L'Italia ha una lunga vocazione forestale, ma spesso i boschi sono gestiti per produrre legna a breve termine, vanificando il loro potenziale come polmoni verdi. Un gruppo di cittadini ha acquistato un bosco sull'Appennino per lasciarlo crescere indisturbato e rigenerare l'ambiente e la fauna.
Il nostro continente ha sempre avuto una vocazione forestale, grazie al clima oceanico, che garantisce piogge sufficienti a far crescere alberi in quasi ogni angolo del territorio. Oggi sappiamo che gli alberi possono svolgere un ruolo centrale nel “ripulire l’atmosfera”.
Gli alberi sequestrano il carbonio dell’aria, lo usano per costruire il legno (ogni albero è costituito al 50 % da carbonio), lo smaltiscono poi nel suolo forestale, dove reagisce con le rocce e viene quindi smaltito per ere geologiche. Il suolo forestale prodotto dai boschi è quello che ci ha permesso di fare agricoltura, un vero “dono del cielo”. È quindi importante piantare alberi. Ma ancora più importante è far crescere quelli che già ci sono.
In Italia abbiamo boschi, ma sono in gran parte molto giovani, perché vengono tagliati ogni 15 o 20 anni per produrre legna da ardere (gestione a ceduo). Quindi, il carbonio immagazzinato in decenni ritorna in atmosfera nel giro di tre mesi. Con tale trattamento, i boschi non riescono ad espletare appieno le loro funzioni (produzione di suolo, acqua, regolazione delle temperature, ricreatività). Rispetto a quelli appena piantati, gli alberi giovani crescono rapidamente (a volte oltre 100 cm all’anno in altezza), non hanno bisogno di cure e forniscono già i loro preziosi servizi; hanno solo bisogno di tempo per garantire tutti i benefici di cui sono capaci. Consapevole di tutto ciò, un gruppo di 14 persone ha deciso di mettere assieme le forze: Così, è stato possibile acquistare un bosco di 34 ettari sull’Appennino tra Pesaro e Perugia (Apecchio).
Il bosco, non più tagliato, servirà a ripulire l'atmosfera e offrire bellezza.Tutti possono già goderne e sono benvenuti (esclusi mezzi a motore). I sistemi di rilevamento faunistico collocati dall’organizzazione hanno mostrato la presenza di una fauna ricca e con una evidente tendenza ad un aumento delle specie, in qualità e in quantità. Il bosco è stato chiamato “Bosco per Sempre Regina”. Regina era una appassionata escursionista, scomparsa prematuramente. Ora, lo sforzo è triplicare la superficie, mediante nuove acquisizioni, ove sperimentare anche forme di restauro forestale attivo. Sarebbe bene che i boschi sottratti al taglio raso potessero essere utilizzati quali forma di compensazione da parte delle industrie produttrici di gas climalteranti.
In Italia vi sono associazioni e fondazioni, come ad esempio il Fondo Biodiversità e Foreste, che acquisiscono boschi per sottrarli al taglio. Perché allora non mettersi insieme, come gruppo di amici, oppure associarsi a queste fondazioni e comprare un bosco che possa crescere indisturbato?