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5 Agosto 2020
Ultima modifica: 26 Giugno 2023 ore 18:32

Covid, occasione di rilancio

Per la Cooperativa sociale il Ramo di Cuneo il lockdown è coinciso con un riassetto organizzativo senza precedenti
Covid, occasione di rilancio
Foto di collettivo Ynnesti
Fra le iniziative, la realtà sociale ha attivato un numero verde per chi chiede sostegno a causa del coronavirus nella provincia di Cuneo: dalle 10 alle 16 nei giorni feriali è a disposizione il numero 800.556214
Una cooperativa di tipo assistenziale ma anche un’impresa sociale: la Cooperativa il Ramo di Fossano della provincia di Cuneo ha rinnovato nelle scorse settimane il suo consiglio di amministrazione e, dopo quasi trent’anni, ha cambiato il suo presidente.

Il presidente entrante: Luca Miglietti

Un’eredità importante quella che si ritrova Luca Miglietti, il nuovo presidente della Cooperativa, anche se — come ci tiene a sottolineare lo stesso Miglietti — non stiamo parlando proprio di un novello: Luca infatti ha trascorso gli ultimi 18 anni a lavorare nella cooperativa e il suo ultimo incarico è stato proprio negli uffici amministrativi. «Conosco bene le progettualità di questa cooperativa», racconta a SempreNews il neopresidente secondo il quale l’integrazione tra aspetto socio-assistenziale e imprenditoriale verrà rafforzato: «Partiamo dalle persone più fragili e creiamo per loro delle attività che possano rispondere ai principi di inclusione sociale e lavorativa», continua Miglietti.

Il covid-19 ha sconvolto lo scenario

La Cooperativa il Ramo affianca le esperienze dei Centri Diurni, dove gli operatori portano avanti diverse attività dedicate alle persone più svantaggiate, con la lavanderia industriale e il confezionamento di prodotto alimentare per conto terzi: queste ultime sono solamente due delle attività imprenditoriali più redditizie della cooperativa. Ma l’emergenza coronavirus ha dato uno scossone all’abitudinarietà, soprattutto delle attività socio-assistenziali: «Ci siamo ritrovati a dover modificare le modalità di alcune attività, per ridurre i gruppi e fare il più possibile attività all’aperto — aggiunge Miglietti —. E così, in convenzione con realtà come comuni, musei, associazioni, parrocchie, da qualche tempo piccoli gruppi di persone con disabilità accompagnati dall’operatore sono presenti nei luoghi del territorio con ruoli attivi all’interno della società». Cura degli spazi verdi, allestimenti di eventi e mostre, attività didattiche in spazi messi a disposizione dagli enti locali: queste sono solo alcune delle attività nate durante il lockdown, in particolare nei comuni cuneesi di Boves e Caraglio. Una piccola rivoluzione culturale che cerca di spostare il concetto di disabilità vista come oggetto di assistenza in disabilità vista come risorsa attiva.

Ragazzo al lavoro fra i vestiti nella lavanderia della Cooperativa il Ramo
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo. Attività nella lavanderia professionale.
Foto di collettivo Ynnesti
Magazzino colorato
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo: lavoratori nel magazzino.
Foto di collettivo Ynnesti
Macchina impacchetta prodotti biologici
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo, lavorazione prodotti biologici
Foto di collettivo Ynnesti
Ragazzi disabili versano farina
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo: laboratorio educativo
Foto di collettivo Ynnesti
Persone disabili lavorano
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo: laboratori di inserimento lavorativo
Foto di collettivo Ynnesti
Ragazzi con disabilità suonano nella band de Il Ramo
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo; laboratori musicali per persone con disabilità
Foto di collettivo Ynnesti
Ragazza disabile spiega un cartone animato dal pc
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo
Foto di collettivo Ynnesti
Riunione con ragazzi disabili
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo, attività espressive e lavoro di gruppo
Foto di collettivo Ynnesti
Ragazza con disabilità lancia anelli verso i birilli
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo, laboratori per ragazzi con diverse abilità
Foto di collettivo Ynnesti
Persone con disabilità giocano a bowling
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo
Foto di collettivo Ynnesti
Ragazzo disabile in piscina
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo: gita in piscina dei ragazzi del centro
Foto di collettivo Ynnesti
Sede de Il Ramo con quadri appesi
Il Ramo cooperativa sociale del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII con sede a Fossano in provincia di Cuneo, produzioni artistiche
Foto di collettivo Ynnesti


Il presidente uscente: Italo De Vito

Lo sguardo di Luca è quello di chi guarda al futuro, un futuro fatto di idee e di progetti nuovi ma in continuità con la storia passata. Ma qual è invece lo sguardo di chi lascia la guida di una realtà come questa dopo trent’anni? «Stiamo parlando di una realtà che ho visto e contribuito a far nascere, ancora prima che fosse una cooperativa», racconta il presidente uscente Italo De Vito. «Abbiamo iniziato come centro occupazionale nel 1986, nel capannone messo a disposizione da un amico. Mancavano offerte di inclusione sociale e attività territoriali per le persone più fragili della comunità: quindi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo creato questa realtà che è cresciuta tanto, è diventata una cosa grossa e bella. Poi nel 1993 ci siamo costituiti come cooperativa. È iniziata la parte imprenditoriale, abbiamo iniziato ad assumere, ad allargare la rete e conformarci a quello che richiedevano le istituzioni. Una bella esperienza che porterò naturalmente sempre con me».

Negli anni più recenti, gli eventi han fatto sì che si cambiasse strada: «L’avvento delle tecnologie e poi il lockdown mi hanno convinto che era ora di cedere il passo a qualcun altro — conclude Italo —. Si sono sviluppate tante competenze qui all’interno ed era giusto che avessero voce anche loro». A chi si chiede cosa farà adesso, l’ex-presidente risponde: «Il mio impegno nel sociale continua con l’accoglienza e con l’aiuto di mia moglie».