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20 Giugno 2025
Ultima modifica: 20 Giugno 2025 ore 12:05

Gli studenti leggono «Figli venuti dal mare»

Giornata Mondiale del Rifugiato. Il libro edito da Sempre Editore adottato da una scuola di Pistoia
Gli studenti leggono «Figli venuti dal mare»
Sono molte le iniziative per la Giornata Mondiale del Rifugiato. Anche quelle di chi ha messo in collegamento giovani della stessa età che vengono da due mondi lontani anni luce
Il 20 giugno di ogni anno le Nazioni Unite celebrano la Giornata Mondiale del Rifugiato, una scelta fatta dall'Assemblea Generale nel 2000 in occasione del 50° anniversario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati. 

Ma chi sono i rifugiati?

Secondo l’articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951, il rifugiato è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”. 
Secondo l'ultimo rapporto 2025 dell'UNHCR oggi ci sono 122 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case. Nell'ultimo decennio il numero di rifugiati e di altre persone in fuga è quasi raddoppiato. I principali fattori che determinano la fuga rimangono i grandi conflitti come quello in Sudan, Myanmar, Medio Oriente e Ucraina e la continua incapacità della politica di fermare i combattimenti. Il loro futuro dipende dalla possibilità di raggiungere la pace.
Tra le persone costrette alla fuga ci sono quelle sfollate all'interno del proprio Paese a causa di un conflitto – 73 milioni nel 2024 – e i rifugiati in fuga dai loro Paesi – 43 milioni nel 2024. Con 14 milioni di rifugiati e sfollati interni, il Sudan rappresenta oggi la maggiore crisi di sfollati e rifugiati al mondo, prendendo il posto della Siria (13 milioni), seguita da Afghanistan (10 milioni) e Ucraina (9 milioni). 
Il rapporto rileva che, contrariamente alla percezione diffusa nelle regioni più ricche, il 67% dei rifugiati rimane nei Paesi limitrofi e che i Paesi a basso e medio reddito ospitano il 73% dei rifugiati del mondo. I Paesi a basso reddito continuano a ospitare una quota sproporzionata di rifugiati nel mondo, sia in termini di popolazione che di risorse disponibili. A titolo di esempio vi sono popolazioni di rifugiati molto numerose in Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Sudan e Uganda. Il 60% delle persone costrette a fuggire non lascia mai il proprio Paese. Si tratta di una situazione insostenibile che lascia i rifugiati e le persone in fuga dal pericolo ancora più vulnerabili, le donne senza protezione, i bambini senza scuole, intere comunità senza acqua e cibo.
In Italia, alla fine del 2024, c'erano circa 150mila beneficiari di protezione internazionale – coloro cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato e quindi concessa la protezione sussidiaria –, 207mila richiedenti asilo – coloro che hanno fatto domanda di protezione internazionale e sono in attesa di risposta e che in Italia hanno diritto all'accoglienza, all'assistenza sanitaria e sociale, e, dopo 60 giorni dalla presentazione della domanda, al lavoro – e oltre 163mila cittadini ucraini che beneficiavano di protezione temporanea, mentre il numero di apolidi è stimato intorno ai 3mila.

Gli studenti leggono il libro Figli venuti dal mare

Copertina libro Figli venuti dal mare
Conoscere i dati non basta. Per capire cosa vivono queste persone occorre guardare i volti, conoscere le storie.
È quello che hanno fatto alcuni studenti dell'Istituto Agnelli di Torino, una scuola dei Salesiani di Don Bosco, i quali – su iniziativa del loro professore Don Giovanni Bianco – hanno letto il capitolo 2 del libro Figli venuti dal mare, in cui si racconta la storia di Joy e Fatou, due ragazzine appena adolescenti partite dall'Africa occidentale per raggiungere il nostro Paese. Un viaggio traumatico, pieno di dolore, che le ha visto percorrere migliaia di chilometri attraverso il deserto, le prigioni libiche, il Mar Mediterraneo.
Anche i giovani studenti delle classi medie 1E, 3A, 3C dell'Istituto comprensivo “Galileo Galilei” di Pieve a Nievole, in provincia di Pistoia, hanno adottato questo libro durante l'anno scolastico. I docenti David Bargiacchi, Valeria Asciutto, Nicoletta Gheser, Giovanna Possemato, Sergio Bertini, Elena Cerri, insieme alla dirigente scolastica Rossella Quirini, hanno sviluppato un percorso con gli studenti a partire dalla lettura ad alta voce condivisa del libro, alla quale è seguita l’elaborazione di domande e l’incontro in plenaria con Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell'Annunziata, la realtà di Reggio Calabria dove sono stati accolti i minori stranieri protagonisti del libro. All’incontro è seguita una fase di riflessione scritta e restituzione condivisa su quanto appreso. 
«Caro Giovanni Fortugno, – scrive uno studente in un tema – volevo dirti che il tuo libro mi ha lasciato molta tristezza perché pensavo che ci sono bambini che hanno dovuto lasciare la loro famiglia per venire in Italia, bambini che sono morti o che hanno subito violenza. La cosa che mi rassicura è che questi bambini hanno trovato accoglienza e, chissà, forse avranno una vita migliore, ma sicuramente tanta speranza».