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17 Settembre 2020

Perché Willy è stato ucciso

Il coraggio del giovane ammazzato di botte a Colleferro mentre prendeva le difese di un amico.
Perché Willy è stato ucciso
Foto di Gianluca Uda
Il Comune alle soglie di Roma è rimasto travolto dall'omicidio compiuto da una banda di ragazzi. «Vi racconto il paese di mio cugino»: un pestaggio che risveglia le coscienze.
È una domenica mattina, il telefono squilla: è mio cugino.
«Pronto bello, come stai?»
La sua voce sembra interrotta, come se stesse trattenendo le lacrime, ma non riesco a capire bene.
«Male… hanno ammazzato un ragazzo a Colleferro». 
Colleferro la conosco bene, circa 10 chilometri da casa di mia nonna, negli ultimi anni però qualcosa è cambiato.
Città industriale creata dal fascismo, dove certi echi del passato sembrano ancora non voler morire del tutto.
Sulla strada che collega Artena a Colleferro, sulla destra, a darti un triste benvenuto c’è il ristorante Il Federale, già il nome è tutto un programma.
Non ho mai capito perché un posto dove si celebra il Duce possa rimanere aperto, non è una semplice attrazione turistica, tutti sanno chi ci va a mangiare.
Mio cugino riesce a stento a trattenere le lacrime, io ancora non capisco bene cosa sia successo, è domenica mattina e il sole illumina e riscalda, ma qualcosa sembra non andare per il meglio.
«E niente, lo sai cugì come sono certe persone…»
Mio cugino cerca di spiegarmi cosa sia successo e purtroppo sì lo so come sono certe persone.
Una volta proprio a Colleferro, avrò avuto intorno ai 13 anni, con un amico stavamo passeggiando e passare dal piccolo paese di mia nonna a quella città già ci sembrava un’impresa da celebrare. Purtroppo però per strada un gruppo di ragazzi più grandi ha cercato di derubarci. Noi magri e agili ce la siamo dati a gambe, ma quella cosa non c’era piaciuta.
Erano ragazzi come noi, ma oggi ripensandoci forse non erano proprio come noi.
Bulli: così qualcuno li ha definiti, ma a una certa età i bulli possono far veramente paura.
Con il tempo poi tutti noi abbiamo iniziato a riconoscerli al volo i bulli e anche se ragazzini capivamo che non erano come noi e che purtroppo dovevamo stare attenti.
Willy Monteiro ricordo
Il pestaggio di Willy, il giovane capoverdiano ammazzato di botte a Colleferro, ha toccato la coscienza di molte persone.
Foto di Gianluca Uda

 
La valle del Sacco è uno dei bacini più inquinati d’Italia, nel suo perimetro oltre a Colleferro ci sono Gavignano, Segni, Paliano, Anagni, Sgurgola, Morolo, Ferentino. Tutte le fabbriche e le industrie di questo strano perimetro buttano rifiuti chimici nel fiume Sacco.
 
Colleferro è nata con l’industria. «Vedi come facevano prima, altro che ora…» dicono in molti. Peccato che questi “molti” all’epoca non c’erano e sentendo mia nonna non è che si stava poi tanto bene con quelli là.
«Era da un po’ che in certi locali era meglio non andarci, la gente sta fuori e poi ci sono quei due fratelli di Artena, pure le guardie li conoscono ma ancora stanno in giro». Mio cugino cerca di spiegarmi: un ragazzo morto a Colleferro?
Di fabbriche ce ne sono da quelle parti, quella più famosa è sempre stata quella del cemento: una fabbrica enorme che ti accoglie con il suo grigio appena esci dalla stazione dei treni.
Poi c’è quell’altra, quella che produce le bombe: un mio amico ci lavora.
Più di una volta gli avevo chiesto il perché, tanto lo sapeva che quelle bombe andavano a uccidere da qualche parte. «Parli bene tu - mi rispondeva sempre - è un lavoro e basta».
No, fare bombe non è un lavoro e basta, ma forse sono strano io.
 
Negli ultimi anni invece Colleferro ha voluto conquistare anche lo spazio. Appena esci dalla stazione un razzo di metallo ti dà il benvenuto al centro della rotonda: oggi Colleferro produce anche componenti per satelliti e razzi spaziali.
«Eh Gianlù… quelli menano e hanno trovato il pretesto, poi era anche scuretto…». Anche scuretto, già.
 
Tanto è inutile girarci intorno: il razzismo ancora c’è da quelle parti. Qualcuno dice che è nascosto, ma a me non sembra così nascosto.
Ricordo un giorno in un bar vicino a piazza Italia: entro per prendere un caffè, al mio fianco due ragazzi bevevano birra. La televisione del locale parla di una triste vicenda accaduta nel mar mediterraneo dove molti migranti hanno perso la vita.
«Devono morire tutti questi qua, invece di venire a rompere qua da noi».
Così si sfogano i due ragazzi, uno ha un tatuaggio con un’aquila nell’avambraccio e l’altro, anche se è mattina, già sembra visibilmente alterato.
Pago il caffè senza dir nulla, il peso del mondo sulle spalle. Una vetrina riflette il mio volto, l’immagine non è nitida così come non sono nitido io. Perché non gli ho detto nulla? Perché sono uscito, ho pagato e non gli ho risposto? Non si festeggia così la morte delle persone. Ma a me cosa è preso? Di solito parto in quarta in queste cose. Forse perché ho iniziato a pensare che forse era meglio evitare storie… ma quali storie? Non ho nessuna scusa… sono stato un vigliacco.
«Due sono di Artena di sicuro, qua in zona sono famosi. Dicono che erano almeno in 4 e quel ragazzo era magrolino, voleva difendere un suo amico e invece…».

Colleferro
Colleferro, un Comune alle soglie di Roma, è rimasto sconvolto dall'omicidio del giovane Willy Monteiro. il suo coraggio però ha risvegliato le coscienze di molti.
Foto di Gianluca Uda


Negli ultimi anni in questo strano perimetro, dove un fiume si è tristemente ammalato, dove la crisi ha chiuso qualche posto di lavoro, dove il Covid ha instillato paure senza fortunatamente mietere vittime, in questo perimetro hanno cominciato a germogliare miti che non riesco a capire.
Soldi, macchine, bei vestiti… questo è quello che desideri?
Come se ciò non bastasse, la nuova moda per qualcuno si chiama cocaina.
Quando ero giovane era considerata la droga dei ricchi, ora con meno di 20 euro te la danno e credo che gli effetti si vedano.
Cocaina, il fiume Sacco che sta morendo, gli echi del fascismo, la crisi del 2008, le mascherine, in televisione nulla di buono, quelli là che ci rubano il lavoro, un ragazzo ucciso di botte…
«Capisci Gianlù, lo hanno letteralmente ammazzato di botte e poi se ne sono andati, le guardie li conoscono come conoscono tutto quello che gira qua…». Mio cugino e sconvolto, tutti i ragazzi della zona sono sconvolti.
La vicenda è quella di Willy, ormai tristemente su tutte le cronache, ma qualcosa è cambiato.
Sì, perché ora a Colleferro a scendere in strada ci sono gli altri, quelli puliti, quelli che se sei nero non c’è nessun problema, quelli che se entri in un bar ti dicono buongiorno, quelli che anche se non è di marca va bene lo stesso.
 
Mio cugino sembra essersi tranquillizzato, anche lui ha capito che anche se una vita è stata spezzata, distrutta, gli altri sono di più e oggi forse non staranno più zitti.
Willy era un ragazzo coraggioso e il suo coraggio ha risvegliato le coscienze di molti.