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1 Novembre 2022
Ultima modifica: 1 Novembre 2022 ore 08:59

Morto? Ma ancora parla

15 anni fa la morte improvvisa di don Oreste Benzi. La testimonianza del vescovo di Rimini, tra i primi ad accorrere.
Morto? Ma ancora parla
Foto di Riccardo Ghinelli
Sono passati 15 anni da quella notte che portò la notizia della morte del sacerdote riminese, ma il suo spirito rimane vivo. Ecco come monsignor Lambiasi, allora vescovo di Rimini, ricorda quel momento.
Rimini, Episcopio, 2 novembre 2007, ore 5.20. Una vicenda di cui non riesco a parlare “al passato remoto”. Mi sembra un evento in diretta. Mi trovo a letto e dormo saporitamente. Il mio orologio biologico sta per scoccare. E invece all’improvviso il telefono si mette a squillare a tutto spiano. È don Aldo Amati che mi fulmina a raffica: «Questa notte don Oreste è morto. Se vuole, passo fra 5 minuti e l’accompagno alla Grotta Rossa». Salto i consueti riti della “manutenzione ordinaria” del mattino (caffè, doccia, barba) e con don Aldo ci precipitiamo alla canonica della Resurrezione. Arriviamo che è ancora buio. Si scorge appena un brulicare di ombre umane che si accalcano alla porta della casa. Sembrano uno sciame di api operaie. Un fruscio di sussurri e preghiere, di pianti e di canti. Registro un brusio: «Arriva il nuovo vescovo». Salgo al primo piano. In fondo al corridoio la porta della camera ardente è aperta: si entra a fatica. Da fuori allungo l’occhio e intravedo una floscia valigia di cartone, legata allo spago, su un vecchio armadio che gronda polvere. Chissà da quanto tempo qui il Don non ci dorme più! In effetti mi diranno tra poco che lui passava le pochissime ore di sonno in cucina, sulla poltrona della mamma Rosa. Mi fanno largo ed entro in una cameretta 3x4 dove la salma è stata appena composta. 

Morto? Lo guardo e mi sembra che dorma beato. Mi sento gorgogliare in cuore il Salmo: «Io sono quieto e sereno: come un bambino, dopo la poppata, in braccio alla mamma». Ma subito nell’intimo mi scatta il tumulto: «Don Oreste, ma cosa mi combini? Lo sai che io a Rimini ci sono venuto volentieri, anche perché tu mi avevi solennemente promesso che mi avresti aiutato. Bell’aiuto! Non sono passati neppure due mesi dal mio arrivo qui, che mi tocca cominciare con il funerale di un prete. E quel prete sei proprio tu!». 
Morto? Mi interrompe di scatto Kristian Gianfreda: «Ma sentite cosa ha lasciato scritto il Don per il commento al vangelo di oggi su Pane quotidiano: "Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio. La morte non è altro che il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni creatura”».
Morto, dunque? No, è una bugia. Parola del Don. Il quale è vivo e, appunto, parla ancora. 
Ma noi lo ascoltiamo?



Per ricordare don Oreste Benzi ci sono alcuni appuntamenti in diverse parti d'Italia.
In particolare ci sarà un evento a Rimini, uno a Cuneo, uno a Legnago (VR) e tanti altri (guarda la pagina eventi di semprenews)