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1 Agosto 2022

Cresce in Italia il consumo di suolo

Nel 2021 il valore più alto degli ultimi 10 anni
Cresce in Italia il consumo di suolo
Foto di Dominique Knobben
Così si perdono aree verdi, biodiversità, e si amplificano gli effetti degli eventi climatici estremi
Con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, e una velocità che supera i 2 metri quadrati al secondo, il consumo di suolo torna a crescere e nel 2021 sfiora i 70 km quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno. 
Il cemento ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, ovvero un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato.
È il consumo di suolo in Italia fotografato dal rapporto Snpa 2022 che, insieme alla cartografia satellitare di tutto il territorio e alle banche dati disponibili per ogni comune italiano, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo a livello nazionale, comunale e provinciale.

Stiamo perdendo 77 km quadrati all’anno di suolo libero

Tra il 2006 e il 2021, il Belpaese ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo, con una media di 77 kmq all’anno, a causa principalmente dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali che, rendendo il suolo impermeabile, oltre all’aumento degli allagamenti e delle ondate di calore, provoca la perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.
Anche il suolo consumato pro capite sta aumentando in Italia: si passa, infatti, dai circa 349 metri quadri nel 2012 ai circa 363 di oggi, in un trend in costante crescita.

Lombardia e Roma in cima alla classifica di consumo di suolo

A livello regionale la Valle d’Aosta è la regione con il consumo inferiore, ma aggiunge comunque più di 10 ettari alla sua superficie consumata. La Liguria è riuscita a contenere il nuovo consumo di suolo al di sotto dei 50 ettari, mentre Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Basilicata e Calabria si mantengono sotto ai 100 ettari. Gli incrementi maggiori sono avvenuti in Lombardia (con 883 ettari in più), Veneto (+684 ettari), Emilia-Romagna (+658), Piemonte (+630) e Puglia (+499).
Tra i comuni, Roma conferma la tendenza dell’ultimo periodo e anche quest’anno consuma più suolo di tutte le altre città italiane: in 12 mesi la Capitale perde altri 95 ettari di suolo. Inoltre, Venezia (+24 ettari relativi alla terraferma), Milano (+19), Napoli (+18), Perugia (+13), e L’Aquila (+12) sono i comuni capoluogo di regione con i maggiori aumenti.

Non solo capannoni ma anche pannelli fotovoltaici a terra

È vero che il consumo di suolo è principalmente dovuto alla costruzione di nuovi poli logistici, rilevati anche in aree a pericolosità idrogeologica elevata. Ma c’è una voce che fa crescere il consumo di suolo, di poco ma da tenere d’occhio: non per altro perché si parla di energia rinnovabile. 
Infatti, anche il fotovoltaico a terra produce consumo di suolo: sono poche le nuove istallazioni fotografate dal Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, si parla di 70 ettari nel 2021, ma gli scenari futuri prevedono un importante aumento nei prossimi anni stimato in oltre 50 mila ettari, circa 8 volte il consumo di suolo annuale.
Oggi, oltre 17 mila ettari sono occupati da questo tipo di impianti, in modo particolare in Puglia (6.123 ettari, circa il 35% di tutti gli impianti nazionali), in Emilia-Romagna (1.872) e nel Lazio (1.483).
La transizione energetica appena iniziata dovrà fare i conti anche questo aspetto.