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31 Gennaio 2023
Ultima modifica: 31 Gennaio 2023 ore 10:55

Intercettazioni: c'è davvero bisogno di intervenire?

Il tema delle intercettazioni è al centro del dibattito politico. Ecco cosa c'è da sapere per capire la posta in gioco.
Intercettazioni: c'è davvero bisogno di intervenire?
Foto di Vadym
Secondo il garante della privacy, le norme del 2020 hanno praticamente annullato gli abusi, ma il Governo vorrebbe una ulteriore stretta. I contrari temono l'indebolimento di uno strumento essenziale alle indagini.
In questi giorni la disciplina delle intercettazioni nell’ambito del processo penale è tema di un vivace dibattito in Parlamento, nei media, e persino all’interno della stessa compagine governativa. Tante esternazioni pubbliche, più o meno veementi, riferite sia a giornalisti che ad un uso troppo ampio da parte dei magistrati.
Le intercettazioni telefoniche sono da sempre tra i temi “scottanti ” della dialettica tra magistratura e politica; infatti le conversazioni intercettate spesso hanno rivelato, oltre alla prova dei reati commessi, atteggiamenti e linguaggi incompatibili con l’immagine pubblica ed il ruolo istituzionale dei protagonisti, con effetti immediati e dirompenti, e con risvolti di riprovazione nell’opinione pubblica tali da non permettere loro la prosecuzione di impegni politici e di cariche istituzionali.
Periodicamente la questione riemerge nell’agone politico, attorno ad essa ruotano delicati bilanciamenti di principi di portata costituzionale quali l’esigenza processuale della Giustizia e del non inquinamento delle prove, la libertà e segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, la tutela della privacy, il diritto dei cittadini ad essere informati sui fatti di cronaca giudiziaria e l’indipendenza della Magistratura.

Le tipologie di intercettazioni e chi le può disporre

Le intercettazioni sono dei potenti mezzi di prova per la loro inconfutabilità e ne esistono di vari tipi:
  • telefoniche, se consistono nell’acquisizione di telecomunicazioni attraverso il telefono o altre forme di trasmissione;
  • ambientali, se si indirizzano a colloqui tra presenti all’insaputa di almeno uno degli interessati;
  • informatiche, se si intercetta il flusso di comunicazioni relativo a sistemi informatici o telematici.
Possono essere disposte solo con l’autorizzazione della magistratura (in particolare con la centralità dei PM) per accertare la commissione di determinati tipi di reati e solo se sono presenti gravi indizi di reato e l’intercettazione risulta assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini (es: mafia, pedopornografia, droga, armi, contrabbando, molestie telefoniche e altri reati puniti con la pena dell'ergastolo o della reclusione non minore e/o maggiore dei cinque anni – puntualmente indicati all’art. 266 cpp).

Come viene tutelato il segreto

I verbali selezionati delle intercettazioni sono coperti da segreto fintanto che non vengono acquisiti nel fascicolo processuale e messi a disposizioni delle parti e dei difensori. I testi non ammessi nel processo sono conservati integralmente in apposito archivio gestito e tenuto, sotto la direzione e la sorveglianza del Procuratore della Repubblica, dall'ufficio che le ha richieste ed eseguite.
Nel 2020 era già entrata in vigore una nuova disciplina dell’istituto che aveva come obiettivo la gestione corretta dell’archivistica dei verbali e una maggior tutela della privacy delle persone coinvolte e, secondo i dati forniti dall’Autorità garante della privacy dal 2020, la nuova legge ha portato praticamente ad annullare la casistica di abusi denunciati
Su questo tema, inoltre, la Magistratura ha avviato da tempo riflessioni ricognitive e risoluzioni di buone prassi  al fine di evidenziare i moduli organizzativi funzionali ad assicurare un condiviso ed efficace utilizzo dello strumento di indagine e al fine ultimo di assicurare la tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti.
Ciononostante non si sono mai sopite ulteriori volontà politiche di revisione soprattutto per i passaggi delicati delle informazioni digitali tra i vari uffici gestori, l’evoluzione tecnologica e le potenzialità dannose del rapporto tra captazioni e pubblicità mediatica che la società telematica ha di gran lunga accentuato.

Le criticità sollevate dal Governo

Anche se dunque il sistema in sé parrebbe avere la capacità di prevenire eventuali abusi, la questione torna all’attenzione del Governo con la volontà annunciata di rimetter mano alla normativa.
Sostanzialmente le criticità sollevate riguarderebbero principalmente l’impermeabilità degli archivi delle intercettazioni (compresi i trasferimenti dei dati nei diversi data center) per le cosiddette “fughe di notizie”, l’utilizzo mediatico di quelle non più coperte da segreto, e anche una ipotetica “stretta” autorizzativa nel codice di procedura penale per talune tipologie di reati ancora non chiara nelle sue declinazioni.

Dalla contrapposizione alla collaborazione

La questione, al netto delle schermaglie politiche, non può non tener conto che le intercettazioni sia preventive che giudiziarie sono uno strumento essenziale per l’esercizio della Giustizia ed è estremamente importante che la volontà di tutti riguardo eventuali accorgimenti normativi passi - scevra da sterili contrapposizioni ed esternazioni - attraverso l’inaugurazione di una stagione di confronti improntati ad una leale collaborazione tra gli organi costituzionali (Parlamento, Governo e Magistratura) e, per gli aspetti deontologici, con avvocati e giornalisti.
La credibilità, il rispetto e la forza delle Istituzioni sono risorse fondamentali da preservare e solo un sano confronto democratico può  alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni nazionali.