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1 Maggio 2025

La famiglia secondo Papa Francesco

Tante le riflessioni e le prese di posizione di Francesco sulla famiglia e sul matrimonio
La famiglia secondo Papa Francesco
Foto di ANSA/US VATICAN MEDIA
Famiglie forti, ma anche famiglie fragili. Il pontificato di Bergoglio ha cercato di ridurre lo scarto tra l'ideale ed il reale proponendo soprattutto una Chiesa aperta e accogliente, non senza causare tensioni.
«La famiglia è il luogo dove curare tutti, sia le persone accolte sia quelle accoglienti, perché è la risposta al bisogno innato di relazione che ha ogni persona». È ciò che ha detto Papa Francesco il 14 gennaio 2023 ai bambini e ragazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII accorsi in udienza per sentirlo.
Papa Francesco e la famiglia: un intreccio affascinante e coraggioso, del quale vorremo riproporre alcuni passaggi significativi.

L'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia

Significativa è senza dubbio l'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, che arriva al termine di due anni di lavoro intenso e due sinodi che hanno cercato di mettere a fuoco le principali sfide e risorse della famiglia oggi. Famiglia che sta indubbiamente attraversando un periodo critico. Criticità dall’interno, con un progressivo indebolimento dei legami, e dall’esterno, in particolare da chi vede la fine della famiglia tradizionale e l’avvento delle “famiglie”, differenti formazioni sociali non più necessariamente basate sull’incontro della differenza sessuale.
Il clima quindi era molto turbolento, e in certi momenti c’è stata l’impressione che il mondo cattolico fosse spaccato in due: da una parte i conservatori, che auspicavano parole dure del Papa su omosessualità, nuove unioni, comunione ai divorziati risposati; e dall’altra i progressisti che – vedendo anche i modi decisamente morbidi di Francesco («chi sono io per giudicare…») –  speravano in nuove aperture e l’uscita dal rigido rigore dottrinale del predecessore. 

L'equilibrio tra tradizione e novità

Ma questo il Papa già lo sapeva e infatti nelle prime pagine scrive «I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche»[AL 2]. E – poche righe dopo – «desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero»[AL3].
L’Amoris letizia allora spiazza tutti e si colloca in un filone di “riforma nella continuità” per usare un’espressione di Benedetto XVI.
La prima cosa da considerare è che è stata scritta nell’Anno della misericordia, e questa deve essere l’angolatura dalla quale viene letta.

L'amore e la gioia in famiglia

“Sull’amore nella famiglia”: è questo il centro. È questa la prospettiva da cui leggere tutto il resto, insieme alle prime parole che nei documenti pontifici sono scelte accuratamente perché danno il “la” all’intero testo: “La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”
Amore, niente a che fare con quello “romantico”, perché Francesco spiega che quella  «gioia matrimoniale, che si può vivere anche in mezzo al dolore, implica accettare che il matrimonio è una necessaria combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni, di soddisfazioni e di ricerche, di fastidi e di piaceri, sempre nel cammino dell’amicizia, che spinge gli sposi a prendersi cura l’uno dell’altro» [AL 126].
Nella Parola stessa – si legge ampiamente nel primo capitolo – non ci sono “famiglie Mulino Bianco” ma: «una realtà amara che segna tutte le Sacre Scritture. È la presenza del dolore, del male, della violenza che lacerano la vita della famiglia e la sua intima comunione di vita e di amore. Non per nulla il discorso di Cristo sul matrimonio (cfr Mt 19,3-9) è inserito all’interno di una disputa sul divorzio. La Parola di Dio è testimone costante di questa dimensione oscura che si apre già all’inizio quando, con il peccato, la relazione d’amore e di purezza tra l’uomo e la donna si trasforma in un dominio» [AL 19].
Concetti che ribadirà anni più avanti, ad esempio nella Lettera agli sposi del 26 dicembre 2021, Festa della Santa Famiglia: «La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato. Quante volte, come gli apostoli, avreste voglia di dire, o meglio, di gridare: "Maestro, non t’importa che siamo perduti?"» (Mc 4,38).

Non cambia la dottrina ma lo stile

Nessun cambiamento dottrinale comunque. Quello che cambia casomai è lo stile: «non ha senso fermarsi a una denuncia retorica dei mali attuali, come se con ciò potessimo cambiare qualcosa. Neppure serve pretendere di imporre norme con la forza dell’autorità. Ci è chiesto uno sforzo più responsabile e generoso, che consiste nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia» [AL 35].
Umili e realisti, perché «molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità» [AL 38].
Non c’è quindi arretramento rispetto all’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia: «Nessuno può pensare che indebolire la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sia qualcosa che giova alla società».

Dall'indissolubilità alle azioni d'amore

Ecco la bellezza di Amoris Laetitia. Uno stile positivo e propositivo. Ad esempio sul tema dell’indissolubilità, che viene ribadita ma non è e non va presentata come un giogo, ma come un dono: «L’amore matrimoniale non si custodisce prima di tutto parlando dell’indissolubilità come di un obbligo, o ripetendo una dottrina, ma fortificandolo grazie ad una crescita costante sotto l’impulso della grazia. L’amore che non cresce inizia a correre rischi, e possiamo crescere soltanto corrispondendo alla grazia divina mediante più atti di amore, con atti di affetto più frequenti, più intensi, più generosi, più teneri, più allegri»[AL 134]. Altro che regola, bisogna darsi da fare! Ecco che  questo inusuale atteggiamento del Papa, chiama ogni cristiano, ogni sposo ed ogni sposa ad un maggiore impegno e dedizione.

Servono comunità cristiane accoglienti

E per le comunità cristiane? Come ha recentemente scritto dalle pagine di Avvenire il teologo Philippe Bordeyne, preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II”: «Servono comunità cristiane accoglienti, formate ad ascoltare la storia delle coppie, sempre bella e a volte complicata, segnata da ferite e tentennamenti. Francesco ci ha insegnato che questa complessità non deve scoraggiarci. Rappresenta un momento senza precedenti per vivere la missione».