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21 Settembre 2023

Nella coppia chi si accontenta gode

L'amore che non basta mai ed il partner da perfezionare. Sarà la via giusta?
Nella coppia chi si accontenta gode
Nella coppia, come nella vita, occorre cercare sempre un delicato equilibrio tra l'adagiarsi e l'essere ossessionati dalla perfezione
Quanti mariti insoddisfatti! Quante mogli insoddisfatte! Conviventi, fidanzati, hanno qualcosa di cui lamentarsi. Chi è single vorrebbe non esserlo e invidia gli accoppiati. Chi vive in una coppia non è contento di quello che ha. Davvero un grande struggimento. E la sofferenza è reale. È la sofferenza di chi vorrebbe continuamente il meglio avendo la lucida consapevolezza che non lo può avere. Bella storia l’amore: promette l’estasi di un’unione ideale e poi restituisce la realtà di due persone che devono camminare insieme nella complessità della vita.

L'insoddisfazione nella coppia

L’insoddisfazione è un sentimento con il quale tutti devono fare i conti. C’è chi lo fa lamentandosi direttamente, e spandendo continuamente un’aura di pesantezza intorno alla propria relazione e – di conseguenza – alle relazioni di chi sta vicino; c’è chi invece utilizza il sarcasmo e le frecciatine ad ogni pranzo, ad ogni incontro; c’è anche la versione depressiva di chi ci ha rinunciato e non ci prova più, aspettando la liberante “morte che vi separi”.
C’è una via d’uscita a questa piaga sociale dell’insoddisfazione di coppia? È possibile cercare un’accezione positiva al termine “accontentarsi”? Accontentarsi è generalmente inteso come un bonario arrendersi. Sembrerebbe il verbo dei poco ambiziosi, degli ignavi.
Eppure accontentarsi significa molto semplicemente “rendersi contenti”. Rendersi contenti di quello che si ha necessita di allenare un nuovo sguardo sulla realtà. Soffermarsi sul bene, sul bello, sulla qualità ed esserne grati.

Ritrovare lo sguardo dell'innamorato

Ogni relazione di coppia nasce da un innamoramento, e l’innamoramento accende una scintilla, in tutti. È la scintilla dello sguardo benevolo e amorevole sull’altro, che ci rapisce. Poi si sa, quella scintilla si mescola con le faccende del quotidiano, si acquisisce una maggiore consapevolezza dei limiti dell’altro, dell’altra e della relazione. Ma quella scintilla non si esaurisce mai del tutto, e a volte è opportuno ricercarla attivamente.
Coltivare un nuovo sguardo fa bene prima di tutto a chi guarda, perché il suo cuore si allarga, e poi fa bene a chi è guardato perché si sente amato, accolto, accettato; e magari solo così può attivare quei cambiamenti che lo rendono migliore. In questo modo chi si accontenta, gode, due volte.

L’amore rinasce, sempre

Gli “alti e bassi” sono strutturali nella relazione di coppia, come è testimoniato dalla letteratura e dalla storia. Come è triste una relazione che tende al ribasso, allo stesso modo è invivibile una relazione sempre a mille. È il “perdersi e ritrovarsi” che ritma le pagine del Cantico dei Cantici. Viene raccontato nel Simposio dove Platone scrive che l’Amore «per natura non è immortale né mortale e talora nello stesso giorno fiorisce e vive, quando prospera, ma talvolta muore e resuscita ancora, proprio per la natura del padre». Anche Papa Francesco in Amoris Laetitia ricorda che «la gioia matrimoniale implica accettare che il matrimonio è una necessaria combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni, di soddisfazioni e di ricerche, di fastidi e di piaceri, sempre nel cammino dell’amicizia, che spinge gli sposi a prendersi cura l’uno dell’altro».