Topic:
14 Agosto 2025

Partecipare al Giubileo dei Giovani è stato un dono inestimabile

La testimonianza di Marianna Antosa: un vulcano di solidarietà
Partecipare al Giubileo dei Giovani è stato un dono inestimabile
Marianna Antosa, assistente sociale di Pescara, ha dedicato la sua vita al servizio degli altri attraverso la Comunità Papa Giovanni XXIII. Dall'esperienza a Lourdes al Giubileo a Roma, il suo percorso è un esempio di impegno e amore per l'umanità.
Marianna Antosa ha 32 anni ed è un’assistente sociale originaria di Pescara. Fa parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha conosciuto nella sua diocesi da bambina e ha riscoperto una decina di anni fa a Lourdes, mentre svolgeva il Servizio Civile.
Proprio allora, osservando innumerevoli modalità di servire l’umanità, un incontro semplice ma decisivo con una casa famiglia le ha fatto sentire, come dice lei stessa, che poteva essere quella la sua modalità di percorrere la vita.
Da quel momento, ancor più di prima, molti amici la definiscono “un vulcano”. Ha vissuto ad Assisi collaborando nel centro diurno della Comunità “Faccio parte” per ragazzi diversamente abili. Poi è partita come missionaria per il Marocco e ha operato nell’ambito dei servizi sociali a Rimini. 
Un cammino che l’ha portata anche a Roma dove, durante i giorni del Giubileo, ha dialogato, pregato e cantato insieme a più di un milione di giovani, venuti da ogni parte del mondo.

La bellezza del Giublieo

«È difficile per me riassumere la bellezza di ciò che ho vissuto. - racconta - In piazza San Pietro abbiamo condiviso il grido unico e universale di pace desiderata da tutti i popoli. Abbiamo incontrato vecchi amici sparsi per il mondo, missionari, giovani in ricerca, anziani commossi sui balconi, turisti, cittadini di Roma e persone migranti che ci sorridevano stupite: una flotta di giovani che invadeva le strade cantando e contemplando la bellezza della gente e della capitale».
La sua sete di incontro l’ha accompagnata anche nell’impegno come traduttrice alla Biblioteca vivente, un’esperienza intensa e profondamente umana proposta dalla Comunità.
«La Conferenza Episcopale Italiana ci aveva chiesto di animare piazza Farnese venerdì sera. - spiega - Circa 30 giovani e adulti – figli di casa famiglia, operatori, ex volontari in servizio civile, missionari, volontari del Corpo Civile e Nonviolento di Pace Operazione Colomba e ragazzi in percorso terapeutico contro le dipendenze – si sono così messi in gioco raccontando i propri vissuti di morte, buio, luce e speranza a gruppi, turisti e passanti. Per me è stato un onore e un’emozione grande dare voce a questi fratelli in francese e spagnolo, dialogare con le persone e vedere la loro commozione, il loro interesse e il loro stupore».

La veglia con Papa Leone XIV

Un’esperienza intensa, culminata in uno dei momenti più forti del Giubileo: la Veglia con Papa Leone XIV a Tor Vergata, vissuta insieme ad altri undici giovani della Comunità: Gemma, Marta, Michele, Rachele, Marta, Erika, Rocio, Ilaria, Monica, Letizia e Maria.
«In mezzo a così tanti carismi e nazionalità, non mi sono sentita straniera con nessuno - ricorda con emozione - Abbiamo incontrato gruppi provenienti da Paesi in cui la Comunità è presente e ci sono stati scambi bellissimi anche con fratelli e sorelle di nazioni in cui non siamo mai stati».
Nel silenzio di quella sera, Marianna ha percepito qualcosa di profondo, quasi unanime: un’umanità che si inginocchia insieme, lasciando un segno indelebile di sete d’amore, di verità e di giustizia in cui le frontiere non esistono. 
E in quel momento di raccoglimento e preghiera, la mente e il cuore sono andati verso chi è piegato dall'ingiustizia.
«Il pensiero più ricorrente - conclude - è stato rivolto ai fratelli e alle sorelle che stanno subendo le guerre. Abbiamo gridato la Pace in tutte le lingue e al contempo quel silenzio davanti a Cristo è stato per ognuno di loro e per l’umanità tutta».