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18 Ottobre 2025
Ultima modifica: 18 Ottobre 2025 ore 13:11

Legge di bilancio, 5 per mille al no profit: il Governo alza il tetto

La manovra approvata ieri in Consiglio dei Ministri alza il tetto massimo dei fondi che i contribuenti possono devolvere alle organizzazioni no profit con il 5 per mille. Un segnale positivo, ma le Associazioni chiedevano che il tetto fosse abolito.
Legge di bilancio, 5 per mille al no profit: il Governo alza il tetto
Il magazine Vita insieme a 67 organizzazioni del Terzo settore ha lanciato la mobilitazione nazionale "5 per mille, ma per davvero". L'obiettivo è restituire piena efficacia a uno strumento di sussidiarietà fiscale scelto ogni anno da milioni di contribuenti, rimuovendo il limite che di fatto blocca una parte significativa dei fondi destinati alla solidarietà.

Il vice ministro Maria Teresa Bellucci aveva anticipato in una nota qualche giorno fa l'intenzione del Governo di alzare il tetto del 5 per mille che i contibuenti possono devolvere alle organizzazioni no profit, e così è stato: il testo del disegno di Legge di bilancio 2026 approvato ieri in Consiglio dei Ministri ha alzato il tetto da 525 a 610 milioni.
Si tratta di un risultato positivo, frutto di una mobilitazione generale che da tempo premeva perché le norme fossero modificate. Ma non è quello che chiedevano le associazioni.

La campagna di mobilitazione sociale

La scelta del "5 per mille" è un gesto di libertà e impegno civile compiuto da quasi 18 milioni di cittadini, ma per le organizzazioni del Terzo Settore non è ancora un 5 per mille completo. È questo il cuore della mobilitazione lanciata dal Magazine Vita insieme a decine di grandi realtà sociali del Paese, come la Comunità Papa Giovanni XXIII, Save the Children, ACLI, Fondazione Umberto Veronesi e Associazione Italiana Celiachia (AIC).
La campagna, intitolata "5 per mille, ma per davvero", nasce per contrastare l'attuale normativa che impone un tetto di spesa ai fondi devoluti dai contribuenti. Nonostante nell'ultimo anno gli italiani abbiano destinato, con la propria firma in dichiarazione dei redditi, una cifra record che ha superato i 603 milioni di euro, il limite fissato per legge a 525 milioni di euro impedisce che circa 79 milioni di euro raggiungano effettivamente gli enti scelti.
In sostanza, come sottolineano i promotori, quello che i cittadini considerano un 5 per mille si riduce, nei fatti, a un 4,3 per mille, tradendo le intenzioni espresse da quasi un terzo dei contribuenti italiani.


Perché togliere il tetto non è una nuova spesa

L'appello è diretto al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento, e si fonda su un principio di coerenza e trasparenza. Togliere il tetto, spiegano gli organizzatori, non comporta l'introduzione di una nuova spesa per lo Stato. Si tratta invece di permettere che le risorse, a cui lo Stato ha già rinunciato cedendo una quota dell'IRPEF, vengano interamente distribuite agli enti beneficiari, per consentire loro di sostenere progetti vitali per la collettività, come l'assistenza ad anziani, persone con disabilità, giovani e famiglie in difficoltà. La posta in gioco è la capacità del Terzo Settore di continuare a rispondere ai bisogni sociali, spesso supplendo alle mancanze del welfare pubblico.
La mobilitazione chiede dunque un intervento normativo urgente per eliminare il limite, garantendo che ogni firma valga davvero il 5 per mille destinato, rafforzando così l'alleanza responsabile tra cittadini, enti e istituzioni per il bene comune.