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2 Gennaio 2021
Ultima modifica: 2 Gennaio 2021 ore 09:47

Il primo volo a zero emissioni di CO2

Il Manchester Airports Group offre un premio per il primo volo commerciale a zero emissioni di CO2
Il primo volo a zero emissioni di CO2
Foto di xenostral
Cinque anni di tasse di atterraggio gratuite, del valore di circa 1,3 milioni di sterline, per farlo diventare il primo a zero emissioni nette di CO2 entro il 2038
Il Manchester Airports Group (MAG), il più grande gruppo aeroportuale della Gran Bretagna, proprietario di diversi aeroporti tra cui quello di Manchester e di Londra Stansted, ha offerto un premio alla prima compagnia aerea in grado di operare un volo commerciale a emissioni zero.
Il premio consiste in cinque anni di tasse di atterraggio gratuite, del valore di circa 1,3 milioni di sterline, e la proposta si inserisce nel piano strategico del gruppo per far diventare uno dei propri aeroporti il primo a zero emissioni nette di CO2 entro il 2038.

Per le associazioni ambientaliste c'è il rischio "greenwashing"

Tutte le principali compagnie aeree britanniche hanno già sottoscritto il Sustainable Aviation pledge, con il quale si impegnano a tagliare del tutto le proprie emissioni entro il 2050. Ma le associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, hanno puntato il dito contro l’accordo, considerato un mero tentativo di greenwashing, dal momento che le stesse compagnie hanno dichiarato di voler aumentare i propri voli del 70%, pandemia permettendo.
Il contributo dell'aviazione alle emissioni globali prodotte dall'uomo, infatti, è quasi del 5%, essendo cresciuto di quasi il 26% in cinque anni prima della pandemia. Dal canto loro, le compagnie puntano molto sulla prossima tecnologia di aerei elettrici o alimentati a idrogeno: i produttori di aeromobili, infatti, sperano di costruire il primo velivolo ibrido elettrico a basse emissioni per voli commerciali a corto raggio entro la fine degli anni ‘30.

Heathrow taglia i costi

L’annuncio del Manchester Airports Group è arrivato proprio mentre un altro aeroporto, quello di Heathrow, si è tirato indietro dopo aver promesso nuovi incentivi poi disattesi: come forma di compensazione in vista della costruzione della terza pista, il principale aeroporto inglese aveva annunciato una serie di sussidi rivolti ai propri dipendenti perché scegliessero i mezzi di trasporto pubblico anziché forme di trasporto private per raggiungere il posto di lavoro. Con l’aggravarsi della pandemia, invece, non solo i sussidi sono stati ritirati, ma Heathrow ha annunciato anche una serie di tagli agli stipendi del suo personale.
«Il coronavirus ha posto nuove sfide significative per il nostro settore» ha detto l’amministratore delegato di MAG, Charlie Cornish. «Per questo dobbiamo continuare a guardare al futuro e alle entusiasmanti innovazioni che saranno fondamentali per il futuro del volo». Ma la fiducia riposta nel futuro del settore da parte di Cornish si scontra con il crollo dei voli dovuto all’emergenza sanitaria. Chissà che come forma di resilienza, gli aeroporti inglesi sceglieranno proprio la via della sostenibilità.