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21 Novembre 2023
Ultima modifica: 23 Novembre 2023 ore 07:56

Chiese vuote? Ci vuole l'influencer di Dio

Esce un nuovo romanzo che affronta il tema della fede in chiave umoristica
Chiese vuote? Ci vuole l'influencer di Dio
I fedeli in chiesa sono sempre meno. Mettiamo il caso che Dio decida di prendere in mano la situazione. Cosa succederebbe se chiedesse a un pubblicitario di ideare una campagna per attirare più fedeli? Per scoprirlo bisogna leggere il nuovo romanzo di Rocco De Stefano.
Chiese sempre più vuote, celebrazioni eucaristiche disertate soprattutto dai giovani… Ma Dio vede questa situazione disastrosa? Rocco De Stefano, giovane copywriter, pensa di sì, Dio vede e provvede, come dice il proverbio.
Siccome si accorge che i credenti sono pochissimi, Dio decide di affidare una campagna pubblicitaria per promuovere il cristianesimo. Lo fa secondo il suo stile, lontano anni luce dal modo di pensare umano, infatti affida questo incarico a un pubblicitario ateo. È da questa premessa, azzardata e intrigante, che parte il romanzo “L’influencer di Dio”, edito da Editrice Tau, uscito da poco nelle librerie.
I romanzi umoristici che parlano di fede sono rari, perciò suscita interesse questo nuovo romanzo. Per scoprire qualcosa di più, poniamo alcune domande all’autore, Rocco De Stefano.
 
Come ti è venuta l’idea di scrivere un romanzo umoristico sul tema della fede?
«L’umorismo e l’ironia sono parti fondamentali nella mia vita, per questo sono entrate senza sforzo in questo romanzo. Le ho volute utilizzare espressamente per parlare di fede perché credo che la fede sia gioia e perché ho notato che c’è gran penuria di racconti del genere all’interno della cultura cristiana. Ma nella storia della Chiesa ci sono dei santi che hanno messo la gioia e il sorriso prima di tutto, mi vengono in mente don Bosco, san Filippo Neri, san Francesco d’Assisi. E poi san Tommaso Moro che nonostante avesse vissuto numerose prove molto difficili, tra cui la condanna a morte, era chiamato da tutti “l’apostolo del buonumore”; buonumore che ha mantenuto fino alla fine scherzando anche col suo aguzzino. In poche parole, se tu avessi la possibilità di sederti a un tavolo per mangiare, sceglieresti quello dove i commensali sono austeri e quasi non si parlano, o quello dove si ride e si scherza? Il Signore non ci ha forse invitato a una festa? Allora festa sia!»

Perché hai deciso di scrivere questo romanzo?
«Avevo un messaggio da dire, un messaggio che mi martellava e avevo l’urgenza di farlo arrivare agli altri. Un giorno, non ricordo come, mi venne in mente l’idea attraverso la quale potevo dare questo messaggio. Ora, però, non posso rivelarlo perché rischio di spoilerare la storia del libro. Posso solo dirvi che molti di noi si chiedono come si debba promuovere il cristianesimo nella nostra epoca, io attraverso questo libro propongo una soluzione chiara.»
 
Tu sei credente? Credi che i valori cristiani siano ancora attuali?
«Sì, sono credente. I valori cristiani hanno la forza di essere sempre attuali. A testimonianza di questo ci sono i santi: nascono ancora oggi! Passano le mode, gli imperi, tutto, ma il messaggio e i valori cristiani non passano mai. Abbiamo tra le mani qualcosa di eterno e prezioso, noi siamo chiamati a rendercene conto e poi a custodirlo e a trasmettere questa bellezza agli altri.»
 
Questo romanzo lo hai scritto per chi crede già o anche per chi non crede?
«Questo romanzo l’ho scritto per chi crede già, il messaggio è per loro. Però è una lettura per tutti. Prima della pubblicazione l’ho fatto leggere a una mia collega atea e le è piaciuto molto, al punto che lo ha consigliato ai suoi amici. È una storia che possono davvero leggere tutti.»

Nel romanzo gli angeli (Gabriele che contatta il protagonista) e alcuni santi hanno un ruolo importante. Credi che le persone di oggi sentano la presenza degli angeli e dei santi nella loro vita quotidiana?
«Credo che molte persone sentano la loro presenza. Soprattutto dei santi. Per me le loro vite sono delle pagine di vangelo extra, per questo cerco di conoscerne quante più possibili. Non dimentichiamoci che sant’Ignazio di Loyola si è convertito proprio leggendo la vita dei santi (e di Gesù), e da cavaliere amante della guerra è diventato il santo di riferimento per la preghiera e il discernimento. Per la mia vita di fede, per esempio, san Francesco è fondamentale perché il suo amore per il Vangelo mi ricorda che quella è la cosa più importante di tutte. Gli angeli invece, poverini, sono quelli più bistrattati. Alcuni li relegano all’immaginario e non alla realtà, invece la Bibbia ne parla, come lo stesso Vangelo in cui Gabriele è il protagonista di una delle pagine più importanti. Pregate il vostro angelo custode quando siete in difficoltà e vedete che succede…»

Nel romanzo tocchi anche il tema della conversione. Nella tua esperienza hai visto che queste conversioni sono possibili, o è proprio la fantasia a parlare?
«Le conversioni sono possibilissime, io ne sono un esempio. Come decine e decine di amici miei che, come me, hanno fatto dei percorsi spirituali. Tra tutti, le 10 Parole di don Fabio Rosini, un percorso che è possibile seguire in tutta Italia e anche all’estero. Momento pubblicità: sul sito lapartemigliore trovate tutte le parrocchie in cui si può frequentare. Io sono un convertito particolare, di quelli più ostici perché andavo da sempre alla messa domenicale e mi ritenevo cattolico, ma non facevo una vita cristiana né conoscevo né leggevo il Vangelo. Grazie a vari percorsi, tra cui quello che ho già raccontato e quelli dei frati del SOG di Assisi, ho scoperto di non essere cattolico, di non aver capito proprio nulla in merito. E proprio tramite questi percorsi lo sono diventato ricevendo il dono della fede. Dono che ho invocato disperatamente in un momento molto difficile della mia vita e che è stato recapitato alla mia storia puntualmente e generosamente da Dio. La conversione è una cosa straordinariamente bella e, soprattutto, possibile.»
 
Perché consigli di leggere il tuo romanzo?
«Consiglio di leggerlo perché l’ho scritto davvero con il cuore, gli sono molto affezionato. Se andate sui miei canali social ho pubblicato un video dove questa cosa esce fuori chiaramente. È un romanzo che tratta argomenti molto profondi e importanti per la vita di tutti con il contorno di un sorriso e, molte volte, di una risata. Chi l’ha già letto ha detto che leggendolo si ride e si piange dalla commozione, e io gli credo. Lo consiglio anche per quello che dicevo all’inizio dell’intervista: sono poche le narrazioni cristiane che mettono il sorriso al primo posto, e questa è una di quelle. Non fatevela scappare.