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19 Novembre 2025
Ultima modifica: 21 Novembre 2025 ore 12:22

Fadda, Apg23: «Chiediamo un Commissario europeo per il diritto alla pace»

La proposta lanciata stamattina a Bruxelles, alla presenza di diplomatici e europarlamentari, durante l'evento "Un cittadino europeo testimone di speranza: Don Oreste Benzi nel centenario della sua nascita"
Fadda, Apg23: «Chiediamo un Commissario europeo per il diritto alla pace»
Foto di Marco Tassinari
La vita e le opere di don Oreste Benzi approdano al Parlamento Europeo con una mostra a lui dedicata e un evento che ha approfondito la sua visione di una nuova società, offrendo punti di riferimento per una Unione Europea in cerca di un rilancio della propria identità.
Un Commissario europeo per il diritto alla pace. Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha approfittato dell’incontro dedicato a Don Oreste Benzi “cittadino europeo testimone di speranza”, tenutosi questa mattina – 19 novembre 2025 – a Bruxelles, per lanciare una proposta precisa, che potrebbe segnare una svolta per un’Unione Europea che sembra in difficoltà a esercitare un ruolo guida nelle relazioni internazionali.



Tra i tanti appellativi con cui è stato chiamato in causa don Benzi in questo anno dedicato al centenario della sua nascita, quello di “cittadino europeo” è sicuramente originale e innovativo.
L’occasione per approfondire questo aspetto della sua figura è stata l’incontro che si è tenuto presso la sede del Parlamento Europeo, dove diplomatici, parlamentari europei e testimoni della Comunità Papa Giovanni XXIII si sono alternati a interventi video dello stesso don Oreste, che hanno consentito ai partecipanti - in presenza e in streaming - di sentire dalla viva voce del sacerdote alcuni concetti chiave della sua proposta di trasformazione della società.
«Perché don Oreste Benzi si può definire cittadino europeo? In quale modo è stato portatore di speranza, e quale tipo di speranza ha portato?» ha chiesto la giornalista Nicoletta Pasqualini di Semprenews, conduttrice dell’evento, ai relatori che si sono alternati.

Relatori conferenza al Parlamento europeo
Foto di Marco Tassinari

Don Benzi punto di riferimento per l’Unione Europea

Rispondendo alla sollecitazione, S.E. Federica Favi, ambasciatrice d’Italia in Belgio, ha evidenziato come la figura di don Benzi consenta di «unire le radici cristiane dell’Europa con una vocazione laica ai temi della giustizia e della pace». L’attenzione ai più fragili, ha detto, non è legata solo ad una sensibilità di fede ma a «un impegno civico che può essere di ispirazione per i decisori politici». Si è detta colpita, inoltre, dalla capacità di don Benzi di arrivare con le sue proposte e la sua visione «non solo alle persone ma agli Stati» e ha auspicato che in questa fase difficile delle relazioni tra di essi «la sua testimonianza continui a ispirare la comunità internazionale, puntando a intervenire dove ci sono delle ingiustizie per prevenire i conflitti»
 
Anche Tommaso Andria, ministro plenipotenziario presso l’UE, ha evidenziato come don Benzi sia una figura trasversale e sovranazionale: «Ha chiamato la sua comunità con il nome di Giovanni XXIII, papa del Concilio e della Pacem in terris, il cui messaggio è estremamente attuale». Ha inoltre apprezzato l’impegno della Comunità presso l’Unione Europea e il fatto che all’incontro siano presenti tutti gli schieramenti politici, concludendo: «Cercheremo di sostenervi nel vostro lavoro».

Antonella Sberna, Vice Presidente del Parlamento Europeo e Responsabile per l’attuazione dell’Art. 17 del TFUE sul dialogo interreligioso, in un intervento video ha quindi sottolineato come don Oreste possa essere un riferimento per «una Europa che sta affrontando uno dei momenti più difficili della propria storia, mostrandoci che la vera forza di una comunità si fonda sul prendersi cura dei più fragili». Servono valori di riferimento che sappiano tradursi in scelte concrete, come quando si va a definire il bilancio europeo: «Da lì si capisce quale tipo di società vogliamo e don Oreste può aiutare a capire che inclusione e prevenzione non sono costi ma investimenti sul tessuto umano dell’Europa».

La Società del gratuito, un cambio di paradigma

Matteo Fadda, oggi alla guida della Comunità fondata da don Benzi, ha ricordato alcuni tratti fondamentali del sacerdote, sottolineando come abbia lasciato una impronta indelebile «non solo nella Chiesa ma anche nella società, in Italia, in Europa e nel mondo».
Don Oreste ha proposto una nuova visione sociale, «la Società del gratuito, una rivoluzione basata sulla capacità di donarsi senza calcoli, contrapposta alla società attuale definita del profitto, egocentrica, prestazionale, in cui conta ciò che si produce più che ciò che si è».
Di fronte a una società che produce scarti e perennemente in conflitto,
don Oreste ha prodotto un «cambio di paradigma». L’intuizione fondamentale è che «non c’è chi salva e chi è salvato, ma ci si salva insieme. E questa non è teoria ma una esperienza concreta che si vive da oltre 50 anni, per cui una persona con grave disabilità può diventare un terapeuta in una comunità per tossicodipendenti, e un detenuto può diventare un caregiver per una persona con disabilità grave in una casa famiglia».
Matteo Fadda al Parlamento europeo
Da sinistra: Nicoletta Pasqualini, giornalista di Semprenews; Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa giovanni XXIII; S.E. Federica Favi, ambasciatrice d'Italia in Belgio
Foto di Marco Tassinari

Un nuovo Commissario europeo

Venendo all’aspetto internazionale, Fadda ha sottolineato che «la pace è la ragion d’essere dell’Unione Europea e il suo ruolo è decisivo per rimuovere le cause che generano le ingiustizie e ridurre la sofferenza umana». Per questo, ha concluso, «auspichiamo la creazione di un Commissario europeo per il diritto alla pace, che vigili e solleciti gli Stati ad adottare misure concrete per attuare il diritto alla pace e tutelare la vita dal concepimento fino alla morte naturale».

Giovanna Inì e Franco Giavatto, responsabili della casa famiglia di Scicli, in Sicilia,
Foto di Nicoletta Pasqualini

I “nuovi mondi vitali”

La forza generativa di don Benzi sta nell’aver dato vita a sperimentazioni di “mondi vitali nuovi” che dimostrano come una società nuova sia davvero possibile. Tra questi, la casa famiglia. Una risposta, sottolinea la conduttrice Nicoletta Pasqualini, «pensata da don Benzi per dare una famiglia a chi non ce l’ha, ma che rompe anche gli schemi a cui siamo abituati, perché non si accoglie per categorie, ma in essa possono convivere bambini, adulti, anziani, o persone con diverse fragilità, accolti secondo il principio della paternità e maternità responsabile».
A raccontare la casa famiglia una video testimonianza di Luca Russo, responsabile con la moglie della casa famiglia di Assisi, e la testimonianza in presenza di Giovanna Inì e Franco Giavatto, responsabili della casa famiglia di Scicli, in Sicilia, che hanno raccontato la casa famiglia come luogo dell’amore gratuito, in quanto «ci insegna ad amare e lasciare andare».

Enzo Zerbini relatore al Parlamento europeo
Enzo Zerbini, presidente della cooperativa sociale "Il Calabrone" di Cremona
Foto di Marco Tassinari

I deboli motore di sviluppo

Ma la visione benziana di “società del gratuito” si inserisce anche nell’economia, nel mondo produttivo, offrendo una prospettiva nuova. È l’esperienza raccontata da Enzo Zerbini, presidente e anima della Cooperativa sociale “Il Calabrone” di Cremona. Un’impresa sociale ad alto sviluppo tecnologico nella meccanica di precisione, che dimostra come l’attenzione alle persone più deboli possa diventare motore di sviluppo. «Abbiamo scoperto che la tecnologia fa sviluppo - ha detto Zerbini - e ci permette di uscire dai lavori poveri e sfruttanti. Ogni anno investiamo da 1,5 a due milioni di euro per rendere le nostre fragilità competitive».
La cooperativa coinvolge 55 lavoratori, con un’età media di 35. Quelli con maggiori difficoltà hanno un ruolo di supporto sul piano produttivo, ma sono un valore aggiunto sul piano delle relazioni: «Si sente quando mancano, perché generano valore, umanizzano l’ambiente».

Gli interventi degli europarlamentari

Apprezzamento per la figura di don Oreste Benzi e per le esperienze presentate è stato espresso dagli europarlamentari intervenuti all’evento: Paolo Inselvini (Ecr Group), Cristina Guarda /The Greens/EFA), Susanna Ceccardi (Patriots for Europe), Susanna Ceccardi (Patriots for Europe), Massimiliano Salini (EPP), Stefano Bonaccini (S&D), Pasquale Tridico (The Left).
Molti di loro hanno raccontato anche l’incontro diretto che hanno avuto con realtà operative della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sono esponenti di diversi gruppi politici, e per questo qualche frecciatina trasversale si è potuta cogliere tra chi ha sottolineato la necessità di fare riferimento esplicito ai valori cristiani e chi invece ha sostenuto l’importanza di viverli senza imporli, ma anche su questo la figura di don Oreste Benzi, che con la sua tonaca da prete aveva la capacità di incontrare davvero tutti, può essere un ottimo punto di riferimento.

Nessuna risposta da parte degli europarlamentari, almeno per ora, alla proposta di Fadda di istituire un Commissario Europeo per il diritto alla pace. Ma il seme è stato gettato e, come ha detto lo stesso Fadda, «noi crediamo che sia possibile piantare semi di pace e di giustizia che trasformino l'ambiente e la società. Era il sogno di Don Oreste Benzi, ma anche il compito e la responsabilità di ciascuno di noi che insieme possiamo costruire la Società del gratuito».