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27 Aprile 2022

La cooperativa sociale dove gli svantaggiati sono protagonisti

"Senza confini" a San Damiano d'Asti
La cooperativa sociale dove gli svantaggiati sono protagonisti
L'esperienza unica di chi è subentrato nella gestione di una cooperativa sociale esterna alla Comunità Papa Giovanni XXIII, portando l'impronta inconfondibile della condivisione diretta
«La nostra è l’unica cooperativa del Consorzio Condividere a non essere nata da un’idea della Comunità Papa Giovanni XXIII». A parlare è Bruno Maestri, responsabile della Cooperativa “Senza Confini” di San Damiano d’Asti.
Questa coopertativa nasce nel 1995 su proposta del parroco il quale, raccolti un po’ di soldi, incarica una volontaria di realizzare qualcosa per aiutare le persone senza lavoro del territorio.
Dal 1997 la cooperativa inizia ad operare con lavorazioni in conto terzi. Nel tempo si amplia ed evolve fino al 2012 quando per l’età avanzata dei responsabili si sceglie di cercare qualche ente o associazione a cui darla in gestione.
Dopo un anno come volontario per osservare la realtà, Bruno riporta una situazione non facile: conti non rosei, assunte molte più persone del necessario con problematiche diverse tra di loro, una gestione logistica difficile. Ma questa suona come una richiesta d’aiuto vera e propria.
«La quasi totalità degli assunti ha un qualche tipo di svantaggio e sono praticamente tutti soci lavoratori della cooperativa. Una cosa bella, ma anche non facile. Il bilancio va votato da tutti, anche da chi ha più difficoltà a intendere gli aspetti più tecnici della gestione della cooperativa».

Le persone fragili decidono come tutti i soci

E qui entra in gioco la fiducia che Bruno e la nuova gestione hanno saputo infondere nei soci.
Quando, per esempio, l’ASL ha dichiarato che per il tipo di lavorazione svolta il turno di lavoro non poteva essere di 8 ma di 6 ore, è stata l’Assemblea di tutti i soci a decidere la riduzione dell’orario di lavoro. Così i soggetti svantaggiati sono diventati protagonisti anche nell’ambito lavorativo.
La nuova gestione ha fatto ripartire la collaborazione con i servizi sociali per alcuni lavoratori svantaggiati già inseriti senza alcun progetto. Inoltre è stato aperto un centro di aggregazione (Colibrì) dove è inserito chi non riesce più a mantenere un impegno lavorativo vero e proprio oltre ad altre persone integrate in collaborazione con il Comune e altri enti dell’astigiano.
Questo centro ha dovuto interrompere le attività a causa della pandemia ma – assicura Bruno – «nel 2022 le attività ripartono!».

La scheda

Cooperativa sociale Senza Confini
La cooperativa sociale Senza Confini di Asti (AT) fa parte del consorzio Condividere della Comunità Papa Giovanni XXIII
La cooperativa ha circa 30 dipendenti e 6 volontari.
Le attività lavorative operano su 3 settori: lavorazioni in conto terzipulizie e cura del verde.
Il primo è quello che occupa la maggior parte del personale: sono lavori manuali svolti all’interno del capannone.
Vengono inseriti in queste attività persone con diversi tipi di svantaggi: ex tossicodipendenti, persone con ritardi mentali più o meno gravi, deficit fisici, sordomuti.
Per il centro di aggregazione Colibrì si prevede una ripartenza delle attività nel 2022 con l’inserimento di 3 persone.