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2 Marzo 2024

Ma tu hai scelto Gesù?

Gioca la tua vita per Cristo, senza paura
Ma tu hai scelto Gesù?
Foto di Pexels da Pixabay
Ecco come avere il coraggio di fare la scelta definitiva e vincere ogni paura. Nelle parole di don Oreste Benzi.
Il Signore ti ha scelto, ma tu lo hai scelto, il Signore? Vuoi giocarti la vita con lui? 
Sì, giocarti la vita definitivamente e dire: «Basta, non ho più niente a cui pensare!». Allora tanti problemi vengono risolti, perché è evidente che al posto della falsità metti la verità, al posto dell’odio metti l’amore, al posto dell’ingiustizia distributiva metti la giustizia distributiva, al posto della paura vinci la paura per un amore più grande. 
È la grande avventura del Cristo: non ho più niente da perdere! Che malinconia quando inizi a dire: «Signore, quello non toccarlo e anche quell’altro e neppure quell’altro ancora». Dai, butta via tutto, e di' con gioia: «Signore, tu sei la mia luce e alla tua luce io vedrò la luce. Signore, accetto te fino in fondo e ti scelgo fino alle estreme conseguenze». 

Vincere la paura con il coraggio della scelta

Compromettiti veramente, gioca la tua vita per Cristo! Questo vuol dire ascoltare il Signore. Implica il coraggio delle scelte, anche quando hai una paura che non ne puoi più. Ricordate come i tre discepoli davanti alla trasfigurazione di Gesù ebbero paura appena entrarono nell’oscurità della nube? Come fare quando anche tu ti ritrovi avvolto dalla nube dell’incertezza e dello spavento?
Voglio raccontarti questo aneddoto. Appena ordinato sacerdote fui mandato come cappellano a San Nicolò al Porto, a Rimini. Andavo sempre a benedire le barche prima che partissero per la pesca lunga che durava anche tre mesi. Allora chiedevo ai pescatori: «Quando siete in mare, qual è il momento più brutto?». Mi dicevano: «Quando la bussola non funziona, la stella polare non si vede più e c’è la tempesta». «Come fate?», domandavo io. 
«Teniamo fisso il timone nella direzione che tenevamo quando ancora si vedeva». 

L'aneddoto: le mogli dei pescatori

E se c’era nebbia fitta e il faro del porto non si vedeva (ancora non c’era la sirena che c’è oggi), sai cosa succedeva? Tutte le loro mogli e le altre donne andavano sul molo e iniziavano a sbattere forte i coperchi delle pentole e dei pentoloni, così che i mariti potessero sentire il rumore e trovare l’imbocco del porto canale. Pensa che bello, come si aiutavano! C’è qualcosa di grandioso in questo. 
Quindi anche tu tieni duro. Quando viene la nube oscura e non si vede più niente, tieni botta, vai avanti e stai tranquillo. E chi ti sbatte i coperchi forte forte? Sono i fratelli e le sorelle della tua comunità, che camminano assieme a te.

(dall’omelia del 22 febbraio 1997)