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9 Aprile 2024
Ultima modifica: 9 Aprile 2024 ore 15:19

Dignitas infinita: uno sguardo alto e completo su tutte le dignità violate

Dignitas infinita, non solo maternità surrogata, per la prima volta un documento del Dicastero per la Dottrina della Fede si occupa di tutto ciò che viola la dignità umana: povertà, guerra, tratta degli essere umani, eutanasia e altri temi sociali.
Dignitas infinita: uno sguardo alto e completo su tutte le dignità violate
Foto di Antonio Cotrim
Dignitas infinita, prodotto dal Dicastero e controfirmato da Francesco, vuole spazzare via ingiustificate contrapposizioni, per indicare che la Chiesa ha una concezione della dignità umana così alta e completa che la porta a intervenire in tutte le situazioni in cui tale dignità è attaccata e calpestata.
Guardando ai titoli dei giornali italiani sembra che il Dicastero per la dottrina della fede abbia pubblicato un documento (la Dignitas infinita) solo per dire che il fenomeno della maternità surrogata deve diventare reato universale. Concetto, peraltro, già espresso da papa Francesco nel gennaio scorso, nel discorso al corpo diplomatico. Quindi un documento senza alcuna novità?
No! La novità c’è, eccome. Per la prima volta entrano in un documento ufficiale dell’ex Sant’Uffizio (che deve occuparsi di questioni legate alla dottrina della fede), temi come la povertà, la guerra, la tratta delle persone umane, e altri temi sociali. Ed è una novità che porta la firma dello stesso papa Francesco.
Lo rivela nell’introduzione il cardinale prefetto Victor Manuel Fernandez, dove, spiegando la lunga e meditata genesi (cinque anni) del documento, rivela che il pontefice gli ha chiesto «di evidenziare nel testo tematiche strettamente connesse al tema della dignità, come ad esempio il dramma della povertà, la situazione dei migranti, le violenze contro le donne, la tratta delle persone, la guerra ed altre».
Fino a questo momento nei documenti vaticani erano prevalenti, quando si parlava di dignità umana, le questioni bioetiche, cioè quelli che ai tempi del pontificato di Benedetto XVI, venivano chiamati valori non negoziabili.
Ora sembra che papa Francesco, allargando oltre i tradizionali temi bioetici l’elenco delle situazioni dove la dignità umana può essere compromessa, voglia gettare un ponte fra due sensibilità diverse presenti nella comunità ecclesiale. Usando, solo per comodità, i termini prevalenti nella narrazione giornalistica, si tratta della mentalità cosiddetta “progressista”, attenta ai temi delle povertà, della guerra, della giustizia sociale, e quella cosiddetta “conservatrice-tradizionalista”, storicamente più sensibile ai valori non negoziabili, individuati prevalentemente nei temi bioetici.

Il documento Dignitas infinita, prodotto dal Dicastero e controfirmato da Francesco, vuole spazzare via queste ingiustificate contrapposizioni, per indicare che la Chiesa ha una concezione della dignità umana così alta e completa che la porta a intervenire in tutte, proprio tutte, le situazioni in cui tale dignità è attaccata e calpestata. C’è comunque un ribaltamento di gerarchia: in Dignitas infinita i temi sociali precedono, nell’elenco, quelli sessuali e bioetici.
In un libro del 2014, scritto con il giornalista Paolo Rodari, il cardinale Fernandez spiegò come il pontificato di Francesco avrebbe portato ad espungere i principi non negoziabili dal primo posto nella predicazione della Chiesa in favore di una visione che presenta Dio come amore misericordioso e una Chiesa che si china sulle ferite dell’umano. E fece anche un esempio: se un parroco parla dieci volte di morale sessuale e solo due o tre volte di amore fraterno e di giustizia, c’è una sproporzione.
Il documento Dignitas infinita risponde a questa logica, ora che i due vecchi amici sono papa e prefetto del Dicastero della fede.
Il documento parte con questa dichiarazione di principio: «La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere, insistendo sempre “sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza”».

I diritti di tutti gli esseri umani

Fin dalle proprie origini la Chiesa, annunciando il Vangelo, ha affermato la libertà e ha promosso i diritti di tutti gli esseri umani. Il documento mostra come dall’inizio fino ai giorni nostri, il pensiero cristiano in ogni secolo abbia promosso la dignità umana.
Per chi ama la filosofia, è  interessante che siano citati Pico della Mirandola e il suo Discorso sulla dignità umana, il personalismo cristiano del XX secolo. Inoltre si rileva che «san J.H. Newman, il beato A. Rosmini, J. Maritain, E. Mounier, K. Rahner, H.U. von Balthasar, ed altri, sono riusciti a proporre una visione dell’uomo che può validamente dialogare con le correnti di pensiero del nostro inizio del XXI secolo, qualunque sia la loro ispirazione, anche post-moderna».
Dopo aver precisato i fondamenti biblici e teologici della dignità umana («che è pienamente riconoscibile anche dalla sola ragione»), il documento si inoltra nelle questioni attuali. Secondo una certa mentalità la dignità consisterebbe nella capacità dir ragionare, per cui il bambino non ancora nato, l’anziano non autosufficiente, i portatori di disabilità mentale non avrebbero dignità. «La Chiesa, al contrario, insiste sul fatto che la dignità di ogni persona umana, proprio perché intrinseca, rimane “al di là di ogni circostanza”, ed il suo riconoscimento non può assolutamente dipendere dal giudizio sulla capacità di intendere e di agire liberamente delle persone».

Il documento, inoltre, giudica la cultura dei “nuovi diritti”: «il concetto di dignità umana, a volte, viene usato in modo abusivo anche per giustificare una moltiplicazione arbitraria di nuovi diritti, molti dei quali spesso in contrasto con quelli originalmente definiti e non di rado posti in contrasto con il diritto fondamentale della vita,[41] come se si dovesse garantire la capacità di esprimere e di realizzare ogni preferenza individuale o desiderio soggettivo».

Le violazioni della dignità umana

Le gravi violazioni della dignità umana particolarmente attuali sono individuate nel dramma della povertà, nella guerra, nel travaglio dei migranti, nella tratta delle persone umane, negli abusi sessuali, nella violenza contro le donne, nell’aborto (ricordato l’impegno di santa Teresa di Calcutta), nella maternità surrogata (viola la dignità della donna e del bambino), nell’eutanasia e nel suicidio assistito (si utilizza il concetto di dignità umana per rivolgerlo contro la vita stessa), nello scarto dei diversamente abili, nella teoria del gender (ribadito il giudizio severo di Francesco), nel cambio di sesso (ammissibile solo per risolvere anomalie genetiche), nella violenza digitale.
Per capire un documento è interessante guardare alle fonti, rinvenibili nelle note. Dignitas infinita è debitrice ai predecessori di Francesco, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; al Catechismo della Chiesa cattolica, e soprattutto allo stesso Francesco, di cui sono citate la Fratelli tutti, la Laudato sii, la Laudate Deum, l’Amoris latitiae, e molti discorsi occasionali.