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6 Maggio 2025
Ultima modifica: 6 Maggio 2025 ore 07:08

«Habebimus Papam»: aneddoti e curiosità dell'elezione più seguita al mondo

Inizia domani il conclave per eleggere il 267° successore di San Pietro
«Habebimus Papam»: aneddoti e curiosità dell'elezione più seguita al mondo
Foto di FABIO FRUSTACI
Dalla diminuzione del cibo ai cardinali per farli decidere in fretta - nel 1200 - ai disturbatori di segnali odierni perché non si connettano con l'esterno. Venti secoli di elezioni pontificie. Le tante cose che non sapete sulla nomina del Papa
All’alba di lunedì 21 aprile 2025 Papa Francesco, in convalescenza dopo un lungo ricovero ospedaliero, è colpito da un ictus cerebrale e alle 7.35, con grande dolore nella Chiesa cattolica e sgomento in tutto il mondo, torna alla Casa del Padre.

La Sede Vacante. E ora che cosa succede?

Inizia così la Sede Vacante: senza Papa tutta l’organizzazione della Santa Sede decade e alla guida giuridica della Chiesa restano il Cardinale Camerlengo, l’Arcivescovo Vice-Camerlengo e il Cardinale Decano del Collegio Cardinalizio.
Da 71 Paesi di tutti i continenti, in modo da rappresentare la Chiesa universale, sono convocati nella Città del Vaticano i 252 Cardinali che compongono il Collegio Cardinalizio. Non tutti possono votare, in quanto nel 1970 Papa San Paolo VI ha stabilito come età massima gli ottanta anni, raggiunta ad aprile 2025 da 117 Cardinali; di conseguenza gli elettori sono 135 di cui 2 hanno comunicato la loro assenza per motivi di salute. Nei giorni precedenti alla clausura per le votazioni, tutto il Collegio Cardinalizio partecipa alle Congregazioni Generali, cioè momenti di incontro per consentire la reciproca conoscenza, confrontarsi su temi fondamentali per la Chiesa e sulle modalità per l’elezione del nuovo Papa. In ogni caso il Conclave del 2025 è il più partecipato della storia, con 133 presenti, oltre a essere il primo globalizzato.

I Cardinali. Il Papa deve essere un sacerdote?

I protagonisti umani di ogni Conclave sono i Cardinali che votano il Papa e, tendenzialmente, ciascuno può essere eletto; il colore distintivo del loro vestito è il rosso porpora il cui significato religioso ricorda il sangue dei martiri: nel momento in cui un Cardinale offre il proprio servizio alla Chiesa, è chiamato a donare in modo radicale la propria vita. Il cardinalato non fa parte del sacramento dell’Ordine (diviso in tre gradi: Vescovo, Sacerdote, Diacono) ma è un titolo onorifico aggiuntivo, assegnato a vita dal Papa per meriti personali o per motivazioni specifiche. Nel 1962 Papa San Giovanni XXIII ha stabilito che ogni Cardinale deve essere ordinato Vescovo, con alcune eccezioni ancora attuali.
Spesso i Cardinali rivestono ruoli importanti e centrali nella Chiesa, per esempio, in alcuni casi sono membri dei Dicasteri della Curia Romana oppure vivono in aree geografiche rappresentando le popolazioni di zone particolari del pianeta, ma il compito specifico e più importante loro assegnato è quello di eleggere il Pontefice.
Per il successore di San Pietro, secondo il Diritto Canonico sono necessari tre requisiti: essere maschio, celibe e battezzato; ci sono casi rari in cui è stato eletto un Papa non sacerdote: per esempio nel 1294 l’Eremita Pietro da Morrone prende il nome di Papa Celestino V e nel 1296 rinuncia al papato avendo ricevuto alcune pressioni.  Oggigiorno il Papa si sceglie sempre tra i Cardinali. Le figure importanti nel Collegio Cardinalizio sono il Camerlengo e il Decano, cioè la persona di maggiore anzianità come titolo Cardinalizio, che durante il periodo della Sede Vacante ha incarichi rituali e di governo della Chiesa; il Camerlengo ha la responsabilità giuridica, svolge le funzioni amministrative in sostituzione del Papa oltre a constatare il decesso del Papa e annunciare la Sede Vacante, sia per la morte del Papa sia per eventuale rinuncia. È coadiuvato dall’Arcivescovo Vice-Camerlengo per convocare le Congregazioni Generali e il Conclave; per evitare la riproduzione di documenti falsi annulla l’“Anello del Pescatore”, personale e specifico di ogni Papa per sigillare e autenticare i documenti papali; inoltre si relaziona con tutto il Collegio Cardinalizio, con ruoli di altissima responsabilità giuridica e decisionale durante la Sede Apostolica Vacante e durante il Conclave.

Il conclave. Alcune curiosità

I Cardinali sono presenti già dai primi secoli della storia della Chiesa; in origine si tratta di Chierici chiamati a collaborare con il Papa; successivamente vengono scelti fra i Sacerdoti e i Vescovi nelle Chiese cattoliche sparse in tutto il mondo.
Solo dopo l’anno 1000 i Cardinali diventano i protagonisti umani fondamentali nell’elezione del Pastore della Chiesa; fino ad allora il Vescovo di Roma era scelto per acclamazione dal popolo di Roma e poi approvato dalle casate nobiliari romane. Questi metodi erano poco formalizzati e avevano portato il papato al rischio di essere strumento politico nelle famiglie importanti dell’Impero.
Nel periodo di conflitto tra Papato e Impero, i Papi cercano di tutelare la propria posizione; nel 1059 Papa Niccolò II riserva l’elezione del Papa solo ai Cardinali Vescovi Romani e il popolo di Roma è chiamato ad approvare o meno l’elezione; nel 1150 viene formato il Collegio Cardinalizio e nascono le figure del Decano e del Camerlengo. Circa un secolo dopo Papa Alessandro III stabilisce la regola della maggioranza dei 2/3 e proibisce qualunque ruolo al popolo di Roma.

Da Roma all'internazionalizzazione

Per diversi secoli i Cardinali sono nominati prevalentemente tra la nobiltà romana o, al massimo, tra quella italiana e l’elezione del Papa è spesso influenzata da interessi locali. Inoltre, il numero dei Cardinali è piuttosto esiguo, rendendo l’elezione del Papa molto influenzabile da intrighi tra le famiglie più potenti.
Per esempio, intorno alla metà del 1200 i Cardinali erano solo sette; considerate le distanze e le difficoltà dei viaggi e i possibili problemi di salute, i Cardinali presenti al Conclave erano in numero ancora più ridotto. In altri periodi storici e in situazioni migliori, riuscivano a partecipare al Conclave fra i venti e i quaranta Cardinali. 
Nel 1587 Papa Sisto V limita il numero dei Cardinali a settanta, determinando l’importanza di ogni singolo voto e rendendo quasi impossibile favorire le alleanze familiari e/o politiche.
L’internazionalizzazione e l’aumento del numero dei Cardinali si stabilizzano realmente dopo la metà del 1800, con la fine del potere temporale della Chiesa.

Il Conclave più lungo della storia

Il primo Papa eletto in un luogo segreto e chiuso al pubblico, scelto proprio per evitare interferenze esterne è Gelasio II, nel 1118. Tuttavia, l’evento storico che segna in modo più significativo il Conclave è l’elezione di Gregorio X e ha una storia con alcuni risvolti quasi comici. Quando nel 1268 muore Papa Clemente IV, nel Palazzo dei Papi a Viterbo si riuniscono 19 Cardinali e, a causa dei disaccordi tra di essi, questa assemblea diventa il Conclave più lungo della storia: due anni e nove mesi!
In quel periodo gli abitanti di Viterbo sono senza una guida e riforniscono il cibo ai Cardinali finché, esasperati per il prolungarsi dei tempi, li segregano a forza in una sala del Palazzo Papale senza contatti con l’esterno e, per convincerli ad accordarsi, aumentano la scomodità del soggiorno riducendo in modo graduale il cibo e infine scoperchiando il tetto della sala; viene infine concordata l’elezione di Papa Gregorio X, il quale formalizza poi alcune regole per impedire la riedizione di un Conclave così lento.

Le nuove regole per velocizzare l'elezione

Le nuove regole prevedono che, entro dieci giorni dalla morte del Papa, i Cardinali si riuniscano segregati in una stanza del palazzo in cui è deceduto il Papa, senza nessun tipo di contatto con l’esterno; dopo tre giorni senza un risultato ai Cardinali viene servita una sola pietanza a ogni pasto; dopo altri cinque giorni in tavola vengono portati solo pane, vino e acqua, inoltre i redditi ecclesiastici sono trattenuti dal Camerlengo che li mette poi a disposizione del nuovo Papa.
Nel 1276 nella chiesa di San Domenico ad Arezzo (elezione di Papa Innocenzo V), si svolge il primo Conclave con queste regole, alcune delle quali sono valide ancora oggi, per quanto riguarda la segretezza e l’impegno a rendere il Conclave abbastanza breve.
Dal 1878 la sede tradizionale per i giorni di clausura è la Cappella Sistina, considerata motivo di ispirazione per i Cardinali elettori grazie ai magnifici affreschi di Michelangelo (realizzati tra il 1508 e il 1512), che nella loro maestosità sono contemporaneamente sia stupefacenti sia minacciosi. Fino al 1963 durante il Conclave i Cardinali si sedevano su troni con baldacchino per simboleggiare il governo collettivo della Chiesa; dopo l’elezione solo il baldacchino del nuovo Papa restava alzato. Considerata la numerosità dei Cardinali, oggi vengono usati comuni tavoli rivestiti da tappezzieri.

Cum-clave. Isolati dal mondo esterno

Per ogni Conclave dentro la Cappella vengono apportate alcune modifiche temporanee: si installa un pavimento di legno in linea con il secondo gradino dell’Altare; si sistemano i tavoli per le votazioni; per distaccare fisicamente i Cardinali da ogni rapporto con il mondo esterno le finestre della Cappella Sistina e quelle degli alloggi vengono sigillate, tutto l’ambiente viene perquisito e bonificato da qualsiasi elemento di comunicazione con l’esterno, sia dal punto di vista sonoro che visivo, attraverso l’oscuramento delle finestre. Oltre le cancellate di marmo del presbiterio vengono montate due stufe per bruciare tutti gli appunti e i voti al termine di ogni scrutinio, producendo la fumata tanto attesa dai fedeli. Il giorno precedente l’avvio del Conclave vengono apposti circa 80 sigilli di piombo a tutti gli accessi ai locali interessati.
Fino al 1978, le condizioni di alloggio dei Cardinali durante il Conclave sono piuttosto scomode, ricavate nel Palazzo Apostolico molto “alla buona”, richiedendo parecchio spirito di adattamento. Dal 2005 (elezione di Papa Benedetto XVI) i Cardinali risiedono nella struttura chiamata Casa Santa Marta, voluta da Papa San Giovanni Paolo II dopo aver vissuto lui stesso l’esperienza di Cardinale elettore nei due Conclavi del 1978, alloggiando in situazioni abbastanza precarie. Anche la struttura di Casa Santa Marta viene isolata, così come l’intero percorso (circa 2 km) che porta alla Cappella Sistina e che potrà essere percorso a piedi oppure utilizzando un pullman di servizio.

La segretezza

È forse l’elemento più famoso di questa istituzione, il cui nome stesso deriva dal fatto che i Cardinali devono essere “chiusi a chiave” in un luogo senza avere nessun contatto con l’esterno; dopo un giuramento tutte le persone che non possono e non devono partecipare al Conclave vengono allontanate con la formula «Extra Omnes», che significa «Fuori Tutti».
Ai giorni nostri questa regola è molto più stringente rispetto al passato quando i Cardinali elettori potevano essere affiancati dagli assistenti, mentre oggi è consentita soltanto la presenza di alcuni operatori sanitari per motivi di salute rigorosamente documentati dai Cardinali interessati. Pochissime altre persone possono entrare in contatto con gli Elettori e solo per compiti strettamente pratici, come la cucina, i trasporti tra l’alloggio e la Cappella Sistina, i controlli della sicurezza; anche questo personale di servizio presta giuramento e non può avere contatti con la propria famiglia per tutta la durata del Conclave. Ai Cardinali elettori è consentito un eventuale ritardo motivato e documentato, mentre ci si può assentare solo per motivi di salute ed essere poi riammessi.
Nell’epoca dei “social”, i Cardinali vengono isolati rigorosamente anche dal punto di vista tecnologico, tutti gli ambienti sono perlustrati per rilevare e togliere qualsiasi tipo di dispositivo di comunicazione e di intercettazione; vengono installati dei “disturbatori di segnali” per bloccare qualsiasi modalità di collegamento con la rete internet e wifi. Per i Cardinali, il segreto deve essere mantenuto anche al termine del Conclave e per tutta la vita. Proprio per questo motivo sappiamo poco sui Conclavi e ogni tipo di ricostruzione, attraverso film o romanzi, attira molto la curiosità.
La segretezza del Conclave è fondamentale per trasmettere soprattutto il senso di unità della Chiesa Cattolica e per non diffondere scandali e divisioni; la protezione da interferenze esterne è uno dei motivi più importanti per cui sono adottate queste precauzioni.

La procedura per l'elezione

Prima di ogni votazione vengono estratti a sorte tre Cardinali Scrutatori, tre Cardinali Infirmarii che raccolgono i voti dei Cardinali eventualmente infermi rimasti in Casa Santa Marta, tre Cardinali Revisori.
Ogni Cardinale elettore riceve più copie di una scheda rettangolare con la scritta in latino «Eligo in Summum Pontificem, R. D. Card.» che significa «Eleggo come Sommo Pontefice» seguito da uno spazio in cui ogni Cardinale scrive il nome scelto, con una grafia leggibile; ciascun elettore piega in due la scheda e si reca davanti all’Altare della Cappella Sistina dove è allestita un’urna con un piatto posato sopra, vigilata dai tre Cardinali Scrutatori e i tre Cardinali Revisori. Davanti all’affresco del «Giudizio Universale» dipinto da Michelangelo, ogni Cardinale pronuncia un giuramento, posa la scheda sul piatto e la fa scivolare nell’urna.
Al termine della votazione, si contano le schede e si procede allo spoglio dei voti; il primo Cardinale Scrutatore mescola le schede nell’urna, mentre l’ultimo le conta una ad una mettendole in un’altra urna vuota e più piccola; se per qualche ragione il numero non dovesse corrispondere al numero dei Cardinali elettori le schede devono essere bruciate subito, senza spoglio. I primi due Cardinali Scrutatori aprono le schede e se le passano in silenzio ma, per consentire a tutti i Cardinali di registrare ogni voto, l’ultimo Scrutatore legge ad alta voce il nome scritto e, contemporaneamente, buca ogni scheda con un ago sulla parola «Eligo» facendo passare un filo, di cui annoda i due capi al termine dello spoglio; si contano poi i voti, che vengono registrati dai Cardinali Revisori insieme alle annotazioni dei Cardinali Scrutatori. L’elezione del Papa avviene con la maggioranza dei 2/3, quindi nel caso specifico del Conclave del 2025 se i Cardinali sono 133 servono 88 voti per eleggere il successore di San Pietro.
Nel primo giorno del Conclave al mattino si celebra la «Messa Pro Eligendo Pontifice»; nel pomeriggio, dopo l’ingresso nella Cappella Sistina con una solenne processione, una meditazione e alcune sistemazioni dal punto di vista tecnico, si svolge una sola votazione; dal secondo giorno in poi si procede con due votazioni al mattino e due votazioni al pomeriggio; se la maggioranza non viene raggiunta si continua con le votazioni; dopo la seconda votazione, non si ripetono più i giuramenti.

Fumata nera, fumata bianca

Al termine di ogni sessione, il risultato viene comunicato all’esterno attraverso la fumata, bianca se il Papa è stato eletto, nera in caso contrario. Per evitare che il Conclave si prolunghi, le regole cambiano gradualmente. Se dopo due giorni di votazioni consecutive nessun candidato ha ottenuto i 2/3 dei voti il regolamento prevede la pausa di un giorno, per consentire ai Cardinali elettori di pregare e confrontarsi tra di loro. A seguire, si può ripetere per quattro volte un’alternanza tra una serie di sette scrutini intervallati da una pausa per la preghiera, la riflessione, il confronto. Ogni Cardinale ha l’obbligo di consegnare i propri appunti, che saranno bruciati. Il Cardinale Camerlengo con i suoi assistenti scrive una relazione sull’esito di ogni sessione di voto, che sarà consegnata al futuro Papa in una busta sigillata, sempre sottoposta all’assoluta segretezza.
Osservatori interni alla Chiesa criticano le descrizioni dei Conclavi come luoghi di accordi e di intrighi per essere eletti come Papa. Giovanni Paolo II ha stabilito regole precise vietando rigorosamente accordi tra i Cardinali; possono dialogare tra di loro ma ha decretato che i Cardinali elettori si astengano da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse o costrizione a dare o a negare il voto; inoltre ha raccomandato ai Cardinali elettori di non lasciarsi guidare da influenze, simpatie e/o avversioni, da rapporti personali oppure da pressioni di personaggi autorevoli; ha esortato a non lasciarsi influenzare dai mezzi di comunicazione, dalla violenza, dal timore o dalla ricerca di popolarità.
Al termine delle votazioni e dello spoglio, al raggiungimento dei 2/3 dei voti, il Cardinale Decano chiede l’accettazione al Cardinale eletto, il quale ha la facoltà di rinunciare all’elezione; infine, arriva il momento di annunciare all’esterno la fine del Conclave attraverso il suono delle campane di San Pietro che accompagnano la fumata bianca, la quale dal Conclave del 2013 viene prodotta con fumogeni preparati per l’occasione e immessi in una stufa introdotta nel 2005; nella seconda stufa, quella tradizionale datata 1939, si bruciano le schede;  la canna fumaria e il comignolo sul tetto vengono montati solo per questa specifica circostanza. Probabilmente la tradizione della fumata inizia intorno alla metà del 1800, quando il colore nero è procurato bruciando la cera usata per sigillare le schede elettorali, con l’aggiunta di paglia bagnata per la fumata bianca, con risultati piuttosto ambigui da interpretare, prestandosi a equivoci che difficilmente venivano poi chiariti dagli interessati.

Habemus Papam. La "stanza delle lacrime"

Il Papa neoeletto si ritira in una stanza a fianco della Cappella Sistina, vicino alla Sacrestia, dove trova tre abiti di taglia diversa, in modo da trovare la propria misura; questo locale viene chiamato “stanza delle lacrime” ipotizzando che il neoeletto possa piangere per l’emozione.
Quando il nuovo Papa è pronto, il Cardinale Proto-Diacono, cioè il primo dei Cardinali dell’Ordine dei Diaconi, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, annuncia il Papa eletto: «Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa! L'eminentissimo e reverendissimo signore, signor (nome dell'eletto), cardinale (cognome dell'eletto) di Santa Romana Chiesa, il quale si è dato il nome di (nome pontificale seguito dall'eventuale numero ordinale)».
Il testo è in parte ispirato al Vangelo secondo San Luca (Lc 2,10-11), con le parole pronunciate dall’Angelo per annunciare ai pastori la nascita del Messia: «Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore».
In passato l’insediamento del Sommo Pontefice prevedeva cerimonie molto solenni, ma dal XX Secolo le Liturgie di inizio Pontificato sono semplificate. Papa San Giovanni Paolo II ha introdotto l’usanza di un breve saluto subito dopo l’annuncio “Habemus Papam” e prima della Benedizione “Urbi et Orbi”.   
Poiché il Conclave è impenetrabile con occhi esterni, uno dei pochi modi per descriverne le procedure è attraverso film dedicati, che sono il risultato di accurate ricerche; recentemente Radio Vaticana ha elogiato la ricostruzione dei film «Habemus Papam» del 2011 e «Conclave» del 2024.

Pregare per il Papa

Nei giorni precedenti il Conclave si diffondono numerose opinioni sui mass-media e attraverso i canali social, così come nei dibattiti tra amici; fare previsioni non è facile e forse non è cristianamente sano, anche se fa parte della laicità della storia umana.
Non mancano coloro che si lasciano trascinare in suggestioni riguardanti l’ultimo Papa e la fine del mondo, secondo un’antica profezia attribuita all’Arcivescovo San Malachia vissuto nel XII secolo, ma le prove storiche indicano che si tratta di una falsificazione composta intorno al 1590.
I credenti cristiani cattolici, confidano nel fatto che il Conclave si distingua per l’atmosfera di spiritualità ispirata dal luogo e dallo stare insieme per un atto così importante, in cui il ruolo dei Cardinali è affiancato dall’azione dello Spirito Santo; in un’intervista del 1997, il Cardinale Ratzinger affermava «(…) che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto».
Importante ed essenziale è vivere un clima di preghiera, affidandosi al Signore e alla Sua azione, fidandosi di Lui, che agisce nella Storia dell’umanità, pregando per il Papa, chiunque sarà il nostro prossimo Pastore.


Preghiera per il nuovo Papa

O Dio, eterno e buono, che avevi prefigurato la tua
Chiesa, con mirabile consiglio, nell’antica alleanza e al
compiersi dei tempi la innalzasti
sul fondamento degli apostoli.
Tra loro volesti scegliere Pietro, che primo riconobbe la
divinità del tuo Cristo, e ne facesti la solida roccia su cui
venne edificata la Chiesa.
Tu lo hai costituito guida e custode di tutto il gregge
perché nei secoli confermasse i suoi fratelli.
Il tuo Figlio e nostro Signore Gesù
gli affidò le chiavi del regno perché quanto stabilisse sulla
terra tu, o Padre, ratificassi nei cieli.
Ora, pastore eterno, che conduci il gregge con amore di
padre, dona alla chiesa cattolica
un pontefice sommo a te gradito
per santità e pazienza, interamente consacrato
al servizio del tuo popolo, che sappia guidarci con la
saggezza della parola e la forza dell’esempio, perché,
pastore e gregge insieme, possano raggiungere
il premio da te promesso.
Per Cristo nostro Signore.
Amen