Donne che aiutano altre donne per sostenerle nell'integrazione e nell'apprendimento della lingua italiana, mettendo a disposizione le proprie competenze professionali. Una scuola per mamme coi loro piccoli è diventata un laboratorio esemplare di "alfabetizzazione sociale", nel capoluogo estense, nato da una idea creativa di due amiche che han dedicato la vita alla scuola per adulti e per l'infanzia. L'iniziativa è frutto della collaborazione tra Comunità di don Benzi, Fondazione Migrantes e una parrocchia della città.
Chi l'ha detto che le mamme di ogni età non possano andare a scuola e imparare una nuova lingua? A Ferrara si può! Da un desiderio semplice e determinato di due amiche ferraresi con alle spalle anni di esperienza nella scuola degli adulti e dell'infanzia, è nato infatti il progetto “Madri a scuola" per favorire l’integrazione di donne straniere scarsamente scolarizzate con figli in età prescolare, che compie il suo terzo anno scolastico di vita. Un punto di riferimento per una trentina di madri di diverse nazionalità. Come Fatoumatà che viene dal Gambia, Tasmina dal Bangladesh, Rajae dal Marocco, come Irina dall’Ucraina, e tante altre mamme provenienti da Nigeria, Sierra Leone, Pakistan, dal Senegal, dal Camerun, dalla Costa d’Avorio e dall’Albania. L'idea da cui sono partite il gruppo di insegnanti e volontarie ferraresi era chiara: offrire tempo, spazi e competenze a giovani madri immigrate, spesso appena arrivate in Italia e con figli in età prescolare, per aiutarle a sentirsi parte di una comunità.
Un sogno che si è fatto realtà grazie al coordinamento della Comunità Papa Giovanni XXIII, al contributo della Fondazione Migrantes, all’appoggio dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e alla collaborazione della Parrocchia della Beata Vergine Addolorata di Ferrara. Da lì, passo dopo passo, si è creata una rete territoriale sorprendente che ha coinvolto il C.P.I.A., il Centro Donne Giustizia, la Caritas, l’Università di Ferrara, Banca Etica, l’Emporio Solidale e diverse realtà di volontariato locali.
Lo racconta con passione Piera Murador, insegnante della Comunità Papa Giovanni XXIII che coordina il progetto con Fabrizia Bovi, educatrice dell’infanzia, dell’Associazione Famiglie Numerose: «Lo scopo del progetto è di intervenire rispetto al bisogno di competenze linguistiche di base, di letto-scrittura e di informatica in italiano L2 per madri straniere, e contemporaneamente di accudimento educativo dei loro piccoli. Il tutto in un clima di gratuità e di incontro multiculturale declinati al femminile».
Così, due mattine alla settimana, le aule della parrocchia si riempiono di voci, colori e vita: mentre i bambini giocano, ascoltano fiabe, disegnano, utilizzano materiali a loro misura per la manipolazione tra puzzle e costruzioni, oppure dormono in spazi accoglienti e morbidi, le madri si siedono in cerchio a leggere, scrivere, parlare in italiano o ad affrontare i primi passi davanti a un computer. Un luogo di apprendimento, ma soprattutto di relazioni: per molte donne, spesso «quasi invisibili per la città e che al mattino devono farsi carico dei figli molto piccoli non inseriti nei nidi o nelle scuole dell’infanzia» è la prima occasione per farsi sentire, partecipare attivamente e condividere pezzi di vita insieme.
Crescere insieme, madri e figli
Le attività sono tante e variegate. Accanto ai corsi di alfabetizzazione in italiano (PreA1, A1, A2), vengono realizzati anche incontri di "alfabetizzazione sociale" ovvero laboratori dedicati alla salute, all’educazione finanziaria, alla cittadinanza e alla cultura. Significativo anche il laboratorio dedicato alla digitalizzazione per fornire conoscenze e competenze di base fondamentali per integrarsi oggi: alfabetizzazione informatica, utilizzo dello sportello per iscrizioni alle scuole, SPID e fascicolo sanitario, ecc. Leggere, disegnare, raccontare una storia... a Ferrara un progetto creativo per imparare la lingua insieme, madri e figli da 0 a 6 anni
Foto di Piera Murador
Inoltre non mancano occasioni di uscite e gite per tutte: si va al museo, a teatro, in biblioteca e perfino in visita a città d'arte, «come nella recente e indimenticabile escursione a Venezia, tra ponti, passeggini e risate condivise».
Intanto i bambini sperimentano i primi piccoli distacchi dalle mamme, accolti da educatrici e volontarie che li seguono con cura, ma sempre pronti a ricongiungersi con loro per bisogni immediati e per ricevere quella sicurezza affettiva che resta la base di ogni crescita. Le stanze sono attrezzate con giochi, materiali creativi, angoli morbidi: lì i più piccoli imparano a socializzare, a condividere, ad ascoltare canzoncine, filastrocche e brevi storie, ad avvicinarsi ai libri grazie anche alla collaborazione con la Biblioteca Ragazzi.
Un caffè, due chiacchiere... una lingua che si impara
Questo progetto di apprendimento dell'italiano è arricchito da un momento che tutte le mamme aspettano con entusiasmo: il “Language café”. «Non è mai mancato e verrà sempre offerto – spiega Piera Murador – questo momento di ristoro in cui, sorseggiando bevande tipiche, si cerca di conversare in italiano». Un gesto semplice che trasforma l’apprendimento in un incontro amichevole, tra sorrisi e nuove parole. Insieme a Piera e a Fabrizia ci sono Giovanna, Valeria, Ilaria, Alida, Barbara, Gabriella. A rendere possibile tutto questo infatti oltre alle insegnanti c’è un gruppo di volontarie diverse per età e provenienza, unite dal desiderio di “mettersi in gioco” e di condividere tempo ed energie. Qualche prezioso volontario maschile non manca, soprattutto nei ruoli più tecnici, ma è soprattutto una straordinaria esperienza femminile, fatta di cura e solidarietà.
Oggi, guardando al terzo anno del progetto che ripartirà nei prossimi giorni, ciò che ispira di più a iscriversi è la bellezza della diversità e dell'incontro interculturale: «un caleidoscopio di colori e condivisione che fa bene a tutti». Donne che imparano a sentirsi più sicure, bambini che muovono i primi passi nella lingua e nella socialità, volontarie che scoprono la ricchezza dell’incontro con culture diverse.