Monstrum" nel rapporto Legambiente 2023.
Rapporto Legambiente 2023: aumentano i reati ambientali
Foto di Luciann Photography
Nel suo rapporto annuale, Legambiente presenta i dati chiave riguardanti la tutela dei nostri mari: gli ambiti d'azione dell'illegalità, gli ingenti investimenti economici per le attività di controllo, le proposte per rafforzare la salvaguardia del patrimonio naturale del nostro Paese.
L'Italia affronta un crescente problema di illegalità ambientale lungo le sue coste e nei mari. Tuttavia, le autorità marittime e le forze dell'ordine stanno intensificando i loro sforzi di controllo. Ecco i dati presentati dal rapporto "Mare Monstrum" di Legambiente.

Il ciclo illegale del cemento

Nel 2022, il numero di reati ambientali in Italia è salito a 19.530, registrando un aumento del 3,2% rispetto all'anno precedente. Gli illeciti amministrativi sono cresciuti del 13,1%, raggiungendo quota 44.444.
Un problema predominante è rappresentato dal ciclo illegale del cemento, che va dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche all'abusivismo edilizio. Questi reati costituiscono da soli il 52,9% di tutti i reati registrati, con un totale di 10.337 casi.
 
INQUINAMENTO - mare
Foto di Naja Bertolt
Altri fenomeni di illegalità rientrano sotto la voce del "mare inquinato", con 4.730 illeciti penali. Questi includono la cattiva depurazione delle acque e lo smaltimento illegale dei rifiuti. La pesca di frodo ha causato 3.839 reati. In totale, sono state rilevate 8,7 infrazioni per ogni chilometro di costa (erano state 7,5 nel 2021), una ogni 115 metri.

Impatto economico e regioni più colpite

L'attività di controllo da parte delle Capitanerie di Porto e delle forze dell'ordine ha comportato un impatto economico di oltre 486 milioni di euro, sebbene in calo del 22,3% rispetto al 2021. Questo è dovuto al fatto che sono aumentati i controlli effettuati, che sono passati da 520.000 a 664.175, registrando un incremento del 27,7% rispetto all'anno precedente. Sono state contestate 27.366 infrazioni, con una media di 75 al giorno. Il numero di persone denunciate o arrestate è cresciuto del 29,6% rispetto al 2021.
 
Anche le sanzioni amministrative sono aumentate notevolmente, raggiungendo quota 31.586, con un valore complessivo di oltre 90 milioni di euro, un incremento del 147% rispetto all'anno precedente.

Le 8 proposte di Legambiente

Nel rapporto, presentato alla vigilia dell'anniversario dell'uccisione del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità, si legge inoltre che il 48,7% dei reati si registra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati (il 17,1% del totale nazionale), seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria.
La Basilicata è, invece, in testa per numero di infrazioni per km di costa (32,7 per ogni km) seguita dall'Emilia-Romagna, dal Molise, dall'Abruzzo e dal Veneto.

Report Mare Monstrum


Legambiente avanza otto proposte per rafforzare la tutela del mare:
 
  1. ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  2. rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
  3. rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
  4. efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
  5. migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA), approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
  6. regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
  7. promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa;
  8. attuare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.
​​“L’importante lavoro, testimoniato dai numeri pubblicati da Mare Monstrum, di Capitanerie di porto e forze dell’ordine – aggiunge Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – deve essere quanto prima accompagnato da un impegno decisamente più significativo da parte di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli comuni alle Regioni, dal parlamento al governo”.