Durante le tre giornate dedicate al centenario di don Benzi un convegno è stato dedicato alla declinazione pedagogica della Società del Gratuito. Una sfida che il sacerdote romagnolo ha lanciato e che ben si adatta alle istanze educative di oggi.
«Don Benzi ha sfidato la concezione corrente di educazione: il conformismo educativo per il quale i ragazzi e le ragazze sono tutti uguali, visti in modo standardizzato senza attenzione per le loro originalità. Per don Oreste tutti possono imparare tutto se messi nelle giuste condizioni. Questo fa dell’educazione una vera sfida». Ad affermarlo è Piergiorgio Reggio, docente dell'Università di Verona, nel corso del Convegno "La sfida dell'educare. Lo stile educativo della Società del Gratuito" tenutosi a Rimini oggi, 6 settembre, in occasione del 3 giorni dedicati al Centenario di don Oreste Benzi. Tre giorni di eventi, celebrazioni, concerti e momenti di condivisione per ricordare i cento anni dalla nascita del sacerdote romagnolo. Questa mattina si sono tenuti 6 convegni in contemporanea, in differenti luoghi della città, e ognuno ha declinato un diverso aspetto della Società del Gratuito: dalla politica al lavoro, dall'ecologia all'evangelizzazione.
Le sfide per tornare ad educare
Foto di Marco Scarmagnani
La Sala Manzoni era gremita di educatori, genitori, persone interessate agli aspetti educativi e i relatori hanno sviluppato il mondo pedagogico visto da un grande educatore quale è stato don Benzi. Un educatore della gratuità ma anche molto esigente.
«Il secondo punto che ha sfidato - ha continuato Reggio - è il paradigma depositario: la conoscenza come vaso da riempire. Questo produce una posizione passiva. La conoscenza non è già definita, non esiste: va creata, cambia, si trasforma.
Un terzo elemento: la concezione che l’apprendimento sia una questione individuale. L’apprendimento invece è un fenomeno sociale, influenzato dalla presenza degli altri. E da ultimo il pregiudizio rispetto alla gerarchia dei luoghi di educazione. Vanno valorizzati tutti e non solo la scuola». Quattro aspetti che la pedagogia del gratuito incarna e che sono attualissimi oggi.
Amare sempre
Ma che cosa è questa concezione generale di gratuito? Lo ha spiegato bene Meo Barberis, Presidente della Cooperativa Il Pungiglione, usando le parole di don Oreste: «Amare sempre, amare gratuitamente, amore anche di amore inutile. Perché siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio e Dio è amore». Certo che questo necessita di un continuo laovoro su noi stessi perché le spinte alla competizione e al dominio sono sempre dentro di noi.
L'empatia come cura per la società dell'io
Molto coinvolgente l'intervento dello psicopedagogista Stefano Rossi: «Viviamo nella società dell’io, una sorta di auto-deificazione. E questa diventa quindi una società dell’ipercompetizione, dove perde anche chi vince. Il perdente è depresso, il vincente ha l’ansia di dover essere il vincente, ha un'autostima fragilissima».
«Dovremmo educare all’empatia, alla solidarietà ma non solo per gli altri. Per noi stessi. Perché proprio oggi c'è un record di depressioni, ansia, ritirati sociali. La scienza ci dice che la nostra mente è relazione. Abbiamo l’imprinting della gioia nella relazione con l’altro. Il nostro tentativo di cercare la felicità in maniera individualistica ci porta verso l’anedonia, lo spegnimento delle emozioni».
E rispetto ai "ragazzi difficili" «Dobbiamo diventare un porto sicuro. Ma per essere un porto sicuro occorre cambiare postura: ti vengo a cercare». Che ricorda molto il noto invito di don Benzi di "cercare i poveri là dove sono".
La Scuola del Gratuito
E siccome lo stile educativo e la prassi di don Oreste prevedevano sempre una congiunzione indissolubile tra pensiero ed azione non si poteva non parlare della Scuola del Gratuito. Prima una ricerca e poi una realtà di una scuola in cui venisse abolito il voto per dare spazio ad una valutazione dialogica e gli ultimi venissero messi al centro del processo educativo.
Una scuola in cui si andasse al centro dell'educare cioè far diventare il miglior sé e non addestrare a contenuti decisi da altri