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8 Giugno 2023
Ultima modifica: 8 Giugno 2023 ore 09:08

Le scuole lombarde fanno rete

Per combattere la criminalità l'unione fa la forza
Le scuole lombarde fanno rete
Foto di Ulrich da Pixabay
L'esperienza di Rete della scuole lombarde, un fiore all'occhiello nel panorama nazionale, da conoscere e diffondere in altre realtà.
Nel 2015 la Regione Lombardia insieme all’Ufficio Scolastico Regionale (USR) crea una convenzione per far nascere delle Reti scolastiche al fine di contrastare la criminalità organizzata. Nasce una prima Rete tra le scuole del lodigiano, come centro di promozione alla legalità, grazie al lavoro della dirigente Antonia Rizzi dell’istituto d’Istruzione Superiore di Codogno, che ha creduto fin da subito in questa opportunità come vincente per promuovere aspetti nuovi ed interessanti nel contesto scolastico e per rispondere alle sfide ed ai bisogni crescenti. Contemporaneamente sono nate altre 12 reti, mettendo in connessione molte scuole, dislocate nelle diverse provincie della Lombardia.Approfondiamo con il coordinatore della Rete lodigiana, Daniele Matarozzi, docente d’impianti di produzione in ambito alimentare industriale dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Codogno, scuola capofila della Rete della provincia di Lodi. Daniele, ora si occupa di fare da collante tra le Reti, coordinando i diversi referenti della provincia.

Quali sono le reti e di cosa si occupano?

«Esistono 4 Reti: il Centro di Promozione delle Legalità (CPL - www.cpllodi.it), la Rete che si occupa di contrastare la violenza sulle donne 
Daniele Matarozzi
chiamata “Non sei da Sola”(www.retelodinonseidasola.it), quella che si occupa dell’educazione alle differenze nell’ottica della prevenzione e contrasto di ogni estremismo violento, e la Rete sul bullismo e cyberbullismo, che prende il nome di “Bullout 2.0” (https://www.bulloutlodimet.it/).
La Rete di Lodi coinvolge 19 scuole, divenuta un punto di riferimento per l’intera regione, attualmente partecipa anche a livello nazionale assumendo un’importante rilevanza e portando la voce delle realtà delle Reti lombarde.
Le Reti vengono finanziate dalla regione Lombardia e riescono ad accedere anche ad alcuni bandi del Ministero per azioni mirate. USR fa da collante in termini di linee d’intervento e per la rendicontazione sia economica che delle attività. Le Reti sono verticali: coinvolgono dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.
Gli obiettivi e le azioni minime che la Rete deve perseguire sono esplicitate dalla regione Lombardia e dall’USR. Nello specifico poi la Rete si occupa di far emergere la problematica e implementare la sua conoscenza nel contesto scolastico, lavora per la prevenzione e propone interventi per necessità specifiche. I referenti della Rete, docenti o dirigenti, rilevano i bisogni della scuola e poi, in dialogo con il coordinatore, viene decisa la linea d’intervento e la proposta, che viene diffusa a tutte le scuole della Rete».

Una scuola interessata ad aderire alle Reti cosa deve fare?

«Il Collegio Docenti e il Consiglio d’Istituto devono approvare l’ingresso della scuola nella Rete o nelle Reti alle quali vuole aderire. L’ingresso è gratuito e la scuola può usufruire delle attività promosse, non c’è nessun vincolo se non quello di partecipare alle riunioni e cogliere le opportunità ed i progetti promossi. Ciascuna scuola individua un docente che assume il compito di seguire la Rete, in alcune è il dirigente stesso che segue in prima persona».

Quali sono i bisogni delle scuole che la rete ha raccolto in questi ultimi tempi?

Daniele ci spiega che in generale c’è sempre bisogno di formazione per studenti, genitori e docenti. Per la scuola organizzare un corso di formazione è faticoso anche in termini economici, la Rete riesce a catalizzare fondi da mettere a disposizione che consentono di fare progetti sia di formazione che di attuazione di linee d’intervento. Ad esempio la Rete che si occupa dell’educazione alle differenze nell’ottica della prevenzione e contrasto di ogni estremismo violento ha individuato il bisogno di strutturare un percorso sull’intelligenza emotiva per genitori ed insegnanti, al fine di conoscere e sviluppare competenze emotive, comprendere e affrontare i conflitti, creare un patto educativo tra scuola e famiglia. La Rete può connettersi con altre realtà, enti o associazioni, per la realizzazione dei progetti, come ad esempio questo percorso formativo sull’educazione emozionale verrà effettuato in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII. Altri progetti promossi sono stati: campi di volontariato estivi, e campi di formazione residenziali effettuati anche fuori regione. Una proposta interessante riguarda la promozione della Peer Education, dove i ragazzi della secondaria di secondo grado vanno ad insegnare alla secondaria di primo grado. La Rete promuove anche eventi puntuali legati ad una tematica, ad esempio nella “settimana della legalità” sono stati organizzati incontri anche con realtà estere, come quella dei desaparecidos, grazie ad un collegamento online con un’associazione argentina.
Daniele porta l’attenzione sui nuovi disagi conseguenti alla situazione vissuta con il Covid e oggi presenti all’interno dei contesti scolastici. Gli adolescenti sono coloro che hanno pagato e stanno tuttora pagando un caro prezzo e quello che emerge è un ampio strascico post Covid rispetto a diverse problematiche. In generale quello che si osserva è un aggravamento soprattutto per quanto riguarda il bullismo e l’estremismo violento.

La sfida per il futuro

La sfida per il futuro sarà quella di affermarsi fuori dal mondo scolastico, far uscire il progetto dalla scuola. Per questo diventa importante il collegamento con le associazioni, con i comuni e la partecipazione a convegni e festival. Daniele conclude dicendo che «la rete vince se vincono tutti».
Per conoscere e mettersi in contatto con la realtà della Rete di Lodi: www.cpllodi.it