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9 Novembre 2021
Ultima modifica: 9 Novembre 2021 ore 12:07

I nostri figli sono missionari

Una famiglia italiana in missione a Lourdes
I nostri figli sono missionari
Un'accelerata di macchina per sradicarsi al di là di un solo confine. Quando le distanze culturali sembrano incolmabili, bisogna mettersi in gioco. Soprattutto in una Francia sempre più secolare.

Sedici ore di viaggio dall’alba al crepuscolo. È partita così, cinque anni fa, l’avventura missionaria di Morena e Gabriele.
«Siamo arrivati ad Argelès – esordisce Morena –, un paesino nel cuore dei Pirenei ad una decina di km da Lourdes».
L’inizio non è stato proprio comodo.
«Eravamo una famiglia che parlava poco il francese – ricorda Gabriele – una famiglia particolare guardata tra l’incredulo e lo stupito. A volte anche con diffidenza per l’appartenenza alla Comunità Papa Giovanni XXIII, visto che attorno a Lourdes ruotano centinaia di associazioni e alcune non sono proprio trasparenti».

Le difficoltà iniziali

«In Italia eravamo abituati bene – prosegue Morena –, abitavamo nel cuore del paese, le persone ci volevano bene e le nostre famiglie ci sostenevano passo passo.”
Difficoltà iniziali che presto iniziano a dissiparsi.
«Dopo tre anni ci siamo trasferiti a Lourdes – continua Gabriele – vicini al santuario che tanto amiamo e per il quale ogni martedì raccogliamo le intenzioni di preghiera dall’Italia».
Morena intraprende il percorso di idoneità per l’affido familiare. Gabriele fa il portiere di notte, il traduttore negli alberghi e infine il supplente a scuola
«Anche i nostri figli si sono ambientati bene – racconta Morena –. Solo per Luca il percorso è stato più faticoso. Ha una disabilità psicomotoria e cognitiva importante e per i bambini come lui qui in Francia non è prevista la scuola. Volevano inserirlo in un centro per disabili, ma ci siamo rifiutati. Io mi sono anche presa della mamma chioccia italiana che preferisce tenere il figlio a casa piuttosto che mandarlo in una struttura eccellente per assistenza medica seppur senza integrazione».

Abbiamo trovato la strada giusta

Poi, non senza fatica, Gabriele e Morena trovano la via: un percorso triangolare tra scuola, centro e famiglia che ha fatto ricredere pure la maestra che aveva dato a Morena della mamma chioccia, tanto da auspicarlo per altri bambini.
«I nostri figli sono i veri missionari – conclude Morena –. Quando torniamo ad Argelès, il fornaio mi chiede ancora come sta Luca. Luca non parla, ma parla tutte le lingue. Non cambierà la Francia, ma le persone che incontra sì».

Chi sono Morena e Gabriele

Morena Della Ricca e Gabriele Pigani sono originari del Friuli. Classe ’77 lei e ’74 lui, si sposano poco più che ventenni nel 1998. Nel 2000 incontrano l’APG23 e ne diventano membri due anni dopo. Si aprono subito all’accoglienza e nel 2003 danno vita a una casa famiglia intitolata a Santa Bernadette. Nel 2016, insieme ai quattro figli e al nonno di casa, partono per Lourdes dove vivono tuttora.

Il progetto:
iscriviamo Luca al laboratorio musicale

Quest’anno il piccolo Luca ha terminato la scuola elementare. In attesa di trovare una via per consentirgli di proseguire il percorso scolastico, Gabriele e Morena vorrebbero inserirlo in un laboratorio musicale. Per lui si tratterebbe di un’occasione preziosa per continuare a interagire con gli altri bambini grazie al filo conduttore della sua amata musica.
Il laboratorio si tiene vicino a Lourdes, è animato da un musicoterapeuta ed è organizzato in piccoli gruppi. Il costo per venti lezioni è di 400 euro. Per questo chiediamo il vostro aiuto. Grazie di cuore per quanto potrete fare!
Per maggiori informazioni e per contribuire: segreteria.condivisione@apg23.org 0541 50622