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14 Ottobre 2021

Gioca d'azzardo: prova a rovinarti (per finta)

"Giochiamo al parco" è un progetto pilota che fa sperimentare le trappole del gioco d'azzardo. È possibile richiedere il materiale per replicarlo sul proprio territorio.
Gioca d'azzardo: prova a rovinarti (per finta)
Foto di Chiara Bevini
In Italia sono 700mila i ragazzi tra i 14 e i 17 anni che giocano d'azzardo. Ecco un'iniziativa che coinvolge i giovani e li aiuta a capire (ed evitare) i meccanismi che spingono molti a cadere nel gioco patologico.
Prevenire è meglio che curare. Se poi si può prevenire divertendosi attraverso un gioco, è ancora meglio! Il progetto GAP (Giochiamo Al Parco) si è svolto da giugno a ottobre 2021 (l'evento conclusivo è stato il 9 ottobre) nei 7 parchi principali di Bologna con l’obiettivo di prevenire e ridurre tra i giovani i fenomeni di dipendenza patologica dal gioco d'azzardo.
«Gli eventi che abbiamo organizzato erano rivolti a tutti, ma in particolare ai giovani dai 14-15 anni fino ai 30 anni» spiega Leonardo Guaraldi, operatore in una comunità terapeutica della Papa Giovanni XXIII a Bologna e referente del progetto GAP. «Abbiamo realizzato dei giochi in legno coinvolgendo i ragazzi e i giovani che si trovavano al parco. Attraverso il percorso realizzato, hanno potuto accrescere la loro conoscenza sulla tematica, sviluppando anche un pensiero critico e consapevole su quello che può condurre al gioco d’azzardo patologico».
 
Solo nel 2020 ben 18 milioni di italiani hanno giocato d’azzardo e più di un milione di loro ha problematiche importanti legate alla dipendenza dal gioco. Se si considera che sono 700mila i ragazzi tra i 14 e i 17 anni che giocano d’azzardo, si capisce come sia fondamentale cercare di sensibilizzare al problema soprattutto i giovani.

Progetto Giochiamo al parco
Giochiamo al parco è un progetto pilota svoltosi a Bologna che fa sperimentare le trappole del gioco d'azzardo.
Foto di Chiara Bevini

 
«Ai partecipanti abbiamo proposto un percorso a più livelli: si partiva dai giochi fatti per puro divertimento per poi passare ai giochi che ti facevano sperimentare le trappole dell’azzardo – continua Guaraldi -, questo per evidenziare il meccanismo ingannevole in cui si può cadere, ad esempio nel Gratta e vinci o nelle scommesse sportive. Poi c’era uno stand con alcune testimonianze sui pericoli e i rischi legati al gioco d’azzardo e alla fine abbiamo distribuito un volantino con la spiegazione di cosa vuol dire essere un giocatore d’azzardo patologico, il cui acronimo è GAP, proprio come il nome del nostro progetto».
 
Il progetto GAP è stato finanziato dal Comune di Bologna (Area Welfare e Promozione del Benessere della Comunità), il cui contributo ha permesso la realizzazione anche di un sito (giochiamoalparco.dipendenzepatologiche) ricco di informazioni utili relative al gioco d’azzardo e ai fattori di vulnerabilità e resilienza.
 
I giochi in legno, che sono stati realizzati dai ragazzi delle comunità terapeutiche di Bologna e Rimini, sono completamente smontabili e trasportabili. «Il percorso “Giochiamo al parco” può essere un format per parlare del gioco d’azzardo ai giovani – spiega Guaraldi-. Il nostro desiderio è che possa raggiungere altre località, magari durante la sagra di paese, o una festa scolastica o la festa della parrocchia. Attraverso questi giochi si può far conoscere il tema facendo giocare le persone e facendo sperimentare cosa vuol dire giocare d’azzardo, da cosa nasce, cosa scatta in te e quali sono poi le complicazioni che ne seguono».
Per replicare il format di Giochiamo al Parco basta andare in fondo alla pagina web del progetto GAP, dove si trovano i contatti per richiedere tutto il materiale necessario.