Il giubileo di don Oreste e la sua eredità di amore e giustizia si conclude oggi. Tantissimi gli appuntamenti che hanno cercato di comunicare la profezia del sacerdote apostolo degli ultimi.
Ogni anno, il 7 settembre, i bambini e i giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII, in tutto il mondo, festeggiano il “doncompleanno”, perché ancora vivo è l’affetto di “nonno Oreste”, come molti di loro erano soliti chiamare don Benzi. Ora che di anni ne avrebbe compiuti cento, non potevamo non festeggiarlo adeguatamente.
Per tutto il corso di quest'anno, abbiamo vissuto un giubileo nel giubileo, mettendo in evidenza la luce che grazie alla vita intensa di questo sacerdote si è irradiata a partire da Rimini prima in tutta Italia e poi nel mondo.
Proprio a Rimini la Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme alla Città e alla Diocesi, ha chiamato a raccolta tutti coloro che in qualche modo sono stati illuminati da quella luce con l’intento di restituirla al mondo in tre giorni di festa: le Giornate di don Oreste, che si concludono oggi 7 settembre.
È stupefacente ascoltare le testimonianze di coloro che hanno incontrato don Oreste: tutti sono stati contagiati in qualche modo dal suo carisma e dal suo impegno a difesa dei più fragili, dei più poveri, degli “ultimi”. Sono note, soprattutto per l’eco mediatico, molte sue battaglie a difesa proprio di “coloro che non hanno voce”: battaglie che hanno modificato l’andamento della storia, ancora attuali e attive.
Ma l’aspetto più coinvolgente e interessante è forse meno conosciuto. Il segreto che ha mosso don Oreste e ha attratto tante persone, soprattutto giovani, lo svela Giovanni Paolo Ramonda in libro intitolato Direzione Gesù. Don Oreste Benzi, freccia luminosa che orienta a Cristo.
Don Oreste era innamorato del suo sacerdozio e ci ha dato il gusto di fare bene il bene. Con il suo sorriso contagioso e la sua capacità di accogliere tutti ha annunciato con forza la potenza della condivisione di vita e la giustizia che ne deriva. Con il suo essere spregiudicato nell’amore ha innescato la rivoluzione dell’amore gratuito posto a fondamento della società a partire dalla famiglia fino alla politica (ministero della pace) e all’economia (economia di condivisione e società del gratuito).
Don Oreste era innamorato di Cristo, ma il suo era un Gesù simpatico, povero e vicino ai poveri. Con don Oreste abbiamo imparato la costanza di dire “sì” per fare il bene a piccoli passi. Da lui abbiamo appreso che Cristo è sorgente di ogni guarigione. Abbiamo imparato che “tutto è grazia” e a gioire di questo facendo festa. Grazie don Oreste, che ancora oggi ci fai cogliere il bene che c’è e ci fai venire voglia di impegnarci con tutte le nostre forze per costruire il bene che manca.
Allora festeggiamo: buon compleanno don Oreste!