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13 Marzo 2021
Ultima modifica: 16 Marzo 2021 ore 16:16

Miele: scegli quello giusto

È il terzo alimento più adulterato al mondo. Ecco cosa c'è da sapere
Miele: scegli quello giusto
Foto di PollyDot
È un alimento conosciuto e stimato fin dall'antichità con molte proprietà benefiche. E fa anche bene all'ambiente, a patto che sia genuino.
Il miele è un alimento straordinario e antico almeno quanto la civiltà degli Egizi. Nell’antichità era usato come conservante, per curare piaghe e ferite oltre che come elisir di lunga vita ed era addirittura cibo disponibile nel deserto: dai Vangeli sappiamo che Giovanni Battista si nutriva di miele selvatico. Il “favo stillante” ha dolcificato per secoli tanti cibi ed è grazie alle sue proprietà che si mantiene a lungo: se viene conservato in ambiente protetto può durare millenni: in una tomba egizia è stato ritrovato un barattolo di miele che aveva 3300 anni, ancora in buono stato di conservazione.

Il cibo degli dei

Il “cibo degli dei”, così lo chiamavano gli antichi Greci, è offerto direttamente dalla natura alla nostra tavola e non può essere altro che un prodotto naturale, tanto che esiste una definizione legale a tutela del miele: «per miele si intende il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare» (direttiva CEE 22 luglio 1974). La direttiva europea, inoltre, vieta l’aggiunta di qualunque altro ingrediente: «Al miele immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano non è aggiunto alcun ingrediente alimentare, neppure gli additivi, e non è effettuata nessun’altra aggiunta se non di miele».
Il miele genuino è straordinario perché fa parte di quegli alimenti come il sale, l’acqua e pochissimi altri che non subisce trasformazioni, aggiunte o sottrazioni. 

Miele a rischio

Nell’ultimo decennio, purtroppo, si sono registrate in diversi Paesi del mondo pesanti perdite nella produzione del miele a causa del crescente inquinamento, dell’incremento delle monoculture, dell’uso massiccio di pesticidi, della diffusione di nuove parassitosi, per non parlare del problema del cambiamento climatico. Ma la domanda di miele sul mercato mondiale è in netta crescita perché si sta riscoprendo la ricchezza di questo alimento naturale, rispetto allo zucchero che è un alimento sottoposto ai processi di raffinazione, cristallizzazione e sbiancamento prima di giungere sulla tavola.
Il calo della produzione mondiale di miele genuino, accompagnato da una maggior domanda sul mercato, spiega l’incremento del prezzo del miele. D’altra parte però si osserva un forte ricorso alle adulterazioni: secondo il database USA Pharmacopeia’s Food Fraud del 2018, il miele è il terzo alimento più adulterato al mondo.
Un Paese che non sembra aver risentito del calo produttivo del miele è la Cina: negli ultimi 15 anni le sue importazioni in Europa sono cresciute mediamente a tasso medio di 10.284 tonnellate l’anno, con il miele cinese come principale prodotto in entrata (fonte: lettera del presidente di Unaapi del luglio 2018 all’allora ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio).
Il miele cinese però risulta spesso irregolare secondo le leggi europee perché in Cina il miele viene frequentemente raccolto ancora immaturo, cioè non essiccato/maturato in alveare dalle api in modo naturale e viene poi conferito alle “fabbriche del miele" che per renderlo vendibile devono deumidificarlo in misura esagerata. Non è certo il caso dell’apicoltore scrupoloso e attento a deumidificare il miele di qualche punto percentuale, giusto per evitare la potenziale fermentazione. Il processo di deumidificazione industriale, come avviene in Cina, produce un miele privo di diverse componenti caratteristiche essenziali. 

Le api e il miele

Il naturale processo di lavorazione delle api è lungo e laborioso: le api che bottinano portano il nettare umido in alveare e attraverso la trofallassi (un passaggio della goccia di miele da un’ape all’altra) arricchiscono il nettare, che si carica di enzimi e perde umidità. L'elaborazione del nettare termina con la sua essicazione, arrivando a un’umidità naturale variabile di circa il 16-23%, che permette alle api di conservare bene il miele in alveare. Qui le api operaie lo depongono in strati sottili sulla parete delle celle e le api ventilatrici mantengono una corrente d’aria che causa un’ulteriore evaporazione dell'acqua. Occorrono circa 36 giorni affinché il miele maturi.

Miele dalla Cina

La scarsità di miele genuino e la sua crescente richiesta sono due fattori che hanno causato un’inondazione di miele cinese sui nostri mercati. Sembrano evidenti alcune triangolazioni: la Cina vende miele che non rispetta la disciplina europea ad alcuni Paesi dell’est Europa, questi ultimi rivendono all’Italia il miele cinese dichiarando l’origine UE. In base ai dati di produzione dichiarati, sono giustificati i molti sospetti su Paesi produttori di miele come Ucraina e Ungheria i quali evidenziano importanti transazioni in esportazione nonostante i problemi di produzione di cui si è detto sopra. Sul mercato troviamo pertanto mieli che non rispettano la disciplina europea secondo Codex Alimentarius,[1] ma possono essere definiti mieli solo per la disciplina alimentare cinese.

Miele biologico: solo bontà e natura

Tra chi si impegna ogni giorno a produrre un miele genuino, biologico e certificato, ci sono anche due cooperative sociali nate dall’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, che coinvolgono uomini a fine pena detentiva e giovani svantaggiati: il Pungiglione e Ro’ la Formichina. Il Pungiglione produce anche miele bio-DOP (Denominazione Origine Protetta) della Lunigiana con la conduzione di oltre 700 alveari dislocati tra Toscana, Liguria ed Emilia. Il miele del Pungiglione viene venduto in tutta Italia attraverso i principali marchi della grande distribuzione.
Anche in provincia di Catania, all’interno di Ro’ la formichina, c’è un piccolo laboratorio di apicoltura “La casa di Alberto” che produce miele biologico certificato.

Fa bene anche all’ambiente

Consumare miele oltre ai benefici derivanti dalle proprietà nutrizionali fa bene all’ambiente. Infatti il nettare è una sostanza zuccherina che le piante producono proprio per attirare gli insetti, che diventano in tal modo vettori del polline, l’elemento fecondante, che viene così trasportato di fiore in fiore. Tutti sanno quanto sia importante piantare un albero per la tutela dell’ambiente: «per fare un albero ci vuole il seme e per fare il seme ci vuole il fiore», diceva così una famosa canzone degli anni settanta di Sergio Endrigo. Ma chi se non le api visitano così tanto un fiore portando avanti il processo di impollinazione? Quindi consumando del buon miele sosteniamo la buona apicoltura, patrimonio fondamentale per l’ambiente. Un banale cucchiaino di miele genuino a colazione diventa qualcosa di straordinario per l’ambiente!


[1] È l’insieme di linee guida e codici di buone pratiche, standardizzate a livello internazionale, che contribuisce al miglioramento della sicurezza, qualità e correttezza del commercio mondiale di alimenti. (fonte: www.politicheagricole.it)