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22 Marzo 2022

Plastica monouso. Ecco le nuove regole

Recepita la normativa europea, adesso si passa al bio
Plastica monouso. Ecco le nuove regole
Foto di Dennis da Pixabay
Da gennaio la plastica monouso è vietata. Si tratta di un concreto passo in avanti sull’inquinamento, ma la deroga sulle bioplastiche rischia di tradursi in una sostituzione delle plastiche tradizionali
Il 14 gennaio 2022 sono entrate in vigore le nuove regole sulla plastica monouso, frutto del recepimento della Direttiva europea SUP (single-use plastics), che mettono al bando alcuni prodotti usa e getta di uso comune con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da plastica, soprattutto di mari e oceani. Oggi, infatti, circa 80% dei rifiuti rinvenuti nelle spiagge europee è costituito da plastica e il 50% dei rifiuti marini da plastiche monouso.

Stop a piatti e posate di plastica

Ad essere inclusi tra gli oggetti che non potranno più essere immessi sul mercato italiano, ci sono: piatti e posate, cannucce, agitatori per bevande, aste dei palloncini e contenitori per cibi e bevande in polistirolo espanso e relativi tappi e coperchi. 
A questi divieti si aggiungono norme sulla riduzione del consumo per tazze e bicchieri (questi ultimi una novità italiana in quanto non inseriti nella direttiva europea), inclusi i loro tappi e coperchi, e contenitori, con o senza coperchio, per alimenti che vengono consumati sul posto o da asporto, direttamente dal recipiente e senza bisogno di ulteriore preparazione (esempi sono le box per insalate pronte e cibi da fast food). 
Sono presenti obiettivi più ambiziosi per le bottiglie sia per la raccolta differenziata sia per l’utilizzo di quantità crescenti di materiale riciclato per la loro produzione (25% di PET riciclato entro il 2025 e almeno il 30% dal 2030) nonché meccanismi di responsabilità estesa del produttore anche per altri oggetti quali filtri di sigarette, salviette umidificate, articoli per l’igiene femminile e attrezzi da pesca.

Consumatori meglio informati

Il Decreto inoltre prevede nuovi requisiti di etichettatura per informare i consumatori sulle plastiche contenute nei prodotti, le corrette/scorrette pratiche di smaltimento e i danni che possono arrecare se gettati nell’ ambiente.
Il recepimento italiano introduce un grande elemento di novità rispetto al testo europeo: l’esenzione per gli articoli monouso in plastica biodegradabile e compostabile. A questa va aggiunta anche l’esclusione dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10% dell’intero prodotto (es. piatti, bicchieri e contenitori in carta filmati in plastica).

La bioplastica non incentivi l’usa e getta

L’adozione della direttiva rappresenta un importante traguardo nella lotta all’inquinamento da plastica. È però importante che la deroga sulle bioplastiche compostabili non si traduca nella sostituzione tout court delle plastiche tradizionali. Tutto il monouso, compreso quello in bioplastica, va ridotto significativamente e utilizzato solo se non è possibile accedere ad alternative riutilizzabili. In questo senso, noi consumatori abbiamo la responsabilità delle nostre scelte: la bioplastica è meglio della plastica, d’accordo, ma a cambiare deve essere il nostro rapporto con l’usa-e-getta.
Infine, c’è la raccolta differenziata: acquistiamo un imballaggio in bioplastica quando abbiamo la possibilità di conferirlo a un circuito che ne gestisca correttamente il fine vita. Da questo punto di vista, a livello nazionale è prioritario un adeguamento del sistema impiantistico che accompagni l’aumento della quantità di bioplastiche nella frazione organica per garantirne l’effettiva e corretta gestione.