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11 Luglio 2022

L'acqua è un diritto umano che manca a 2 miliardi di persone

Le idee per vincere la siccità.
L'acqua è un diritto umano che manca a 2 miliardi di persone
Foto di Artem Beliaikin
Nonostante sia la risorsa più abbondante del nostro pianeta, molte persone non hanno ancora un accesso garantito all'acqua potabile. Per questo molte persone hanno cercato una soluzione innovativa a questo problema.
L’acqua è la risorsa più abbondante sul nostro pianeta, eppure un quarto della popolazione umana non ha accesso all’acqua potabile. Secondo un recente Report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale almeno 2 miliardi di persone utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da microbi a causa delle feci. Destano sempre più preoccupazione anche le contaminazioni dell’acqua a causa di arsenico, fluoruro, nitrato, oppure a causa di contaminanti emergenti dei prodotti farmaceutici, pesticidi, sostanze per- e poli-fluoroalchiliche (PFAS) nonché le microplastiche.
L’importanza dell’acqua pulita è dovuta al fatto che l’igiene è la chiave per prevenire non solo le malattie diarroiche, ma anche le infezioni respiratorie acute e numerose malattie tropicali spesso trascurate.
Proprio per questo motivo nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici. Ogni individuo ha diritto a poter utilizzare acqua sicura, pulita, in quantità sufficiente e in modo continuativo, facilmente accessibile ed economicamente conveniente. 
Per favorire questo diritto umano anche nei luoghi dove c’è scarsità di acqua, molte persone nel mondo si sono messe all’opera per inventare sistemi ingegnosi. Di seguito troverete alcune di queste idee innovative.

Israele: una tecnologia che vince la crisi idrica

Israele watergen
Watergen è un'industria israeliana che produce macchinari in grado di estrarre acqua dall'aria
 
Watergen, un’azienda israeliana, utilizza una tecnologia in grado di fornire acqua potabile estraendola dall’aria. La tecnologia implicata in questo processo è più semplice di quanto sembri. L’atmosfera terrestre contiene 13 miliardi di tonnellate di acqua dolce: filtrando il vapore acqueo presente nell’aria i macchinari di Watergen riescono a fornire fino a 6mila litri di acqua in un giorno. «Con questo sistema non è necessario costruire condutture per l’acqua» afferma Michael Mirilashvili, presidente di Watergen. «Un altro vantaggio è che non ci si deve preoccupare né della sanificazione dell’acqua, né dell’inquinamento dovuto alle bottiglie di plastica».
Oltre a vendere distributori d’acqua da mettere nella propria abitazione o nei luoghi di lavoro, Watergen è impegnata a rifornire acqua alle popolazioni svantaggiate. Grazie alla collaborazione con ONG locali e internazionali, è stato installato nella comunità Navajo in Arizona un macchinario che produce 700 litri di acqua al giorno. Una cosa simile è stata fatta a La Guajira in Colombia e nella provincia Eastern Cape in Sud Africa.

Stati Uniti: come rubare l’acqua all’aria del deserto

Acqua dal deserto
I ricercatori dell'Università di Berkeley in California hanno inventato una tecnologia che estrae acqua dall'aria del deserto
 
Estrarre l’umidità presente nell’aria per ottenere acqua potabile: grazie ai ricercatori dell’Università di Berkeley in California questo sogno sta diventando realtà. Il team di ricercatori guidato da Omar Yaghi già nel 2018 aveva puntato l’attenzione sul MOF-303, una struttura metallo-organica a base di alluminio che è in grado di assorbire il vapore acqueo presente anche nell’aria secca del deserto, immagazzinare le molecole d’acqua come minuscoli “ghiaccioli” per poi rilasciarle come acqua potabile pulita. Con un nuovo studio pubblicato qualche mese fa su Science, i ricercatori approfondiscono il meccanismo implicato e aprono la strada per creare unità di idratazione autonome delle dimensioni di un pallet, pesanti circa 130 kg. Se collegate a un generatore diesel per azionare un ventilatore e un riscaldatore, ogni unità di idratazione potrebbe produrre in modo affidabile, efficiente e conveniente almeno 1000 litri al giorno di acqua dolce, abbastanza per rifornire un gruppo di 150 persone. Un prototipo sarà sottoposto a test a metà del 2022.
Con questa tecnologia disponibile si potrebbero aiutare le popolazioni che devono affrontare la crescente scarsità d'acqua in tutto il mondo.

Uganda: ricavare acqua potabile dall’immondizia

Uganda acqua potabile
In Uganda il chimico Timothy Kayondo ha creato un depuratore che usa il carbone attivato ricavato dagli scarti alimentari.
 
Anche in Uganda la possibilità di usare acqua potabile è una sfida sempre più complessa per milioni di persone. 
Timothy Kayondo è riuscito a trovare una soluzione innovativa a questo problema. Fin da piccolo sognava di diventare un medico, ma il percorso accademico era troppo costoso e così ha studiato Chimica Industriale. Facendo dei test sull’acqua potabile a Kampala, la capitale ugandese, ha scoperto che i tassi di cloro diminuivano progressivamentedurante il trasporto attraverso le condutture. Perfino l’acqua che era ritenuta potabile, una volta arrivata al rubinetto di casa, non era più sicura e poteva causare infezioni e malattie. Per risolvere questo problema ha inventato un depuratore eco-mobile fatto apposta per le esigenze della popolazione in Uganda.
Per abbattere i costi ha ideato un modo economico per ottenere del carbone attivo, noto per la capacità di assorbire elementi esterni anche tossici. Infatti per ottenere carbone attivo, Kayondo usa materiali ricchi di carbone, che si trovano anche negli scarti presenti normalmente in cucina. Ad esempio bucce di manioca e ossa di carne bovina. All’inizio girava casa per casa per reperire questi scarti, ora si rivolge agli agricoltori della zona per avere le bucce di manioca e ai macellai per avere ossa di bovino. Poi secca questi componenti, li riduce in polvere e li attiva in un laboratorio specializzato, ottenendo così del carbone attivato. Il depuratore è contenuto in una valigetta di metalloche, oltre al carbone attivato, contiene anche una lampada UV, dei cavi interconnessi, una pompa e una batteria che si può ricaricare con un piccolo pannello solare portatile. L’acqua sporca attraversa il carbone attivo, poi riceve la luce ultravioletta e esce potabile.
Kayondo ha ideato il depuratore cercando di abbattere i costi più possibile, arrivando a 200 dollari ciascuno per un depuratore casalingo. Se invece si tratta di un depuratore più grande, si arriva anche a 2000 dollari. I depuratori più grandi vengono installati in zone dove non c’è l’acquedotto e dove molte persone possono trarne vantaggio, soprattutto in posti dove non è pratico usare acqua bollita, come ad esempio in scuole e centri medici.
Ora Kayondo sta pensando di vendere la sua invenzione per un uso industriale, che potrà essere utile ad di là dei confini dell’Uganda.

Iraq: come uscire dalla crisi idrica?

Anche in Iraq la popolazione si sta rendendo sempre più conto dell’importanza dell’acqua. Secondo un report pubblicato da alcune ONG (Action Against Hunger, CARE e altre), 7 milioni di persone in Iraq sono a rischio per mancanza di acqua. Oltre alla guerra che ha devastato gran parte delle infrastrutture idriche, la scarsità d’acqua è dovuta anche al “Great Anatolia Project” della Turchia che consiste nella costruzione di 22 dighe e 19 centrali idroelettriche sui fiumi Tigri ed Eufrate. People in Need e il World Food Programme stanno lavorando per riabilitare canali, pompe e reti di irrigazione per sostenere gli agricoltori in difficoltà a nord di Baghdad, offrendo anche corsi di formazione su pratiche agricole rispettose del clima. Secondo Ivan Khadir della People in Need, per affrontare la crisi idrica è fondamentale una maggiore consapevolezza sull'uso dell'acqua e l’uso di un sistema di irrigazione a goccia.

Sudafrica: Una tanica d’acqua che rotola

Sudafrica hippo roller
Hippo Roller è una tanica che rotola, consentendo alle persone in Sudafrica di trasportare facilmente acqua dal pozzo alle proprie abitazioni.
 
Secondo il Report sulla disponibilità di acqua potabile nel mondo ci sono ancora più di 2 miliardi di persone senza accesso all’acqua potabile. Secondo un recente studio (Statistics South Africa’s General Household Survey), in Sudafrica il 53,7% delle famiglie non ha l’acqua corrente in casa e spesso sono le donne e i bambini che devono andare a prenderla. Per rispondere a questa esigenza, un’impresa sociale, con sede in Sud Africa, produce e distribuisce dal 1991 gli Hippo Roller, speciali contenitori che permettono di trasportare 90 litri d’acqua più facilmente e velocemente. Grazie a ONG e sostenitori, Hippo Roller Project ha raggiunto 51 Paesi nel mondo e spera di riuscire ad espandersi sempre di più, perché avere più acqua a disposizione, significa anche avere condizioni di vita migliori, un’igiene migliore, una salute migliore e poter coltivare anche un piccolo orto per l’agricoltura di sussistenza.