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6 Giugno 2022
Ultima modifica: 6 Giugno 2022 ore 09:18

Per salvare il pianeta bisogna mangiare meno carne

Secondo la FAO il consumo continua ad aumentare
Per salvare il pianeta bisogna mangiare meno carne
Foto di Peggychoucair da Pixabay
Le nostre azioni individuali possono contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, ad esempio scegliendo meglio quello che mangiamo.
La città di Helsinki, in Finlandia, ha annunciato che non servirà più piatti a base di carne nel corso di eventi e iniziative pubbliche, in modo da ridurre l’inquinamento e le emissioni di anidride carbonica che derivano dagli allevamenti. Non so quale reazione genererebbe lo stesso annuncio in Italia, considerato il livello del dibattito pubblico al quale siamo stati abituati ultimamente.

Allevamenti intensivi e gas serra

Senza arrivare a vietare nulla, però, il consumo di carne è un tema che va affrontato. È un fatto che per salvare il pianeta dobbiamo mangiare tutti meno carne, dal momento che gli allevamenti intensivi e gli impianti di produzione di cibi derivati da animali sono responsabili per il 14,5 per cento delle emissioni di gas serra a livello globale. Le stime sul futuro non ci aiutano: come sostiene la Fao, il consumo globale di carne raddoppierà entro il 2050, ovvero da oltre 250 milioni a 500 milioni di tonnellate di carne consumate ogni anno. Il sistema non può reggere.
Secondo l’Osservatorio permanente sul Consumo Carni, il consumo medio annuo in Italia di carne (pollo, suino, bovino, ovino) è pari a 79 chilogrammi pro-capite. Nel 1960 era 21. Per questo è fondamentale che per le nostre diete scegliamo carni da allevamenti sostenibili, riducendo la quantità di carne che consumiamo e preferendola di migliore qualità, senza farci ingannare dal prezzo, in apparenza basso ma che nasconde elevatissimi costi sociali e ambientali.
Occhio pure alle campagne pubblicitarie che l’industria della carne ha messo in campo per apparire sostenibile: un’indagine di DeSmog, piattaforma d’informazione che combatte il negazionismo climatico e la disinformazione, ha concluso che tra le strategie più utilizzate ci sono quelle di mettere in dubbio l’efficacia delle alternative alla carne e i suoi sostituti e al contempo trascurare l’impronta ambientale dell’industria, oltre che esagerare il potenziale delle innovazioni agricole per ridurre l’impatto ecologico dell’industria dell’allevamento.

Attenzione! Non sempre il veg è salutare

Ridurre gli alimenti di origine animale è utile per la salute e l’ambiente ma occhio con che cosa li sostituiamo. Con la diffusione dei prodotti vegetali processati, infatti, i benefici non sono più così assicurati. Secondo un articolo di New Scientist, esistono alternative vegane o vegetariane che potrebbero danneggiare la salute più della carne e dei latticini: se parliamo, infatti, di prodotti ultraprocessati, cioè alterati rispetto al loro stato naturale, significa che sono stati aggiunti molti ingredienti poco salutari per dare sapore e consistenza, come zucchero, grassi e sale. Il mercato delle alternative alla carne, insomma, può essere ricco di additivi poco sostenibili.