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15 Settembre 2023

Don Pino Puglisi, il prete che sorrise al suo assassino

Don Puglisi assassinato dalla mafia trent'anni fa. La sua vita ispirazione per molti. La voce di don Aristide che per anni, sul suo esempio, ha operato nel quartiere bunker di Librino a Catania, regno dello spaccio.
Don Pino Puglisi, il prete che sorrise al suo assassino
15 settembre di 1993, la mafia uccideva a Palermo il sacerdote che lottava contro le ingiustizie, per riscattare il quartiere Brancaccio. Puglisi: «È importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti».
Trenta anni dopo il martirio di Don Pino Puglisi la Chiesa di Sicilia insieme a tutti i cristiani raccoglie a piene mani i frutti del dono della sua vita stroncata dalla mafia che lo ha ucciso in odio alla sua fede, in odio al Vangelo di Gesù Cristo da lui annunziato con l’eloquenza del suo ministero.

La lettera di Papa Francesco a 30 anni dalla morte di Don Pino Puglisi

Papa Francesco in occasione di questo anniversario ha indirizzato alla Chiesa Palermitana e a tutti i sacerdoti della Sicilia parole forti ed audaci: «Vi esorto a non fermarvi di fronte alle numerose piaghe umane e sociali del nostro tempo. È urgente l’opzione preferenziale verso i poveri».

Don Pino ha orientato tutta la sua vita e il suo ministero sacerdotale in questa opzione verso gli ultimi. Convinto che il Vangelo deve essere annunziato dai “tetti” della vita dei poveri, dalle periferie esistenziali dell’uomo.
Ha guardato sorridendo il killer che era stato ingaggiato dalla mafia per ucciderlo dicendo: «Me lo aspettavo».
Quel sorriso dopo trenta anni continua a sconvolgere ed attivare in chi lo riceve la forza dirompente del Vangelo vivo di Cristo.
La mafia scelse il giorno del suo 56° compleanno per ucciderlo, oggi avrebbe 86 anni.

Me lo aspettavo
Don Pino Puglisi

Chi è Don Pino Puglisi

Nato il 15 settembre del 1937 ed entrato in seminario nel 1953, Puglisi fu ordinato sacerdote nel 1960 dal cardinale Ernesto Ruffini. Visse gli anni della formazione e del ministero introiettando due modi di interpretare la missione della Chiesa e del sacerdozio uno ligio alla tradizione, l’altro arricchito dalle istanze emerse in seno al Concilio Vaticano II. Prete illuminato e forgiato dalla Parola di Dio.
Nel 1970 viene inviato dal Vescovo parroco a Godrano, un comune della città metropolitana di Palermo in Sicilia, si trova ad operare in un clima di odio alimentato da  faide mafiosa tra famiglie nemiche.
Con il dialogo e la mitezza riesce ad essere strumento di riconciliazione e pacificazione.
Il 29 settembre 1990 viene nominato Parroco a San Gaetano a Brancaccio, quartiere di Palermo, comandato dalla mafia dei fratelli Graviano legati ai Bagarella.

Giovani protagonisti del proprio futuro, no vittime della mafia

Il ministero di Don Pino in questo rione non è quello del prete anti mafia quanto quello del pastore che si pone con il suo gregge con i sentimenti dell’ascolto, del dialogo con parresia.  La mafia pronta a tollerare un prete barricato in sacrestia, pronto a benedire ed ad organizzare feste religiose finanziate dai boss “benefattori” si trovò spiazzata ed indispettita di fronte ad un sacerdote mite e forte sempre in cammino ed in dialogo, sulle strade del quartiere, attento ai bisogni di tutti, ma non disponibile ad accogliere le richieste dei mafiosi che tentavano invano di sottometterlo alla loro supremazia.
Nel discreto ma efficace ministero Don Pino intuì con chiarezza che alla proposta di manovalanza mafiosa che i boss proponevano ai ragazzini in cambio di soldi facili e al “prestigio” di “picciotto” del Padrino era urgente contrapporre la proposta concreta di un luogo sicuro dove poter valorizzare i propri talenti con lo studio e la capacità critica di leggere il proprio tempo, per diventare protagonisti del proprio futuro con un lavoro onesto vissuto nella legalità.

Se ognuno fa qualcosa, allora possiamo fare molto
Don Pino Puglisi

Il centro di aggregazione Padre Nostro, occasione di riscatto

Centro accoglienza Padre Nostro
 
Nasce così il centro culturale e di aggregazione Padre Nostro.
I ragazzi avevano così l’opportunità di opporsi alle proposte della malavita e di aderire in modo gioioso e creativo alla realizzazione di un progetto di vita diverso e libero dalle logiche mafiose.
Questo vento nuovo mite ma incisivo, lentamente incise ed infastidì i piani dei Boss del quartiere.
Nonostante le minacce Don Pino continuò ad ascoltare, consolare ed accogliere nel nome di Cristo il popolo che gli era stato affidato, con tenera predilezione verso i poveri ed i fragili. Senza riserve con amore sino alla fine, sino al quel 15 settembre 1993.
Insieme all’eredità dei grandi uomini e profeti della nostra terra: Falcone, Borsellino, il giudice martire Livatino, Puglisi, con il dono della sua vita, consegna a noi, Figli di questa meravigliosa terra di Sicilia, il testimone per continuare ad annunciare Cristo e lottare contro ogni forma di mafia e di illegalità che come cancro che silenziosamente si spande minaccia la vita del nostro popolo dei nostri giovani.
«Se ognuno fa qualcosa, allora possiamo fare molto», amava dire Don Pino.

L'eredità di Don Pino Puglisi: ascolto, accoglienza e pazienza

Certamente la sua testimonianza ha orientato e illuminato il mio cammino vocazionale e presbiterale, come quello di molti confratelli della nostra amata Sicilia impegnati in vari fronti del nostro territorio.

Dinnanzi alla eloquente testimonianza del Martirio e della vita di Don Pino, ho fatto molta fatica a parlare di me e del mio piccolo servizio in periferia. È più efficace parlare della sua Vita. Noi facciamo solo il nostro piccolo servizio.
Il resto lo fa Il Signore. Dopo il Covid, il Vescovo mi ha trasferito in un altro quartiere di periferia . Ora non sono più a Librino, ma il Signore apre sempre strade nuove per vivere la condivisione con i poveri.

Don Aristide (al centro) in momento che esprime la forza e la gioia del vivere accanto, insieme alla gente del quartiere.

 
Sento viva l’esigenza di impegnarmi nelle periferie della mia città: Catania, come segno e strumento del Vangelo, dal basso, partendo dall’ascolto e dalla accoglienza, con la pazienza dell’agricoltore, che non pretende risultati immediati ma sa attendere il tempo di maturazione; il tempo di Dio che ama sorprenderci con la sua misericordia, capace di far sbocciare i fiori più belli anche dal terreno più arido e impervio.
In questa missione siamo tutti impegnati: popolo e pastori.
Come Don Pino siamo chiamati oggi a promuovere e sostenere i laici che con slancio profetico, in sinodalità, sono chiamati a vivere il tempo della testimonianza.
Il sorriso tenero e forte di Don Pino Puglisi ci incoraggi a vivere con impegno questo tempo, pronti a rendere ragione della Speranza che è in noi.

Il martirio del prete di Brancaccio produce frutto abbondante, noi siamo parte di questo frutto, senza paura, spandiamo la fragranza di Cristo
per una umanità nuova, libera da ogni compromesso con il male.