In varie parti d'Italia la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza un veglione solidale per il 31 dicembre
Le feste del periodo natalizio sono un momento per stare in famiglia, con gli affetti più cari. Ma per chi, a causa dei più svariati motivi, una famiglia non ce l’ha più, quei giorni acuiscono il doloroso senso di fallimento o di perdita.
Proprio per stare vicino a chi si trova ai margini della società, a Chieti già da diversi anni l'Arcidiocesi e la Caritas organizzano per il 31 dicembre 2025 l'iniziativa "Trasgredire nell'amore: l'ultimo con gli ultimi", un evento di Capodanno dedicato alla prossimità gratuita verso i più fragili. L'idea è di coinvolgere i giovani dai 15 ai 30 anni proponendo loro di far festa all’insegna della trasgressione, quella capace di cambiare lo sguardo e anche la vita, trascorrendo l'ultimo dell'anno con chi vive in solitudine o difficoltà.
Anche a Riccione la Communità Papa Giovanni XXIII organizza una veglia di fine anno all'insegna dell'accoglienza e della condivisione, dedicata a chi vive ai margini. Il 31 dicembre, dalle ore 20, il Playall di viale Carpi 24 – spazio recentemente intitolato all'ex sindaco Massimo Pironi – ospiterà una festa di Capodanno aperta a tutti: famiglie in difficoltà economica, persone sole e realtà sociali del territorio.
Circa 400 partecipanti, tra nuclei familiari, ospiti di case famiglia, comunità terapeutiche, la Capanna di Betlemme per i senzatetto di Rimini e una quarantina di giovani arrivati da ogni parte d'Italia nelle strutture della Comunità di don Oreste Benzi. Presente anche la sindaca Daniela Angelini. L'iniziativa nasce dalla sinergia tra le case accoglienza della Papa Giovanni XXIII, famiglie locali e associazioni del circondario, per un momento di festa accessibile all'intera cittadinanza.
Quaranta volontari serviranno un cenone semplice e abbondante, animato dalla musica dal vivo della band romagnola Blend e da intrattenimenti dedicati ai più piccoli. Alle 1.30 della notte, una messa chiuderà la serata in preghiera. Il contributo richiesto è di 20 euro a persona – prenotazioni al 348.4026496 – ma cena e festa restano gratuite per chi non può permetterselo.
L'evento gode del patrocinio e del sostegno del Comune di Riccione, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
La prossimità a chi è solo può davvero fare miracoli, come ci racconta Luca Fortunato, responsabile della Capanna di Betlemme a Chieti, una struttura che ospita tante persone in difficoltà, creando una rete di sostegno e coinvolgendo numerosi giovani e volontari: «Giovanni, che ovviamente è un nome di fantasia, ha 62 anni ed è affetto da artrite reumatoide. Lo abbiamo conosciuto perché viveva in strada. Come Capanna di Betlemme di Chieti gli siamo stati vicini, con un sostegno psicologico, materiale, sociale. Lo abbiamo coinvolto in diverse attività legate all’arte. Parlando con lui abbiamo scoperto che non sentiva i suoi parenti da 3 anni, non aveva più rapporti né con i propri figli e di conseguenza nemmeno con i nipoti. Pian piano lo abbiamo accompagnato a ricostruire i rapporti familiari e a rimettersi in contatto con loro. Poi gli abbiamo fatto un biglietto per andarli a trovare, visto che loro avevano scelto di ospitarlo per le vacanze di Natale. La vigilia ci ha mandato questo messaggio pieno di gioia: “Luca, buongiorno! Arrivai ieri e non me l’aspettavo, sono stato felice, il mio cuore è rinato. Grazie a te di tutto. Fatevi un buon natale, in felicità, un augurio a te e a tutti i membri della Capanna. Vi voglio bene”. Che profonde sono queste parole di Giovanni: “Il mio cuore è rinato”! Solo all’interno della famiglia il cuore può rinascere, fuori da questo amore non si può nascere e rinascere. Molti di noi desiderano rinascere, magari siamo ripiegati sui nostri fallimenti, sui nostri errori, sui giudizi, ma per rinascere si parte sempre dall’amore di una famiglia. Magari per chi ha perso la propria famiglia, o forse ha fallito nelle relazioni famigliari, l’unico modo per rinascere parte proprio dalla famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria. In questi giorni di Natale magari penseremo a questa famiglia, dove un bimbo nasce in povertà, in una stalla; forse ci inginocchieremo davanti a loro, anche con le nostre ipocrisie e sbagli, però ci inginocchieremo con il desiderio di rinascere con il cuore di una famiglia».