6 Settembre 2025
Ultima modifica: 6 Settembre 2025 ore 22:48
Don Oreste, come tu fossi qui
Al teatro Galli di Rimini, testimonianze e confronto sull'eredità di don Benzi
Foto di Alessio Zamboni
Tra testimonianze, ritagli video di don Oreste e qualche stacco musicale, affiora il mondo capovolto di don Benzi, simpatico e pieno di speranza
Al Teatro Galli, il più prestigioso di Rimini, è andata in scena Sabato 6 settembre pomeriggio la conferenza “Come se tu fossi qui”, uno dei momenti più significativi della tre giorni benziana per celebrare il Centenario della nascita del prete della tonaca lisa. A moderare è Filippo Gaudenzi, giornalista Rai, volto storico del Tg1.
«Oggi l'eredità di don Oreste vive in tanti di noi, non solo in quelli della Papa Giovanni ma in tutti coloro che lui ha incontrato e nei tanti ragazzi che hanno sete di incontrare i poveri. La sua eredità rivive in tutti coloro che cercano la civiltà dell'amore, quella che lui chiamava Società del gratuito in contrapposizione a quella del profitto, che ha in sé la guerra». Con queste parole Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII ha fatto memoria di don Oreste Benzi.
«Non basta invocare la pace, occorre costruirla – ha continuato Fadda –. E non lo si fa con le dichiarazioni diplomatiche, ma mettendo in crisi dall’interno tutti quei meccanismi che generano ingiustizia, guerre e distruzione. Serve una rivoluzione silenziosa, operosa e quotidiana che parta dal basso».
Il mondo capovolto di don Oreste Benzi
Dopo un video introduttivo è Lucia Bellaspiga che racconta don Oreste, lei che lo ha intervistato decine di volte. «La famiglia è il cuore del messaggio di don Oreste, per questo nel logo dell'associazione la stilizzazione del 23esimo a forma di famiglia è geniale». E continua: «Il ricordo che io ho dentro è il giorno del funerale, fu una festa gigantesca del suo popolo. Io ero nel settore degli zingari e ricordo che, mentre io lavoravo in giro per l'assemblea, loro mi custodivano la borsa. Quello del don era un mondo capovolto».
A seguire l'intervento di Kristian Gianfreda, assessore al sociale, intervenuto con la fascia tricolore in rappresentanza del Sindaco di Rimini. «Io sono entrato nella Papa Giovanni dalla porta della Capanna di Betlemme, che è la casa di accoglienza dei senzatetto. Vivere insieme ai barboni mi ha reso uomo, cittadino e ho capito quali sono le priorità nella vita. Don Oreste ripeteva che bisogna fare entrare i barboni nella stanza dei bottoni».
Gaudenzi si sposta in mezzo al pubblico. «Don Benzi ha avuto la capacità di tirare fuori da dentro di me che sono disabile delle possibilità di cui io non ero consapevole».
A Elisabetta Casadei, postulatrice della causa di beatificazione, chiede a che punto siamo col processo. «La Chiesa richiede un miracolo. Ma il punto è che don Oreste diceva sempre che non voleva essere santo da solo perché la Chiesa ha bisogno di un popolo santo. Sandra Sabattini ha aperto la strada e ora tutti aspettano don Oreste».
Frattanto gli interventi sono tutti intercalati da brevi video di don Benzi.
Il Vescovo Nicolò Anselmi porta il suo ricordo dell'incontro con don Benzi nel 2001 per il G8 a Genova. «Sono due anni che sono qui a Rimini e posso dire che l'ho conosciuto attraverso le persone che vivono il suo carisma. Quest'uomo speciale era prima di tutto un uomo di preghiera,
si vede chiaramente che non venivano tutte da lui le sue idee. Lui si riempiva dello Spirito Santo e poi le metteva in pratica». Il Vescovo ha concluso il suo intervento con la chitarra in mano e intonando la Canzone del sole di Battisti.