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3 Dicembre 2022
Ultima modifica: 3 Dicembre 2022 ore 07:30

Disabili: dall'assistenza a protagonisti della storia

Giornata per i diritti delle persone con disabilità, e le parole si sprecano: inclusione, ascolto, appartenenza, al centro nella società. È tempo di fare sul serio. Non parliamo più di "loro" ma di "noi".
Disabili: dall'assistenza a protagonisti della storia
Foto di Prazis Images
Il Dicastero per i Laici, la famiglia e la Vita ha ribadito l'urgenza di un cambiamento di mentalità. Basta pietismo e assistenzialismo ma una migliore qualità della vita.
Inclusione. Una parola che ha fatto ben sperare negli ultimi anni minori e adulti con disabilità e chi è impegnato al loro fianco, e ha influito e migliorato le politiche sulla disabilità.

Nella Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità voluta dalle Nazioni Unite nel 1992 e celebrata ogni 3 dicembre, di certo è utile riflettere sul significato più profondo dell'inclusione. Si intende che venga rimessa al centro la persona che di solito è ai margini, rimessa "dentro al cerchio" ovvero nella società, nella politica, nella scuola, nel lavoro, nelle relazioni affettive etc. Ma in realtà la sua naturale presenza c'è già! Basta ascoltarne la voce.
Penso ad Andrea che ha appena vinto la sua battaglia, dopo un lungo periodo di infortunio, e può ritornare al suo posto di lavoro, anche se per le sue difficoltà motorie andava riadattato. Penso a Sofia che ogni giorno va in parrocchia, è lettrice e chierichetta da anni, partecipa al coro, donna con sindrome di down pienamente coinvolta nella chiesa. 

Disabilità: cambio di mentalità uguale ad appartenenza

Appartenenza. Questa è la parola che alle persone con disabilità suona molto meglio. E anche ai familiari e ai loro amici. E in questo la Chiesa, ancora una volta, è stata profetica. Di recente, le ha coinvolte direttamente convocando movimenti e associazioni di tutto il mondo - dal Cile alla Polonia, dalle Filippine alla Liberia.
Ascoltando il loro punto di vista, gli ostacoli vissuti nel quotidiano, i diritti negati ma anche gli slanci alla partecipazione attiva, la voglia di vivere anche la dimensione spirituale in pienezza, le proposte per una migliore qualità della vita, il Dicastero per i Laici, la famiglia e la Vita ha ribadito l'urgenza di un cambiamento di mentalità.

Né speciali. Né distinti

Attraverso una speciale consultazione per il Sinodo, ha dato loro spazio per uscire da una logica di pietismo e assistenzialismo ancora troppo diffusa nella società, nelle famiglie, nelle comunità.
Appartenenza: «Riconoscersi tutti parte della stessa umanità vulnerabile» amata da Gesù. Compagni di viaggio e non oggetto esclusivo di accudimento. Né speciali. Né distinti tra "noi e loro", "noi per loro" o "noi con loro". Ma semplicemente "Noi"!

Un primo goal «per non lasciare indietro nessuno», può essere proprio questo: avviare in ogni settore delle consultazioni in cui ascoltare il punto di vista di chi appartiene già a quello spazio, ma vorrebbe entrare nella discussione da protagonista, non più da spettatore.