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1 Novembre 2021
Ultima modifica: 9 Novembre 2021 ore 09:37

La postulatrice di don Benzi: «Ora tocca a lui compiere un miracolo!»

In occasione della Festa di tutti i santi, la teologa Elisabetta Casadei ci spiega a che punto è la sua causa di beatificazione e i criteri con cui la Chiesa riconosce la santità.
La postulatrice di don Benzi: «Ora tocca a lui compiere un miracolo!»
Foto di Riccardo Ghinelli
Quattordici anni fa, il 2 novembre 2007, don Oreste Benzi concludeva la sua vita terrena. Sono tante le persone che testimoniano di aver ottenuto delle grazie dopo aver pregato il sacerdote. Ora, per diventare beato, serve un miracolo.
Per molti era già santo in vita, figuriamoci dopo la morte. Se fosse bastata l’acclamazione popolare, come avveniva nella Chiesa antica, il Servo di Dio don Oreste Benzi, che ha lasciato questa terra la notte tra l’1 e il 2 novembre del 2007, santo lo sarebbe già.
La  fama di santità che ha preceduto la sua morte, ha fatto sì che il 27 settembre 2014, venisse aperto a Rimini il processo cognizionale diocesano, con il compito di indagare sulla vita, le virtù cardinali e teologali e la sua fama di santità, processo conclusosi il 23 novembre 2019 alla Cattedrale di Rimini.
 

A 14 anni dalla morte questo testimone e profeta per le sfide del nostro tempo, continua ad operare. Solo poche settimane fa è stata proclamata beata Sandra Sabattini, sua discepola spirituale. Un riconoscimento di come la passione e la tenacia nel vivere un carisma riconosciuto dalla Chiesa sul solco tracciato da don Oreste, portino alla santità.

A che punto è la causa di beatificazione di don Benzi

Mentre Sandra è ora beata, il cammino di beatificazione di don Oreste Benzi sta proseguendo a Roma. 18.632 pagine di atti frutto della fase diocesana: gli scritti, le deposizioni dei testimoni, raccolte in 56 volumi, al vaglio ora della Congregazione delle Cause dei Santi.
Incaricata dalla Papa Giovanni - attore della causa di don Benzi – a seguire la fase romana è la postulatrice Elisabetta Casadei, già postulatrice della prima fase riminese. Teologa, docente di Filosofia, presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e all’ISSR «A. Marvelli» della Diocesi di Rimini.

La postulatrice Elisabetta Casadei
La postulatrice Elisabetta Casadei


L’abbiamo raggiunta al telefono a Roma dove vive, per avere un quadro aggiornato sull’iter della causa di beatificazione di don Benzi.
«È a un buon punto – risponde soddisfatta Elisabetta Casadei –, ma è solo ad un quarto del percorso. La Congregazione ha approvato con decreto di validità tutto il lavoro svolto durante la fase diocesana, bruciando i tempi, direi.  Se per la “Beata Sandra” c’era voluto un anno per l’approvazione, per don Oreste, rispetto alla mole di materiale a disposizione, ce ne aspettavamo almeno due. Invece nel giro di un mese e mezzo c’è stata l’approvazione. Pensiamo che ci sia stato lo zampino di qualcuno lassù, che ha tirato fuori don Oreste dalla pila delle cause. A parte le battute, ora l’altra metà del percorso la deve fare don Oreste: finché non ci sarà un miracolo la causa non potrà arrivare alla beatificazione. Per quanto riguarda il nostro compito siamo pronti per scrivere la Positio.»

La Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis

Ci puoi spiegare in due parole cos’è la Positio?
«È un dossier che raccoglie una ricostruzione della vita di don Oreste Benzi, un riassunto di tutte le testimonianze, i documenti più importanti. Nella parte che riguarda l’informatio si dice come don Oreste ha vissuto in modo eroico le virtù teologali: fede, speranza e carità, e le virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. La Positio poi viene presentata al parere dei teologi, ai vescovi e ai cardinali membri della Congregazione. Se il giudizio è positivo verrà sottoposta al Papa, il quale autorizzerà la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto di venerabilità.»

Chiusura causa di beatificazione don Benzi
23 novembre 2019. Sessione di chiusura della causa di beatificazione di don Oreste Benzi al duomo di Rimini. Tra i protagonisti del processo, al centro, anche la postulatrice Elisabetta Casadei.
Foto di Riccardo Ghinelli


Quindi manca ancora il miracolo?
«Per diventare beato dovrà essere attribuito per intercessione di don Oreste un miracolo, due per diventare santo. Ogni miracolo richiederà l’apertura di un nuovo processo diocesano con tutto quello che consegue.».

Con Gaudete et exsultate, l'esortazione apostolica scritta dal Papa nel 2018 sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, cambia qualcosa nell’iter verso la santità?
«Il Papa ha fatto una riflessione sulla santità, su che cos’è la vera virtù cristiana. I cristiani si distinguono da come vivono le beatitudini e quindi ecco la santità dei piccoli, degli umili, delle persone normali. Noi siamo abituati a pensare ai santi del santino con l’aureola, immacolati, ma quando arrivano alla Congregazione dei Santi delle cause immacolate, di persone che dalla nascita alla morte sembra siano vissute perfettamente, queste cause non vanno avanti perché c’è qualcosa che non va. Le virtù cristiane crescono, si sviluppano, maturano, non si nasce santi. Se fosse così la Congregazione dovrebbe chiudere.»

La fama di santità di don Oreste Benzi

 
Domenica 24 ottobre si è svolta la beatificazione di Sandra. Il Papa nell’annunciare la beatificazione all’Angelus ha detto: «Si dedicò con entusiasmo al servizio dei più deboli nel solco del carisma del Servo di Dio, don Oreste Benzi». È una forma di riconoscimento che può influire anche sulla causa di canonizzazione di don Oreste?
«Il Papa ha citato don Oreste anche di ritorno da un viaggio apostolico. Tutto questo riguarda la fama di santità, l’opinione che questo sacerdote abbia vissuto la vita cristiana in modo eroico, non certo in modo comune come possono vivere tutti gli altri cristiani. Non dimentichiamo che don Oreste ha fondato case famiglia in tutto il mondo e ha recuperato migliaia di persone dalla droga o da altre forme di schiavitù.»

In occassione del 2 novembre, anniversario della sua "nascita al cielo", don Oreste viene ricordato con messe e testimonianze in varie parti del mondo. Quanto è importante per la canonizzazione la fama di santità?
«Esorto caldamente a continuare e a sviluppare questi momenti di conoscenza della persona e della vita di don Oreste. Si pensi solo al fatto che una causa non inizia se non c’è la fama di santità, se non c’è un’opinione diffusa tra i fedeli che quella persona ha vissuto in modo eroico. La fama di santità deve crescere, perché chi conosce don Oreste poi lo prega.»

Le grazie ricevute da don Oreste Benzi 

Nelle cause si parla anche di "fama dei segni", cosa si intende?
«È l’opinione diffusa tra i fedeli che si sono ricevute grazie e favori attraverso l’intercessione di don Oreste.»
 
 A questo proposito ci sono testimonianze di grazie o di guarigioni ottenute dal Servo di Dio?
«Sì, ci sono persone che testimoniano che don Oreste è intervenuto ad ottenere grazie: la buona nascita di un bimbo, un’operazione chirurgica andata bene. Una dottoressa, ad esempio, ha raccontato di essere guarita da un tumore grave, ha sentito don Oreste accanto a sé che le ha dato pace, che l’ha aiutata ad affrontare la malattia e una situazione spiacevole della sua vita. Mi ha scritto anche un ragazzo nigeriano, privo di un occhio per un trauma infantile legato alla guerra civile nel suo paese, e mi ha racontato che dopo molti tentativi falliti di ottenere l'invalidità e di trovare un lavoro, ora ha conseguito l'una e l'altro "dopo assidue preghiere da parte mia al caro Don Oreste Benzi". Per ora non si parla di veri e propri miracoli, ma certamente di grazie ricevute.» 
 
Se qualcuno avesse notizie di grazie o ipotetiche guarigioni a chi le deve segnalare?
«C’è un sito apposito: Fondazione don Oreste Benzi, e le grazie vanno segnalate nella parte dedicata alla Causa di Beatificazione inviandole a: infocentromarvelli@gmail.com