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17 Agosto 2023
Ultima modifica: 17 Agosto 2023 ore 12:13

La casa famiglia rientra dopo l'alluvione

La gioia e la commozione del responsabile Giovanni Belosi: «Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato e sostenuto»
La casa famiglia rientra dopo l'alluvione
Foto di Luca Luccitelli
L'alluvione è stata una tragedia per tante persone. Dopo quei momenti drammatici, è arrivato il tempo della gratitudine: «In tanti hanno fatto donazioni piccole e grandi. Voglio dire: grazie a tutti. Non solo abbiamo beneficiato del vostro sostegno concreto ma abbiamo sentito la vostra vicinanza. Senza di voi non ce l'avremo mai fatta.»

Sono passati esattamente 3 mesi da quando, il 16 maggio scorso, l'acqua sommerse gran parte della Romagna provocando un disastro senza precedenti: 17 vittime, 23 fiumi e torrenti esondati, 250 frane, 15mila persone evacuate.
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha avuto numerose case colpite dall'alluvione. A Rimini nacque 55 anni fa l'opera di don Oreste Benzi e pertanto in Romagna si trovano centinaia di strutture per l'accoglienza delle persone fragili o che vivono un periodo di difficoltà. 
La comunità terapeutica di Albareto, vicino a Faenza, finì sott’acqua ed attualmente i 13 ragazzi ospiti e gli operatori sono in un'altra struttura dell'associazione a Durazzanino, vicino Forlì. La casa per l'accoglienza di persone migranti di Colmano è potuta rientrare dopo la sistemazione delle strade franate, mentre quella di Predappio è ancora ospitata in una struttura religiosa a Modigliana. Una casa famiglia di Rimini con 15 persone rientrò pochi giorni dopo aver subito l'allagamento. Molte altre strutture del territorio, tra case famiglia, comunità e centri occupazionali, rimasero isolate in quei giorni.

Giovanni, cosa successe il giorno dell'alluvione?

«Alla sera ci avevano allertato dell'emergenza meteo ma pensavamo - come tutti - che solo le case più vicine al fiume avrebbero avuto problemi, come era accaduto all'inizio di maggio. Poi di notte arrivò l'acqua. Ho davanti ai miei occhi il frigorifero che galleggiava al piano terra, l'auto ed il pulmino sommersi nel giardino. Tutto andato perso.»

Come foste portati in salvo?

«Fummo evacuati il giorno dopo con un mezzo anfibio dei vigili del fuoco. Elena, una ragazza disabile accolta, urlava per la paura. Faticava a capire cosa stesse succedendo. La sistemazione di emergenza presso un'altra casa. Il centro diurno dove andava durante il giorno che non c'era più. Se quell'evento è stato traumatico per migliaia di persone, per le persone speciali, quelle che portano una disabilità psichica, è stato un cataclisma.»

casa famiglia Albareto
La casa famiglia evacuata per l'alluvione a Faenza è finalmente riuscita a rientrare nella struttura.
Foto di Luca Luccitelli

Come avete vissuto questi mesi fuori casa?

«In casa ora siamo in 9 persone. Durante l'alluvione abbiamo dovuto separarci: alcuni ragazzi sono rimasti vicino alla casa alluvionata per sistemarla come potevano e coordinare i volontari che venivano. In 4 siamo stati ospitati presso un'abitazione di amici, mentre altri 2 sono temporaneamente rientrati nelle loro famiglie d'origine. Per 2 mesi tutte le attività diurne per i ragazzi speciali che ospito sono state interrotte. Solo da poco hanno riaperto presso altre strutture.»

Come è stato rientrare a casa?

«Siamo stati felicissimi. Finalmente adesso siamo tornati tutti insieme qui nella nostra casa famiglia. Stare lontani è stato molto difficile, specie per quelli che hanno più fragilità. Adesso che siamo tornati ne stiamo beneficiando tutti. In particolare chi è più grave, chi è più speciale, sta dimostrando di essere contento di essere tornato. La condivisione della vita, stare insieme, a volte è un po' dura, ma in un contesto come quello familiare è tutto più facile. È bello stare in famiglia.»

Cosa vuoi dire a chi vi ha aiutato?

«L'alluvione è stata una grande tragedia per la nostra famiglia, la città e tante persone che conosciamo. Ma adesso che siamo tornati a casa dopo esser stati in una trasferta forzata voglio ringraziare la città di Faenza, le persone della mia Comunità e tutti quelli che ci sono stati vicini in tanti modi. Moltissimi volontari ci hanno aiutato a spalare il fango, ci hanno portato vestiti, attrezzature, generi alimentari. In tanti hanno fatto donazioni piccole e grandi. Voglio dire: grazie a tutti. Non solo abbiamo beneficiato del vostro sostegno concreto ma abbiamo sentito la vostra vicinanza. Senza di voi non ce l'avremo mai fatta.»

Cosa provi adesso?

«È stato davvero commovente, imbarazzante in alcuni momenti. Tutte le cose che vedo, che tocco, penso che tre mesi fa erano sommerse dall'acqua. Ho un senso di riconoscenza grandissimo per quello che ci è stato donato. Grazie per averci permesso di tornare a casa!»