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5 Gennaio 2023
Ultima modifica: 5 Gennaio 2023 ore 13:09

L'ultimo saluto

Oggi il funerale. La vicinanza di Ratzinger alle realtà laicali; ecco come i movimenti hanno ricordato su Facebook il Papa emerito.
L'ultimo saluto
Foto di Pietro Ventura
Sempre Magazine nel 2008 aveva sottolineato alcuni passaggi di un particolare intervento di Papa Benedetto XVI: «Vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore». Rileggere queste sue frasi a pochi giorni dalla scomparsa accende luce nuova sulla volontà rinnovatrice di un pontefice spesso considerato strenuo difensore della tradizione.
Questa mattina, in diretta da San Pietro, TV2000 ha trasmesso le riprese della cerimonia di esequie di Papa Benedetto XVI, presiedute da Papa Francesco.

«Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell'udire definitivamente e per sempre la sua voce», è stato il saluto del Papa attuale, arrivato in sedia a rotelle a Piazza San Pietro, durante l'omelia.

Papa Benedetto XVI è stato un papa in movimento

A chi attribuireste questa frase? «I movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II». A pochi verrebbe in mente di associarla a Papa Benedetto XVI, il Pontefice emerito che proprio al termine di un difficilissimo anno 2022 ha salutato la realtà umana per salire in cielo.

Joseph Aloisius Ratzinger, grande teologo, è stato considerato da molti un Papa piuttosto restio ad accogliere nella Chiesa Cattolica le correnti di rinnovamento, eppure (Sempre Magazine, giugno 2008) a più riprese ha espresso con calore messaggi di accoglienza e vicinanza ai movimenti e a differenti carismi riferimento dei credenti.

Di questo parlò rivolgendosi ai Vescovi durante il seminario di studio organizzato a Rocca di Papa, nel Lazio, dal 15 al 17 maggio 2008:
«Rimane da assolvere l’importante compito di promuovere una più matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perché tutti i carismi, nel rispetto della loro specificità, possano pienamente e liberamente contribuire all’edificazione dell’unico Corpo di Cristo».

Papa Benedetto XVI affacciato alla terrazza a San Pietro
Papa Benedetto XVI
E così continuava, quello che sarebbe poi stato inaspettatamente divenuto un Papa emerito: «Andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunità ci spinge a conoscere adeguatamente la loro realtà, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi. Ci aiuta anche a comprendere che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità non sono un problema o un rischio in più, che si assomma alle nostre già gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunità cristiana. Perciò non deve mancare una fiduciosa accoglienza che dia loro spazi e valorizzi i loro contributi nella vita delle Chiese locali. Difficoltà o incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura. Il "molto amore" ispiri prudenza e pazienza. A noi Pastori è chiesto di accompagnare da vicino, con paterna sollecitudine, in modo cordiale e sapiente, i movimenti e le nuove comunità, perché possano generosamente mettere a servizio dell’utilità comune, in modo ordinato e fecondo, i tanti doni di cui sono portatori e che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare: lo slancio missionario, gli efficaci itinerari di formazione cristiana, la testimonianza di fedeltà e obbedienza alla Chiesa, la sensibilità ai bisogni dei poveri, la ricchezza di vocazioni. L’autenticità dei nuovi carismi è garantita dalla loro disponibilità a sottomettersi al discernimento dell’autorità ecclesiastica».

Sottolineò l'appello alle autorità ecclesiali ai vari livelli:

«Chi è chiamato a un servizio di discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli (cfr 1 Ts 5,19-21), resistendo alla tentazione di uniformare ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità. Consacrato e assistito dallo Spirito di Dio, in Cristo, Capo della Chiesa, il Vescovo dovrà esaminare i carismi e provarli, per riconoscere e valorizzare ciò che è buono, vero e bello, ciò che contribuisce all’incremento della santità dei singoli e delle comunità».

Non stupisce allora ritrovare questa vicinanza nei saluti che gli rivolgono ora, al suo capezzale, pressoché tutti i movimenti e le realtà ecclesiali.
Così il ricordo di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: «Ci ha colti di sorpresa con le sue dimissioni dal pontificato, ma ci ha ancora una volta insegnato la via dell’umiltà e del servizio». Leggiamone alcuni.