Casa Regina Pacis riapre le sue porte grazie ai fondi dell'8xmille, diventando un punto di riferimento essenziale per donne in situazioni di fragilità. Più di un semplice rifugio, la struttura offre supporto psicologico, legale e sanitario, percorsi formativi e un calore comunitario che restituisce dignità e speranza.
Al numero 15 di via San Giacomo – nel cuore del quartiere Borgo a Lodi – è iniziata una nuova storia. Una casa ha ripreso vita. Non solo nelle mura rinnovate, ma soprattutto nello spirito che la anima.
Molto più di un rifugio
Casa Regina Pacis ha riaperto le porte grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica e, oggi, è molto più di un rifugio temporaneo: è uno spazio di accoglienza, ascolto e ricostruzione, pensato per donne in situazioni di fragilità. Le storie che abitano questa casa sono diverse, ma tutte segnate da un bisogno comune: ritrovare dignità e riprogrammare il futuro in un momento difficile della vita. Donne migranti, richiedenti asilo, italiane senza più una rete familiare o sociale. Donne che arrivano da lontano, o da vicino, ma accomunate dalla ricerca di stabilità e di senso. «Non sapevo più dove andare. Qui ho ritrovato la mia dignità e il calore di una comunità», racconta Sonia, una delle ospiti italiane. La struttura è gestita dalla Caritas diocesana di Lodi e oggi accoglie queste donne offrendo molto più di un tetto: supporto psicologico, assistenza legale e sanitaria, percorsi di formazione e accompagnamento. Due piani sono dedicati all’ospitalità, mentre al piano terra si trovano gli uffici operativi, un emporio solidale e spazi per i volontari e le attività ricreative. A prendersi cura quotidianamente delle ospiti c’è un’équipe formata da educatrici, operatrici, una mediatrice culturale e un gruppo affiatato di volontarie, che accompagnano le donne nelle piccole e grandi sfide di ogni giorno. La permanenza media è di circa due anni, un tempo utile a costruire un progetto di vita stabile e sostenibile. «Ogni donna porta con sé una storia complessa, ma qui non è semplicemente un numero. È un volto, una storia, una persona con un valore unico», spiega Chiara Galmozzi, referente della struttura. «Il nostro compito è accompagnarla, passo dopo passo, verso una nuova autonomia». Le ospiti provengono dai Paesi dell’Est Europa, dall’Africa, dall’Asia, dal Sud America. Alcune arrivano dai centri per richiedenti asilo, altre sono segnalate dai servizi sociali del territorio. L’obiettivo è chiaro: favorire l’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo lodigiano, offrendo strumenti concreti per affrontare il futuro. «Far parte di questo progetto è un privilegio», racconta con emozione Magda Emmanuele, operatrice della casa. «Ogni giorno ascolto storie dure, ma anche piene di coraggio. Qui le donne si sentono accolte, ascoltate, comprese».
Dare il proprio tempo
Anche per chi offre il proprio tempo come volontario, l’esperienza si trasforma in un incontro autentico. «Credevo di essere io ad aiutare – dice Elisa, volontaria –. In realtà sono loro a insegnarmi ogni giorno cosa significa resistere, ricominciare, credere ancora in qualcosa».
Casa Regina Pacis è anche luogo di dialogo e incontro tra culture e fedi diverse. Durante i momenti forti dell’anno liturgico, come la Quaresima, la struttura ospita gruppi parrocchiali e giovani, offrendo occasioni di confronto e crescita. «La casa è molto viva –, racconta Chiara –. In questi anni, tra queste mura, si sono intrecciate decine e decine di storie. A volte si sono scontrate, ma poi si sono accolte e arricchite. Qui si cresce insieme». Questo progetto ha preso parte anche della campagna di comunicazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che nel 2024 ha destinato oltre 275 milioni di euro a interventi caritativi. Altri 389 milioni sono andati al sostentamento dei sacerdoti e 246 milioni alle attività di culto e pastorale. Risorse che si traducono in opere come questa, dove la solidarietà si fa concreta e quotidiana.
L’intervento alla struttura ha richiesto 300 mila euro, impiegati per la ristrutturazione completa, la creazione di una sala per i colloqui, lo spazio “Madeleine Delbrêl” dedicato alla formazione di operatori e volontari, e un emporio di indumenti dove le ospiti possono scegliere liberamente il proprio vestiario. «In un mondo in rapida trasformazione, questo spazio vuole essere l’occasione per inaugurare un tempo nuovo –, ha dichiarato Carlo Bosatra, direttore della Caritas diocesana di Lodi –. Un tempo che ci aiuti a camminare insieme, anche su suoli sconosciuti, accanto a chi vive la fragilità più estrema».
Un luogo dove trovare la propria dignità
Casa Regina Pacis è un esempio concreto di come sia possibile unire sostegno materiale, relazioni umane e percorsi di inserimento sociale. Un luogo dove l’ascolto diventa risposta, e dove il Vangelo si traduce in gesti semplici ma radicali: un pasto condiviso, una parola che consola, un futuro da ricostruire insieme. «Questa casa è molto più di un rifugio temporaneo –, conclude Luca Servidati, responsabile della comunicazione Caritas. È un luogo dove ogni donna viene riconosciuta come portatrice di una dignità inviolabile. Un luogo dove la solidarietà è concreta, quotidiana, reale». Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica significa rafforzare una rete silenziosa ma potente, che ogni giorno accoglie, ascolta e ricostruisce. È una firma che si trasforma in un tetto sicuro, in una mano tesa, in un futuro possibile. La Chiesa cattolica è casa, è famiglia, è comunità di fede.