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3 Settembre 2025
Ultima modifica: 4 Settembre 2025 ore 09:48

Educare alla gratuità

Nell'ambito delle Giornate di don Oreste un convegno dedicato ai temi educativi
Educare alla gratuità
Foto di Riccardo Ghinelli
Mettere al centro la persona, soprattutto se fragile, superare individualismo e competizione. Sono tra le sfide della pedagogia del gratuito. Le parole dello psicopedagogista Stefano Rossi

Sono possibili una Scuola del Gratuito? Una Pedagogia del Gratuito? Un'educazione alla gratuità? Il tema della Società del Gratuito è uno degli snodi chiave del pensiero di don Oreste Benzi: la costruzione di una società che potesse contrapporsi a quella dominante, dove prevalgono conflitto, individualismo e competizione sfrenata.
Nel corso delle Giornate di don Oreste, che si terranno a Rimini il 5-6-7 settembre prossimi il tema verrà sviluppato in 6 convegni contemporanei, il sabato mattina, in diversi luoghi della città, in cui si rifletterà sulla teoria - ma soprattutto sulla pratica - della realizzazione della Società del Gratuito.
Uno di questi convegni è dedicato all'educazione: La sfida dell'educare - Lo stile educativo della società del gratuito, e si terrà presso la Sala Manzoni, in via IV Novembre 37, dalle 9.30 alle 12.

Dall'animalis homo all'homo sapiens

«La  gratuito è la nuova realtà formata da Gesù e portata avanti nel cammino della Chiesa da persone di buona volontà che vogliono  superare la società del profitto. Don Oreste diceva che si trattava di passare da animalis homo a homo sapiens. La società del profitto è impostata sulle spinte dell’animale, come l'affermazione personale o del gruppo ristretto. L’altra persona è ridotta a strumento.
Nella società del gratuito l'homo sapiens prende coscienza che il bene è comune». Ad anticipare alcuni contenuti della conferenza è Meo Barberis, presidente della Cooperativa Il Pungiglione e tra i relatori.

La scelta di amare sempre

«Il percorso educativo è quello che delineava sempre don Oreste - continua Barberis: "La scelta di amare sempre, amare gratuitamente, perché siamo amore"».
Due altri aspetti sono importanti: «La scelta di profondo rispetto per ogni vita, quindi di rinunciare alla violenza, che comunque rimane sempre presente nel nostro cuore». E poi «la scelta di considerarsi amministratori dei beni, e non proprietari».

Prendersi cura dei "ragazzi feriti"

«Conosco la figura di don Oreste Benzi e di lui apprezzo il fatto di essersi dedicato agli ultimi» afferma lo psicopedagogista e scrittore Stefano Rossi «Ho lavorato tanti anni nella prevenzione e nel contrasto del disagio giovanile occupandomi di "ragazzi feriti". Questa dimensione del prendersi cura dei più fragili è un principio educativo che apprezzo nella figura di don Oreste».
«Mettere al centro i bambini ed i ragazzi significa che i nostri figli ed i nostri studenti sono più dei loro comportamenti. C'è una impostazione che considera l'educazione un processo basato sui rinforzi, l'educazione emotiva mette al centro l'essere umano cercando di comprendere i significati affettivi dietro ai comportamenti. Il loro urlo è un grido di aiuto». «Dobbiamo creare un ponte - continua Rossi - tra chi assolutizza l'io e chi assolutizza il noi. Credo che la posizione etica corretta sia comprendere la gioia del dono, la gioi della cura, la gioia della relazione, la gioia della responsabilità di entrare in relazione con il tu e con il noi»

Oltre a Barberis e a Rossi al convegno del 6 interverranno Piergiorgio Reggio, docente presso l'Università di Verona, e Riccardo Ghinelli, insegnante.