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2 Agosto 2023

Conferenza sviluppo e migrazioni. Quali obiettivi?

A Roma i leader del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e dell'Africa affrontano i fattori politici, socio-economici e climatici che spingono alla migrazione. Contrasto alla tratta di esseri umani.
Conferenza sviluppo e migrazioni. Quali obiettivi?
Foto di Angelo Carconi
Le Ong preoccupate per gli accordi tra la Ue e i governi non democratici per la gestione dei flussi migratori. A rischio i diritti umani.
A Roma il 23 luglio, il Governo italiano ha presieduto la prima “Conferenza sullo sviluppo e la migrazione” che ha riunito i leader del Mediterraneo allargato con lo scopo di definire un approccio più efficace alla questione della migrazione, «per rinnovare l'impegno comune ad affrontare i fattori politici, socio-economici e climatici che spingono alla migrazione e allo sfollamento forzato a livello internazionale, a promuovere percorsi legali e sicuri per la migrazione e a contrastare più efficacemente la tratta di esseri umani e il traffico di migranti» come è stato ribadito nel documento conclusivo. 

Ha inizio il “Processo di Roma”

Presso il palazzo della Farnesina si è realizzato il primo livello del c.d. Processo di Roma (“Roma Process”), il programma politico diplomatico a medio termine che il Governo di Giorgia Meloni vuole mettere in atto nel corso della legislatura, annunciato e conosciuto come “Nuovo Piano Mattei" per l’Africa.
Questo primo step con la Conferenza sulla Migrazione è stato preceduto da un'intensa attività preparatoria e da una settimana di appuntamenti internazionali della Presidenza del Consiglio, tra cui il G20 in Indonesia a un mese dall'inizio del mandato e il recente vertice presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) con sede a Roma.

L'evento con la partecipazione dell’Europa rappresentata dalla presidenza della Commissione e durato un giorno, ha portato a un accordo sulle misure da adottare per contrastare i flussi migratori illegali e affrontare le cause alla radice dell'emigrazione, attraverso un mix di cooperazione e investimenti promossi dal Governo italiano.
Oltre 20 Paesi hanno promesso di mettere a disposizione fondi e di sostenere il "Processo di Roma", che si svilupperà nell'arco di diversi anni. Il prossimo passo sarà una conferenza dei donatori, con Paesi, come gli Emirati Arabi Uniti, che hanno già promesso di fornire aiuti per 100 milioni di dollari per eventuali progetti.

Piano strategico: cooperazione migratoria e investimenti 

L'essenza del c.d. Nuovo Piano Mattei ora avviato col “Processo di Roma”, consiste in un quadro di relazioni internazionali, con una combinazione di cooperazione migratoria, investimenti energetici e di sviluppo per promuovere la crescita reciproca e affrontare diverse questioni in parallelo; nell’idea della premier Meloni l’Italia può essere una «cerniera naturale e un ponte energetico tra il Mediterraneo e l'Europa».
In questa direzione si era mosso anche il precedente Governo Draghi, soprattutto a seguito dell’invasione Russa in Ucraina, ma l’impulso dell’attuale esecutivo è stato certamente determinante. 
Un risultato recente è l’accordo da 8 miliardi di dollari che l'Eni ha concluso a fine gennaio con la Libia e che prevede un aumento delle forniture di gas all'Italia, oltre a progetti di cattura del carbonio e investimenti nell'energia solare nel Paese.
La premier inoltre ha visitato anche l'Algeria e ha ricevuto a Roma i presidenti di Etiopia e Somalia, mentre diplomatici e funzionari italiani hanno viaggiato in tutta la regione Middle East and North Africa e hanno concluso accordi in tal senso con visite anche in Turchia, Tunisia e Azerbaigian.

L’accordo Ue - Tunisia preoccupa le organizzazioni umanitarie

La Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, anch'essa presente alla Conferenza di Roma, ha definito il nuovo partenariato strategico, di recente concluso tra l'Unione europea e la Tunisia,  - come "un modello" e "un modello per il futuro"  per i partenariati dell'UE con altri Paesi della regione nell'ottica del "Processo di Roma".
Tuttavia il fatto che sia proprio questo "Memorandum of Understanding" a costituire il modello di questa coalizione internazionale per affrontare le cause alla radice dell'emigrazione suscita grande preoccupazione delle organizzazioni umanitarie che operano a tutela dei migranti e rifugiati e degli attivisti della società civile.
I partenariati sulla gestione delle frontiere, appena firmati o in via di definizione, tra l’Ue e governi non democratici o responsabili di politiche repressive violente, e le conseguenze sui diritti umani sono molto gravi; sono peraltro di pubblica evidenza nelle cronache recenti, gli abusi, ampiamente documentati, da parte delle autorità tunisine verso i migranti.
Considerare partners strategici per la gestione dei flussi migratori, governi autoritari e non trasparenti, o quelli in cui la repressione del dissenso civico è diventata endemica, (tra cui Egitto e Libia), rende in realtà queste “cooperazioni” dei veri e propri processi di esternalizzazione dei confini europei e creano aree grigie in cui vengono perpetrate violenza, pratiche di sorveglianza e di detenzione abusive nei confronti di migranti e rifugiati.
Senza il pilastro della condizionalità del rispetto dei diritti umani come base di ogni accordo di partenariato, la volontà e la determinazione dell’Italia e dell’Unione europea nel suo complesso, finisce per porsi in netta antitesi con ogni progetto di gestione ordinata e sicura dei flussi migratori divenendo solamente un contenimento degli arrivi sulle coste italiane e d’Europa, tramite il finanziamento di regimi che hanno cancellato ogni garanzia democratica al proprio interno.

In buona sostanza i migranti potrebbero divenire una sorta di “merce di scambio” anche per gli investimenti energetici e di sviluppo in paesi che tutto sono fuorché “paesi sicuri” rischiando di trasformare il c.d. Piano Mattei da politica “non predatoria” a politica “manipolatoria.
L'apertura di nuove rotte legali e il contrasto alla migrazione irregolare tra i nostri continenti può creare un'alternativa reale e sicura ai pericolosi viaggi in mare solo se è rispettosa dei diritti umani.

African counter summit, l'altra conferenza

D’altro canto, mentre il Governo presiedeva la Conferenza, le ong Refugees in Libya e Mediterranea Saving Humans avevano organizzato, lAfrican counter summit, per raccontare la storia dei flussi migratori da una diversa prospettiva, dando spazio alle testimonianze dirette di persone attiviste e rifugiate, costrette a scappare dai paesi africani.
Un summit di vera e propria denuncia di quelli che le due ong chiamano “gli accordi della vergogna” e degli accordi militari e commerciali di Unione Europea e Italia, che sostengono i regimi dittatoriali e antidemocratici dei paesi rivieraschi del Mediterraneo e dei paesi subsahariani, in cambio del "blocco" dei migranti.

Processo di Roma, verso un cambiamento?

L’efficacia di questa nuova alleanza internazionale emersa dalla Conferenza di Roma, pur apprezzabile, è dunque ancora tutta da valutare; nella sostanza non si prevede possa portare a risultati particolarmente significativi in quanto, da un lato, si aggiunge ad una sovrabbondanza di patti, iniziative e processi già avviati nell'Ue per gestire la dimensione esterna della migrazione e dall’altro perché di fondo e oltre le dichiarazioni, gli intenti più forti della politica Europea paiono i medesimi: ottenere maggiore cooperazione soprattutto per arginare i flussi migratori e rimpatriare i migranti dai Paesi di origine e di transito in un’ottica sostanzialmente securitaria.